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Mattarella all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori
Una tappa significativa quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Meldola, Forlì, dove ha sede l’Irst, l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori, che rappresenta il nodo principale di un network di strutture operativamente connesse e funzionali, centro di tutte le attività di ricerca ad alta complessità tecnologica e di trattamenti innovativi. Punto di riferimento della ricerca clinica di Area Vasta Romagna l’Irst fondato dal professore Dino Amadori svolge un ruolo volto anche a favorire l’integrazione delle attività assistenziali delle strutture oncologiche del territorio.
Dopo essere stato accolto dal sindaco di Meldola Gianluca Zattini e dal presidente Irst Renato Balduzzi, Mattarella è stato accompagnato da medici e ricercatori in una visita guidata privata al reparto di Tomografia e al laboratorio biologico dove si svolge l’intensa attività di ricerca dell’Istituto. Una volta conclusa la visita, il Capo dello Stato si è recato nella sala conferenze “Tison” dell’Irst dove ad accoglierlo c’era una rappresentanza delle istituzioni locali e dell’istituto ma anche una schiera di camici bianchi fieri di condividere questo momento sicuramente emozionante per tutto lo staff Irst.
“La accogliamo con un clima festoso – ha detto Renato Balduzzi, presidente Irst, rivolgendosi a Sergio Mattarella – e con una certa varietà di colori, i toni scuri dei completi indossati da chi ricopre un ruolo istituzionale e quelli chiari dei camici del personale. In realtà anche il bianco dei camici è policromo perchè rappresenta sia i medici che i ricercatori: una delle caratteristiche di Irst è infatti che i risultati della ricerca hanno un riscontro immediato al letto del paziente. Ci tengo a precisare anche che il 71% del nostro personale è composto da donne con un età media di 41 anni. Per noi questo è un giorno straordinario data la sua presenza, Presidente, ma anche ordinario e fondere l’ordinario allo straordinario è un nostro punto fermo a partire dall’inserimento ambientale che abbiamo attuato nelle colline romagnole. Balduzzi conclude il suo intervento con una frase che racchiude il concetto principale di Irst: “La tecnologia per noi è un valore umano”.
Subito dopo è intervenuto il professore Dino Amadori, fondatore dell’Irst, che ha sottolineato l’importanza, per chi fa ricerca, di fare parte di una rete condivisa esponendo quindi il modello del Comprehensive Cancer Care Network. Amadori ha terminato il breve discorso affermando che nell’istituto meldolesi “ci si fa carico della persona, piuttosto che del paziente”.
A seguire il saluto del neo eletto direttore generale dell’istituto, Giorgio Martelli, che ha sottolineato qualche numero: “Nel 2017 – ha chiarito – ci siamo presi cura di 6000 nuovi casi di cui il 20% fuori dalla Regione. Il Ministero della Salute ci ha conferito il titolo di miglior performance di ricerca in Italia. Volendo continuare su questa linea di progresso, siamo lieti di avere qui la massima autorità del nostro Paese, che condividerà con noi un passo davvero importante: quello dell’inizio dei lavori per la radiofarmacia che saranno completati nel 2021. Il progetto è stato realizzabile anche grazie alla vincita di due bandi, uno indetto dall’Emilia-Romagna e uno dallo Stato e porterà alla realizzazione della prima radiofarmacia sperimentale in Italia”.