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L’utilizzo crescente dei social media in ambito sanitario
Anche in sanità, ormai al giorno d’oggi, la comunicazione attraverso i social media è diventato un mezzo imprescindibile in sanità. A tal proposito l’Università Bocconi ha condotto un sondaggio ad Aziende Sanitarie Locali (ASL), Aziende Ospedaliere (AO) e Ospedaliero Universitarie (AOU) e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).
Di tutti questi 18 hanno confermato di non essere presenti sui social networks e 3 delle 51 aziende, invece, di trovarsi su Instagram perché considerato maggiormente in voga rispetto agli altri. In generale, al primo posto troviamo Facebook seguito da YouTube, Twitter e LinkedIn.
È bene sottolineare fin da subito che il valore concreto aggiunto dell’utilizzo dei social media in sanità è rappresentato dalla possibilità di fare prevenzione e promozione della salute ma, soprattutto, di interagire con la popolazione.
Tuttavia, sono poche le aziende che utilizzano i social media con queste finalità. Ciò si verifica perché sono rari i casi in cui i social sono gestiti da una figura professionale competente in materia. Il più delle volte, infatti, si tratta di dipendenti che già svolgono altri compiti all’interno della struttura e a cui viene chiesto di alimentare il profilo.
Questi elementi portano a ipotizzare che, anche nei casi in cui la presenza aziendale sui social media sia una realtà maggiormente diffusa, non sempre esiste una strutturazione delle attività che specializzi un numero elevato di individui sulla gestione di questi canali e che essa sia parte delle attività̀ di comunicazione d’azienda insieme ad altre, come ad esempio l’ufficio stampa.
Un ulteriore elemento importante è che non viene riscontrata la presenza di analisi e inclusione delle informazioni e dei feedback raccolti attraverso social media all’interno dei processi decisionali aziendali.
Nessuna impresa fra quelle esaminate fa ricorso a sistemi di analytics e reporting strutturati che consentono di raccogliere e analizzare in modo completo e sistematico le informazioni provenienti dai social.
Solamente il 23% delle aziende che dichiarano di effettuare analisi dei dati utilizza strumenti appositi, tra cui Excel, Google Analytics o Hootsuite, mentre il restante 77% non usufruisce di nessun tool dedicato.
In conclusione, la rivoluzione digitale ha portato con sé una nuova era nella comunicazione modificando profondamente il rapporto medico-paziente. L’incremento del potere di condivisione delle informazioni ha obbligato gli operatori sanitari a rivoluzionare la pratica e l’esperienza clinica.
Come sottolineato dall’azienda farmaceutica statunitense Pfizer, l’80% degli utenti che fanno uso di social media è alla ricerca attiva di informazioni sulla salute. In particolare, una delle categorie di utenti più attive in questo senso, è quella dei pazienti con patologie croniche come diabete, cancro e malattie cardiovascolari. Queste piattaforme sono dunque capaci di esercitare un’influenza diretta sulla decisione del paziente di orientarsi verso un secondo parere o potenziali alternative terapeutiche.
Secondo la Healthcare Informatics Research (HIR), i pazienti che fanno largo uso di tecnologie digitali sono spesso fortemente motivati ad utilizzare le loro risorse online per gestire strategicamente la loro salute. Risulta dunque fondamentale per il clinico essere sempre aggiornato in fatto di medicina, ed essere in grado di utilizzare i social media e le tecnologie digitali per comunicare adeguatamente con questa tipologia di pazienti.
Pertanto, l’informazione sanitaria deve passare anche attraverso i social e questo non lo dicono solo i numeri, ma è suggerito anche da diverse organizzazioni sanitarie tra le quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute.