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L’importanza del latte materno e il ruolo delle Blud
Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per i neonati. Ma cosa succede quando un bimbo nasce prematuro, e la madre non ha la possibilità di allattarlo? Per questo sono nate le banche del latte umano donato (Blud): le mamme che hanno latte in eccesso, possono decidere di donarlo.
La promozione dell’allattamento materno, in linea con le raccomandazioni dell’Unicef e dell’OMS, è un obiettivo di salute di grande importanza per la sanità pubblica.
Pediatri e nutrizionisti sono d’accordo nel definire che il latte materno rappresenti l’alimento migliore per i neonati, perché fornisce tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Inoltre, contiene sostanze bioattive e immunologiche, che non si trovano nei sostituti artificiali ma che sono importantissimi sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale. E ancora, consente un corretto sviluppo del sistema nervoso del neonato, protegge dalla celiachia, da allergie, contribuisce a prevenire il diabete giovanile nei bimbi geneticamente predisposti, può aiutare a combattere sovrappeso e obesità.
Per gli esperti, il latte materno è specie-specifico, è cioè un alimento biologicamente adatto per l’essere umano. Per adeguarsi meglio alle necessità di crescita del neonato, oltretutto, non ha mai la stessa composizione.
Per favorire l’allattamento, i neonatologi consigliano di attaccare il piccolo al seno subito dopo il parto, così da instaurare con la mamma un contatto “pelle a pelle”. Già nelle primissime ore di vita, il piccolo è in grado di trovare da solo il seno materno e di succhiare. Inoltre il corpo della mamma aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata e il neonato ne risente in modo positivo.
Il ministero della Salute ha promosso quest’anno la campagna “Allattare al seno, un investimento per la vita”, con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’allattamento materno come pratica naturale e di primaria importanza per la salute del bambino.
Ma che succede se un bimbo nasce prematuro e la mamma non ha la possibilità di allattarlo? Per questo sono nate le Banche del latte umano donato (Blud).
Grazie alle Blud, le mamme che hanno latte in eccesso rispetto alle necessità del proprio bambino possono decidere di donarlo. I bambini prematuri lottano ogni giorno contro mille difficoltà; sono costretti a rimanere a lungo in ospedale, e possono andare incontro a diverse problematiche, dovute soprattutto all’immaturità dell’apparato gastroenterico e alla incapacità di nutrirsi come un bambino normale. Soprattutto per loro, il latte materno è una vera e propria medicina: aiuta nella digestione, fornisce le preziose sostanze nutritive nella forma più assimilabile, rafforza il sistema immunitario e favorisce lo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Già nel 2013 la Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (ESPGHAN) ha raccomandato l’impiego del latte di banca come prima opzione in assenza di latte materno.
Sempre nel 2013, in Conferenza Stato-Regioni è stato raggiunto un accordo sulla gestione delle banche del latte umano donato: su questa base sono state elaborate le “Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle banche del latte umano donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno”. Con 32 banche attive, il nostro Paese è tra i più attivi in Europa. Chiaramente, il latte della donna, come altri organi o tessuti umani, non può essere commercializzato: la donazione è gratuita e la privacy viene garantita.
Durante la Prima Conferenza Nazionale “Promozione e sostegno dell’allattamento al seno”, svoltasi il lo scorso 12 maggio presso il ministero della Salute, è stato firmato il documento “Promozione dell’uso di latte materno nelle Unità di Terapia Neonatale ed accesso dei genitori ai reparti. Raccomandazione congiunta di Tavolo Tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno (TAS), Società Italiana di Neonatologia (SIN) e Vivere Onlus”, che tra gli altri, si pone l’obiettivo di facilitare la costituzione di banche del latte umano a base ospedaliera, per aumentare l’uso del latte umano in assenza di quello materno, soprattutto nei neonati pretermine.
Un eccellente esempio di banche del latte umano arriva da Bologna. “Di mamme ce n’è una sola. Ma a volte ne servono di più”: con questo slogan l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi, più di tre anni fa, ha creato la banca del latte umano donato “Allattami”, grazie alla partnership con Granarolo e alla partecipazione dell’Associazione Cucciolo. È quindi un esempio di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. La banca fornisce fin dall’inizio latte materno alla Neonatologia del Sant’Orsola ma ha esteso il proprio raggio d’azione anche al Maggiore di Bologna e al Policlinico di Ferrara. “Allattami”, come le altre banche, seleziona le mamme donatrici, ritira il loro latte direttamente al domicilio – il trasporto avviene nel rispetto della catena del freddo, in modo che il latte arrivi alla banca ancora congelato -, lo pastorizza, lo conserva in condizioni di sicurezza e lo fornisce agli ospedali cittadini.
L’obiettivo è raccogliere almeno i 600 litri di latte umano donato che servono ai neonati ricoverati nelle terapie intensive neonatali del Policlinico Sant’Orsola e dell’Ospedale Maggiore. Per raggiungerlo, è stata avviata una forte azione di sensibilizzazione verso le future e nuove mamme, grazie alla collaborazione dell’Azienda Usl di Bologna, del Collegio delle Ostetriche, dei Pediatri di famiglia e del Cucciolo, associazione bolognese dei genitori dei bambini nati prematuri. La banca si basa su due componenti: una di tipo medico-sanitario rappresentata dal Sant’Orsola, che seleziona le donatrici; e l’altra rappresentata da Granarolo, che segue l’aspetto tecnico di sanificazione del latte, per renderlo assolutamente sicuro per i piccoli che lo riceveranno.