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Malattia di Crohn, in arrivo una nuova terapia
Approda in Italia una nuova terapia per la malattia di Crohn. Si tratta di Ustekinumab, il primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali indicati per questa patologia che racchiude in sé una doppia novità. Il farmaco infatti colpisce due target, andando ad agire più a monte del processo infiammatorio responsabile della malattia di quanto è stato possibile fare fino a ora. Ustekinumab è un anticorpo monoclonale delle interluchine 12 e 23, il cui ruolo nella patogenesi della Malattia di Crohn è stato dimostrato negli studi preclinici. I dati hanno mostrato la rapidità dell’azione nel breve periodo, a partire dalla terza settimana dalla somministrazione, e, parallelamente, la persistente durata dell’effetto del farmaco: a 2 anni, nel 75% dei pazienti in terapia con Ustekinumab la malattia è risultata in remissione.
“Oggi il più grande bisogno ancora non soddisfatto delle persone affette dalla Malattia di Crohn è combinare un miglioramento repentino, che possa risolvere la dolorosa fase acuta, con l’efficacia mantenuta nel lungo periodo, per permettere al paziente di stare bene negli anni senza dover affrontare ricadute e cambi di terapie. Questa nuova opzione terapeutica apre per la prima volta un ampio orizzonte fino a ora inesplorato, quello del più lungo periodo libero da malattia mai osservato fino a ora”. Lo sostiene Silvio Danese, Responsabile Centro per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, spiegando che un ulteriore elemento di novità di Ustekinumab è rappresentato dallo schema di somministrazione, che prevede solo la prima induzione per via endovenosa presso il centro clinico e poi la terapia di mantenimento da farsi ogni 3 mesi per via sottocutanea anche al domicilio.
La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica intestinale che può colpire tutto il tratto gastrointestinale. Le cause non sono tuttora note alla scienza. Quello che si sa è che tale patologia è caratterizzata da ulcere intestinali, generalmente alternate a tratti di intestino sano, e, se non curata adeguatamente, può portare a complicanze quali stenosi o fistole che possono richiedere un intervento chirurgico. I sintomi variano dal dolore addominale, alla diarrea cronica, alla perdita di peso o alla febbricola. Può anche interessare la regione anale con fistole o ascessi. La terapia immunosoppressiva e il controllo regolare permettono di controllare la malattia e la sua progressione nella maggior parte dei casi.
Oltre a questi disturbi clinici, la malattia di Crohn, che prende il nome dal dottor Burrill Bernard Crohn che descrisse la patologia per la prima volta a New Orleans nel 1932, è spesso causa di disagio sociale, perché ha un importante impatto su diversi aspetti della vita quotidiana. Come avviene nel caso in cui un soggetto è affetto da una malattia di questo tipo, ci si trova davanti a difficoltà di carattere relazionale e – appunto – sociale. È una malattia poco nota, di cui non si parla, perché imbarazzante, per via dei sintomi che la caratterizzano.
Spesso i malati soffrono in silenzio.
Per far sì che se ne parli questo autunno sarà presentato il cortometraggio “Aspettando Crohn. L’agenda impossibile”, realizzato con ironia, e un pizzico di irriverenza dagli Youtubers romani ‘The Pills’, sarà portato nelle sale cinematografiche italiane. Prima tappa la Lombardia, con proiezioni a Milano, Monza e Cremona grazie alla collaborazione del circuito spazioCinema. Prossimamente, sino a giugno 2019, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia. Il cortometraggio e le informazioni sulla campagna “Aspettando Crohn, l’Agenda Impossibile” e sulla malattia di Crohn sono disponibili all’indirizzo www.mici360.it.