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L’importanza della fisioterapia per realizzare il diritto alla salute
Ne parliamo con Simone Cecchetto, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (A.I.F.I)
Le problematiche legate all’Osteoartrite (OA) è stato il tema della Giornata Mondiale della Fisioterapia 2022 (World PT Day) che, come ogni anno, si tiene l’8 settembre, giorno della fondazione della World Physiotherapy nel 1951. L’organizzazione internazionale, voce unitaria per la Fisioterapia, rappresenta più di 660.000 fisioterapisti in tutto il mondo attraverso le 125 organizzazioni associate. Da sempre l’Associazione Italiana di Fisioterapia (A.I.F.I.) contribuisce alla realizzazione della Giornata attraverso campagne di sensibilizzazione, formazione e comunicazione, con l’obiettivo di avvicinare la fisioterapia ai cittadini agli altri professionisti. Tanti gli eventi nazionali e territoriali che hanno coinvolto numerosi partecipanti. Per saperne di più Health Online ha intervistato Simone Cecchetto, Presidente Nazionale A.I.F.I.
Quali sono state le iniziative organizzate da A.I.F.I. in occasione della World Physiotherapy?
Innanzitutto, abbiamo tradotto e messo a disposizione tutto il materiale prodotto dalla World Physiotherapy sul tema dell’Osteoartrosi. Poi abbiamo aperto la settimana il lunedì 5 settembre con una puntata speciale di AIFI Channel sul nostro canale YouTube dedicata alle malattie reumatiche e alle osteoartriti, con il coinvolgimento di esperti dall’area geriatrica a quella sportiva, dall’area pediatrica a quella ginecologica e muscolo scheletrica. L’evento clou della settimana si è tenuto l’8 settembre 2022 nella prestigiosa cornice del Senato in cui, alla presenza di politici, di rappresentati di cittadini, di presidenti di società scientifiche mediche e di esperti delle istituzioni abbiamo proposto il contributo della Fisioterapia nei nuovi modelli di assistenza territoriale previsti dal PNRR e dal DM77, calandoli nel caso specifico dell’artrosi e delle malattie reumatiche. Nel weekend, infine, eventi disseminati molto partecipati sul territorio hanno portato vicino a cittadini il tema e le informazioni sull’importanza della Fisioterapia in queste condizioni.
Quali sono stati i messaggi chiavi della campagna 2022?
Oltre a fare corretta informazione su cosa sia l’Osteoartrosi, abbiamo sottolineato come l’esercizio fisico sia riconosciuto dalla letteratura internazionale come uno dei trattamenti più importanti in questa condizione e come il fisioterapista sia in grado di aiutare a superare il dolore e la disabilità attraverso esercizi terapeutici attentamente dosati, nonché attraverso terapie manuali e fisiche oltre a tutta una serie di consigli per migliorare la deambulazione, le attività della vita quotidiana e per gestire quindi al meglio la propria condizione. Laddove sia previsto un intervento chirurgico, ad esempio di sostituzione articolare, il fisioterapista può aiutare la persona a prepararsi per ottenere il massimo beneficio dall’intervento e la aiuterà a recuperare nel
miglior modo possibile dopo l’intervento.
In occasione della conferenza stampa dell’evento organizzato dall’Associazione Italiana di Fisioterapia dal titolo “Pnrr e Dm 77. Artrosi e malattie reumatiche nei nuovi modelli di assistenza territoriale: il contributo della fisioterapia”, lei ha dichiarato che “la fisioterapia è tante cose”. Può spiegare meglio cosa intende per tante cose?
Solitamente si pensa alla Fisioterapia solo come “riabilitazione” ma in realtà la Fisioterapia è molto altro. La Fisioterapia è prevenzione, valutazione, cura, abilitazione, riabilitazione e palliazione di disfunzioni di diversi sistemi corporei conseguenti a patologie, interventi chirurgici o condizioni di sovraccarico attraverso l’esercizio terapeutico, le terapie manuali, le terapie fisiche con il contributo delle tecnologie assistive e dell’educazione terapeutica. Nelle disabilità transitorie, conseguenti ad un evento acuto, come una frattura, un ictus, un intervento chirurgico, un mal di schiena la Fisioterapia mira ad aumentare la quantità, qualità e velocità dei processi di recupero; mentre nelle disabilità persistenti o progressive – come nella malattia di Parkinson, nelle malattie respiratorie, nella sclerosi multipla, nel linfedema cronico – essa punta a ridurre la quantità, qualità e velocità dell’impoverimento funzionale indotto dalla patologia e dalla ridotta mobilità ad essa conseguente.
Ha inoltre invitato tutti i cittadini e fisioterapisti ad indossare al polso un nastro blu per ricordare quanto la Fisioterapia sia fondamentale per realizzare il diritto alla salute…
Il nastro blu vuole essere un simbolo di universalità che contraddistingue la nostra professione. Quotidianamente siamo al fianco di bambini, adulti, anziani ed anche sportivi per accompagnarli nel miglior percorso volto a potenziare le loro potenzialità e la loro autonomia oltre le barriere delle condizioni di cui sono affetti. A differenza dell’assistenza, che colma bisogni, la fisioterapia e la riabilitazione riducono bisogni e quindi sono strategici per garantire la sostenibilità del Sistema Salute. Ecco con quel nastro blu vogliamo per un giorno all’anno ricordare le migliaia
di vite a fianco cui camminiamo per aiutarle, supportarle, migliorare la loro Salute.
