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L’importanza della tecnologia nelle strutture sanitarie dei paesi in via di sviluppo
Le strutture sanitarie dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo (Pvs), ovvero tutte quelle nazioni che presentano un tenore di vita basso, una scarsa base industriale, un livello del reddito quasi nullo, una povertà diffusa e un indice sviluppo umano molto debole, hanno bisogno non solo di un’equipe medica altamente qualificata ma anche, ormai, di tecnologie avanzate.
Portare la telemedicina nei paesi poveri con l’obiettivo di favorire una più capillare ed efficiente diffusione del servizio sanitario su tutto territorio. Questo è lo scopo delle Nazioni Unite che hanno riconosciuto un’importanza cruciale delle tecnologie nel settore medico delle aree più svantaggiate. L’ONU e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) parlano di sanità globale, un approccio che mira a dare pieno significato e attuazione ad una visione di salute come stato di benessere bio-psico-sociale e come un diritto umano fondamentale per tutti gli individui del mondo. È un concetto che spazia dall’ambiente alla sicurezza alimentare, per arrivare alle moderne applicazioni mediche che fanno largo uso alle innovazioni attuali e future.
La telemedicina, l’insieme di tecniche mediche ed informatiche utilizzate per diagnosi e terapie a distanza, estende il diritto alla cura ad una più ampia fascia della popolazione, esattamente come se il territorio e la casa del paziente fossero un ospedale virtuale. Grazie questa pratica innovativa ogni dato acquisito sul campo, quindi cartelle cliniche, immagini ad alta definizione, anagrafica pazienti, analisi del sangue, dati grafici in genere, possono viaggiare sulla rete ed essere integrati agli apparati elettromedicali utilizzati negli ospedali e nei centri presenti sul territorio, con il focus principale di assistere il paziente nel conforto della propria abitazione. In questo modo si ottimizzano le preziose e insufficienti risorse dell’ospedale, spostando direttamente sul territorio i servizi sanitari. La chiave di successo del progetto si basa anche sul servizio di formazione e assistenza medica in mobilità, efficace ed economicamente sostenibile, che prevede la formazione di figure mediche e paramediche in ciascun momento..
La tecnologia deve rivestire un ruolo fondamentale nel miglioramento delle condizioni di vita delle persone, soprattutto per quanto riguarda le popolazioni disagiate. A tal proposito, risultano essenziali la donazione di tecnologie biomedicali, un’offerta volontaria che deve essere efficace, trasparente, ben gestita e sostenibile nel medio-lungo periodo. Secondo varie ricerche, è successo a volte che dal 40 al 70% non è utilizzabile perché è guasto e, perciò, inutilizzabile. Donare un dispositivo inefficiente diventa un serio problema e uno spreco, invece che contribuire ad un miglioramento esponenziale delle attività assistenziali peggiora soltanto la situazione.
Le strumentazioni efficienti, potrebbero fare davvero la differenza, specialmente nei paesi africani dove il personale medico è ancora al 3% e la copertura sanitaria statale arriva al 4% della popolazione. In Etiopia, ad esempio, una recente forma di partenariato pubblico-privato ha dato vita a un servizio che, grazie all’impiego di alcuni ecografi in gravidanza, ha aiutato a ridurre la mortalità post partum. L’ecografia prenatale è, in queste aree, un’occasione essenziale per fare prevenzione individuando le donne a rischio e generare formazione alla partoriente e alle ostetriche.
I dispositivi e le apparecchiature a tecnologia avanzata presenti nei paesi in via di sviluppo arrivano per l’80% dalle donazioni. Oltre il 50% della tecnologia medica che viene dismessa a livello ospedaliero potrebbe essere donata con dei vantaggi economici ed ambientali. Una manutenzione dei dispositivi tecnologici eviterebbe costi di stoccaggio e smaltimento.
Sarebbe importante attuare una prima fase di pre-donazione che comprende una serie di verifiche le quali coinvolgono donatori e riceventi nell’individuare le esigenze di salute e le capacità tecnico-infrastrutturali locali. Inoltre, la strumentazione dismessa nei Paesi occidentali, per essere donata deve essere valutata non solo per il corretto funzionamento, ma anche in base alla presenza di ambienti adeguati dove essere posta, disponibilità di risorse energetiche e reperibilità in loco di pezzi di ricambio. Un aspetto fondamentale è poi la formazione del personale; invece di dieci mammografie che nessuno sa usare, meglio donarne cinque e prevedere la presenza di formatori medici e un manutentore sul campo per un periodo equo. È anche molto importante un follow up, cioè una verifica del risultato ottenuto con i dispositivi tecnologici implementati, per ottimizzare e adeguare la donazione alle necessità della popolazione.
Investire, quindi, nei Paesi in via di sviluppo anche nella tecnologia: un altro requisito fondamentale da mettere in pratica in maniera costante e concreta e che tutte le istituzioni e ONG dovrebbero tenere bene a mente per continuare a trovare ed applicare strumenti che riescano a sradicare i problemi di salute e povertà.