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Lo sport al tempo del lockdown, le palestre “riprogrammano” la ripartenza. La parola all’atleta Andrea Carpi
Riprogrammare le proprie abitudini e ripensare alla quotidianità in chiave restrittiva in vista di una prossima ripartenza. Nel corso di questi mesi di vera emergenza e, in modo specifico, in pieno lockdown, gli italiani hanno dovuto fronteggiare una situazione di crisi sanitaria inedita e del tutto fluida in cui cultura, sport, scuola, economia hanno subìto un fermo perentorio per poi ripartire gradualmente e a singhiozzi. Tra i settori maggiormente resilienti c’è lo sport: gli impianti sono chiusi, gli allenamenti sospesi e tutte le manifestazioni e competizioni sportive rinviate fino a data da destinarsi. Tuttavia, la parola chiave è “riprogrammare”: stando a un’indagine svolta da “Sport e Salute”, in collaborazione con SWG, il 61% delle organizzazioni sportive afferma di aver ripensato la propria attività e il 39% ha adottato nuovi strumenti comunicativi oltre che ulteriori strumenti di lavoro. Del resto è stata proprio l’attività motoria fai da te o a distanza a distrarre gli italiani costretti entro le mura domestiche perché orfani di affetti, lavori e delle abitudini serali di svago.
Web conference, workout in diretta sui social, allenamenti tra coinquilini, riscaldamento improvvisato sul momento e carta e penna, per riorganizzare la ripartenza. È maggioritaria la quota di italiani che ha comunicato di essersi mantenuta attiva durante il lockdown, con l’obiettivo di trarne beneficio sia mentale (58%) che fisico (58%). Inoltre, è sempre la maggioranza degli intervistati ad affermare l’importanza di tenersi attivi in pieno fermo nazionale così come a dichiarare di aver colto l’occasione per trovare nuove modalità di movimento. In più, solo un terzo del campione afferma di essere stato più attivo durante il lockdown che in tempi ordinari (37%). In questo contesto Andrea Carpi, atleta riminese di 33 anni e fondatore della “PalestraPride”, si è reinventato – nonostante le evidenti e impreviste difficoltà – per poter dare la possibilità ai suoi clienti di proseguire ad allenare il proprio corpo, restrizioni e pandemia a parte. Preparatore ed educatore alimentare, per Carpi l’attività motoria è tutto. Cresciuto in una palestra e esperto in arti marziali sin da adolescente, è vincitore del titolo italiano ADCC e in pieno lockdown si è aggiudicato il titolo di Campione del Nord Italia.
Andrea Carpi lei è la dimostrazione che con tenacia i risultati possono essere raggiunti anche se l’attuale contesto non lo consente?
La crisi sanitaria richiama tutti a essere più prudenti per la tutela della saluta pubblica ma certo non ci induce a un ‘lockdown’ della nostra quotidianità. Quando, nel dicembre 2019, i media affrontavano timidamente la notizia di un virus originato in Cina ero poco consapevole di quello che di lì a pochi mesi avremmo dovuto affrontare. Gradualmente tutte le attività hanno subito uno stop, centri sportivi, impianti e palestre hanno chiuso le porte rinviando tutti a una futura, seppur non definita, riapertura. Come preparatore atletico da subito ho cercato di cogliere le opportunità di questa nuova condizione anche se non sono tra coloro che hanno promosso allenamenti ‘fai-da-te’. Lo sport è fondamentale sia dal punto di vista psicologico che fisico se fatto bene e se seguito da professionisti qualificati. Non è così scontato proporre lezioni online con bottigliette d’acqua ed elastici.
Non solo casa, però. In molti hanno riscoperto l’attività motoria all’aperto, in spiaggia, nei parchi cittadini. Come è cambiato il rapporto sport-natura in quest’ultimo anno?
Penso che tutti abbiano tratto particolari benefici da questi mesi di chiusura e di fermo generale. Nel corso della primavera tutti ci siamo reinventati e tutti hanno investito in attività alle volte trascurate. Tra queste attività c’è anche lo sport. Curare la propria forma fisica in un momento che ci induce alla sedentarietà è essenziale. Potersi allenare all’aperto, a contatto con la natura, è invece un valore aggiunto non trascurabile soprattutto se in riferimento ai contesti metropolitani in cui è sempre più difficile poter godere del verde pubblico.
Crisi sanitaria e conseguente emergenza economica. Sono tante le difficoltà affrontate anche dai gestori delle palestre. Ad esempio?
Il periodo ha rappresentato una grande sfida per le organizzazioni sportive. La metà delle realtà del settore si è sentito pronto ad affrontarlo. Ci manca il sostengo che è stato più volte promesso e garantito. Non sono poche le volte in cui noi gestori delle palestre e dei centri sportivi ci sentiamo figli di un Dio minore. I ristori governativi non li abbiamo ricevuti ma mensilmente dobbiamo far fronte al pagamento delle utenze, dei canoni di locazione degli immobili che gestiamo e in tutto questo dobbiamo rispondere alle richieste dei nostri abbonati che non hanno potuto usufruire del servizio per cui hanno pagato.
Che valenza ricopre lo sport e quale è il suo ruolo in un momento difficile come l’attuale?
Non c’è benessere senza sport e non c’è crescita personale senza socializzazione. Lo sport rappresenta una palestra di vita per tutte le fasce di età e a maggior ragione per i nostri figli, a cui è stato chiesto un sacrificio enorme: rinunciare alla propria quotidianità. Lo sport, così come la didattica in presenza, sono venuti a mancare da subito e i nostri ragazzi hanno dovuto rinunciare a buona parte delle loro giornate. Con l’avvio della stagione estiva le palestre si sono dotate di nuovi servizi e buona parte dei gestori hanno garantito ai propri abbonati una prosecuzione delle attività all’aperto garantendo le distanze previste dalle norme attualmente in vigore e tutte le misure atte ad arginare la diffusione del virus. Svolgo attività motoria da adolescente, l’esercizio fisico è una costante nella mia vita e oggi poterlo promuovere, divulgando la sua importanza, è fondamentale al fine di creare un nuovo tipo di cultura del movimento che dovrebbe entrare in tutte le case e che dovrebbe essere maggiormente incentivata a livello governativo.