Qual è stato il suo messaggio a chiusura dell’evento?
Occorre partire sempre dall’ascolto dei cittadini e dei pazienti, per costituire la nuova Sanità sui bisogni reali e non su ideali organizzativi. Per questo la fisioterapia nelle case della comunità, a fianco di mmg e infermieri, sarebbe fondamentale ad esempio per prendere in carico subito problemi muscolo-scheletrici prima che si aggravino, per potenziare l’autonomia delle persone con disabilità persistenti o progressive attraverso le tecnologie assistive, insieme ad altre professioni, e per promuovere in percorsi di Long term care l’attività fisica fatta in contesti extra sanitari. E sarebbe coerente, peraltro, con quanto emerge dalle evidenze in letteratura. La Fisioterapia è riduzione e prevenzione di bisogni ed è quindi una risorsa fondamentale per garantire la sostenibilità del Sistema Salute. E per sostenere tutto questo è fondamentale anche la rimodulazione della formazione di base e specialistica e il potenziamento della ricerca, aumentando la presenza di fisioterapisti e altre professioni nei ruoli universitari, per poter sviluppare e diffondere nuove e sempre più efficaci risposte ai bisogni dei cittadini.
Lei è Presidente Nazionale di A.I.F.I., l’associazione tecnico scientifica di rilevanza nazionale della professione del “Fisioterapista”. Quali sono le vostre attività, proposte e iniziative?
Una prima linea di attività rivolta a tutti i fisioterapisti è la produzione di Linee Guida e Buone Pratiche utili a tutta la comunità professionale, oltre a divulgare quanto più possibile le migliori pratiche attraverso materiali informativi, convegni, webinar, o le serate del nostro canale YouTube AIFI Channel. Un’attenzione particolare poi per gli studenti, supportandoli nel loro percorso attraverso attività didattiche proposte dai GIS/NIS, aiutandoli a orientarsi nella formazione post-base e, prossimamente, sostenendo il momento delicato della progettazione e stesura della tesi di laurea. Per i nostri i soci proponiamo nuove convenzioni, sconti per decine di eventi formativi all’anno, un’area riservata del sito dove rivedere webinar e congressi e dove accedere alla risorse aggiuntive per gli iscritti a nostri GIS. In più abbiamo dato la possibilità facilmente ad una piattaforma densissima di contenuti costantemente aggiornati come Physioplus. Puntiamo anche a far conoscere ai cittadini l’importanza della Fisioterapia in varie condizioni con articoli divulgativi in vari mass-media e attraverso materiali vari o attraverso progetti di prevenzione già dalla
prima infanzia come “La Schiena va a Scuola”. Realizziamo eventi congiunti con le società scientifiche mediche, per potenziare la collaborazione, il riconoscimento reciproco e gettare le basi della interdisciplinarità oggi quanto mai necessaria ad affrontare le sfide ad esempio della cronicità. Infine, ai vari tavoli istituzionali, nazionali e internazionali, a cui partecipiamo, sosteniamo con esempi concreti quanto la Fisioterapia possa essere utile per il Sistema Salute.
Il 28 e il 29 ottobre si è svolto a Palermo il Congresso scientifico internazionale. Quali sono stati i temi trattati?
Il congresso è ruotato attorno al tema, attualissimo, della Fisioterapia di prossimità. Una prossimità fisica, cognitiva ed empatica – che caratterizza da sempre la Fisioterapia – nei confronti dei cittadini, delle persone con disabilità, in particolare con disabilità persistenti e progressive, una prossimità che può oggi avvalersi anche di strumenti innovativi, come la teleriabilitazione, le
nuove tecnologie, le tecnologie assistive, ma anche nuovi modelli organizzativi per poter rispondere ai bisogni dei cittadini in maniera più adeguata e appropriata possibile. Abbiamo approfondito aspetti come l’applicazione del Chronic Care Model in Fisioterapia, le strategie di prevenzione e di educazione terapeutica ma anche il tema molto complesso dell’interdisciplinarietà.
Quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della fisioterapia?
Molto. Perché i farmaci possono contare sull’impressionante potenza mediatica dei loro produttori. Perché la chirurgia è quotidianamente agli onori delle cronache per i successi e, talvolta, per le criticità. Perché il taglio di nastro di nuove strutture è più comunicabile e notiziabile. Mentre il lavoro quotidiano, paziente, silenzioso, volto a far migliorare la vita delle persone con esercizi e terapie meno appariscenti fatto da migliaia di fisioterapisti nelle palestre e negli studi fa molto meno rumore. È una foresta che cresce in silenzio e spesso non si vede, se non quando cade qualche albero. Allora almeno una volta all’anno è giusto ricordare al mondo intorno a noi che esiste questo esercito di persone che si impegnano quotidianamente per dare anche qualche briciolo di autonomia e qualità di vita in più che può apparire una goccia nel mare ma che, per la persona che beneficia, spesso è ossigeno, è vita.
