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L’eubiosi intestinale: un ecosistema all’interno del nostro corpo
Il microbiota intestale è costituito da nicchie ecologiche contenenti popolazioni di micro organismi che convivono tra di loro. La funzione principale è quella di limitare gli attacchi di specie patogene, consentendo il mantenimento delle funzioni all’intestino (assorbimento dei nutrienti, produzione acidi grassi, degradazione sostanze estranee). Il microbiota è composto da un numero di batteri pari a 6 volte il totale delle cellule che compongono l’intero corpo umano e da almeno quattro milioni di tipi di batteri diversi. Questi coinquilini vivono in stretto e mutualistico contatto con la mucosa intestinale. Il microbiota è concentrato prevalente nel colon e la sua concentrazione dipende da svariati fattori esterni ed interni. I principali batteri che popolano l’apparato sono i Bifidobatteri, i Lattobacilli e gli Eubacterium, ma ve ne sono di numerose altre specie, e tutti insieme svolgono funzioni per noi essenziali.
Con il termine eubiosi si intende un buon equilibrio e funzionamento del microbiota nell’intestino. Se invece c’è un’alterazione qualitativa o quantitativa si parla di disbiosi. La disbiosi si associa a diversi fattori:
- Riduzione del funzionamento del sistema immunitario
- Diminuzione della produzione della vitamina k e B
- Riduzione di microbatteri che permettono il mantenimento dell’eubiosi
- Problematiche cutanee
- Problematiche respiratorie
Cosa fare contro la disbiosi ?
La composizione del microbiota è fortemente influenzata dall’alimentazione.
La prima cosa da regolare è il regine alimentare: riducendo gli zuccheri e le farine raffinate, evitando gli eccessi di carboidrati ad alto contenuto di glutine, evitando l’eccesso consumo di latticini e introducendo frutta e verdura nell’alimentazione. Il fattore principale per combattere la disbiosi sono i probiotici che sono microrganismi vivi che quando vengono ingeriti permettono di esercitare funzioni benefiche per l’organismo per riformare la barriera mucosa intestinale.
In particolare, la soluzione consigliata dalla Nutraceutica Fisiologica di Regolazione, vanto della più avanzata ricerca scientifica italiana sui protocolli di origine biologica, si basa sulla formula cosiddetta delle “3 Erre”: Ripulire, Riparare e Ripopolare.
Per ognuno di questi principi esistono alcuni dispositivi medici e integratori consigliati:
Per “Ripulire”, si può per esempio utilizzare l’Enterosgel, un potente disintossicante gastrointestinale sotto forma di gel inodore e insapore, privo di glutine, aromi e conservanti; capace di legare selettivamente le sostanze tossiche e rimuoverle naturalmente entro 12 ore dall’assunzione.
Per “Riparare”, invece, ci si può rivolgere a soluzioni come il Colostro Noni, un integratore alimentare a base di Colostro bovino liofilizzato, puro al 100%, senza additivi e a basso contenuto di grassi, e di Morinda citrifolia (Noni). E’ particolarmente indicato per la protezione e il riequilibrio della struttura della mucosa grazie all’attività sinergica dei suoi principi attivi naturali. Il Colostro Bovino è ricco di immunoglobuline e altri componenti immunomodulatori, ormoni e fattori di crescita, aminoacidi, vitamine e altre sostanze ad attività antiossidante, minerali.
Per “Ripopolare”, ci si può rivolgere per esempio a Proflora, un integratore alimentare simbiotico costituito da 6 diversi ceppi probiotici, in forma microincapsulata gastroprotetta, associati con fibra prebiotica allo scopo di riequilibrare l’ecosistema intestinale. La microincapsulazione migliora decisamente la capacità di sopravvivenza di tutti i ceppi probiotici durante il transito gastroduodenale, consentendo in tal modo il raggiungimento dell’intestino da parte di un elevato numero di microrganismi vivi e vitali. La componente probiotica appartiene sia al genere Bifidobacterium che Lactobacillus e ha caratteristiche metaboliche tali da creare un effetto sinergico che assicura una pronta colonizzazione dei diversi segmenti intestinali. La componente prebiotica è costituita da frutto-oligosaccaridi (FOS), in grado di stimolare selettivamente lo sviluppo dei ceppi probiotici di tutti i gruppi microbici “benefici” della microflora intestinale autoctona.