Chi è il fisioterapista e quali sono le sue competenze?
Il fisioterapista è il professionista sanitario iscritto all’Albo che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, valutazione, cura,
abilitazione, riabilitazione, palliazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita
od acquisita. Il fisioterapista effettua innanzitutto una valutazione funzionale secondo un’ottica bio-psico-sociale; elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma volto all’individuazione ed al superamento del bisogno di salute della persona con disabilità; pratica autonomamente attività terapeutica per la prevenzione e rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando esercizi terapeutici, terapie manuali, terapie fisiche, proponendo l’adozione di tecnologie assistive come ausili e protesi, addestrando all’uso e verificandone l’efficacia; utilizza, infine, indicatori di esito e verifica le rispondenze della metodologia attuata agli obiettivi di recupero funzionale. Il fisioterapia svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, in tutti i contesti in cui si richiedono le sue competenze professionali.
In occasione della Giornata Mondiale della fisioterapia è stata istituita, con la firma del decreto da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza, la Federazione Nazionale degli Ordini della professione sanitaria di fisioterapista. Cosa ne pensa? Perché l’Ordine dei fisioterapisti?
Già nel 2018, con la cosiddetta Legge “Lorenzin”, furono istituiti finalmente gli Albi dei Fisioterapisti ma per una serie di traversie parlamentari, essi furono previsti all’interno di Ordini “multialbo” insieme a quelli di altre 18 professioni. La stessa legge prevedeva che al raggiungimento dei 50.000 iscritti di una professione, il Presidente della relativa Commissione d’Albo nazionale potesse chiedere la costituzione di Ordini autonomi per quella professione e della relativa Federazione. E così è stato per noi. La professione del Fisioterapista ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi trent’anni con tante acquisizioni, a partire dal profilo professionale, dall’autonomia sancita dalla legge 42/99, dalla responsabilizzazione in ambito didattico e manageriale prevista dalla legge 251/2000, dalla formazione di base universitaria, dallo sviluppo della formazione post-base con i master e le lauree magistrali, all’accesso ai dottorati di ricerca, alla dirigenza nel sistema pubblico, alle carriere accademiche. Una crescita con tante luci ma anche tante ombre, certamente, perché resta ancora molto da fare: l’abusivismo ancora imperante; migliaia di fisioterapisti con retribuzioni inaccettabili, feroce atto di disprezzo verso di loro e verso tutta la professione; una formazione di base universitaria che, nonostante l’impegno di tanti, incontra in molte università ancora mille ostacoli; una svalorizzazione della figura in molti contesti pubblici e privati, costretta a mettere in atto pratiche desuete in modelli organizzativi inefficienti; un accesso al mondo accademico ancora con molti vincoli rispetto a quanto consentito ad altre professioni. Tutti temi sul tavolo degli Albi dei Fisioterapisti che in questi primi tre anni hanno avuto limitata libertà di manovra perché stretti negli Ordini “condominio” con altre 18 professioni ma che, ci auguriamo, sapranno essere affrontati dai nuovi
Ordini dei Fisioterapisti con tutta la potenza dell’essere autonomi enti sussidiari dello Stato.
Quali sono le sfide per il futuro?
La prima e più urgente è far capire a tutti i livelli che la Fisioterapia è essenziale come altre realtà per una piena realizzazione dei nuovi modelli di assistenza territoriali previsti dal
DM77. La fisioterapia nelle Case di Comunità, a fianco dei medici di medicina generale e di comunità può risolvere presto e bene molti bisogni di salute, come peraltro documentato dalla letteratura scientifica internazionale. E oltre a questo, produrre documenti scientifici per supportare i nascenti Ordini nell’affrontare le problematiche citate poco fa.
La seconda è proseguire nello sviluppo delle competenze specialistiche nei diversi ambiti per dare risposte sempre più accurate ai bisogni dei cittadini: oggi la fisioterapia muscolo-scheletrica ha competenze molto diverse dalla fisioterapia neurologica, dalla pelvi-perineale, dalla linfologia, dalla cardiorespiratoria così come diverse sono quelle necessarie in fisioterapia pediatrica
o nello sportivo o nell’anziano. La disciplina ha raggiunto livelli di approfondimento nei diversi campi tanto da stagliarsi sempre più come Scienza con paradigmi e fondamenti comuni declinati in modo fascinosamente diverso nei diversi ambiti.
La terza è sostenere l’importanza della presenza di fisioterapisti in ruoli accademici; abbiamo più di 80 dottori di ricerca, decine di professionisti che hanno ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale e meno di una decina sono i ricercatori e i professori associati e ordinari. Questo non per l’ambizione di occupare posizioni ma perché siamo convinti che l’Università è luogo elettivo oltre che per la formazione dei futuri fisioterapisti anche della ricerca e quindi è una realtà privilegiata dover poter sviluppare e diffondere nuove e sempre più efficaci risposte ai bisogni dei cittadini.