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MEDICINA A DISTANZA E DATI SANITARI: UN FUTURO VICINO
Si discute sempre di più sull’importanza della medicina a distanza come strumento indispensabile per una razionalizzazione dei costi sanitari.
Si discerne sempre più spesso su quale modello sia utilizzabile per la cartella clinica informatizzata come strumento per una maggiore qualità delle informazioni sul paziente.
Si argomenta sempre più frequentemente sull’utilizzo della tecnologia quale strumento indispensabile al benessere delle persone.
Tutti sforzi concettuali ed espressivi significativi, di sicuro interesse ed importanti, però noi che abbiamo come obiettivo la salute dell’individuo non possiamo non affrontare il problema sicuramente con spirito costruttivo ma anche con un occhio critico.
Costi, informatizzazione e sviluppo tecnologico sono sicuramente elementi indispensabili in una logica di efficientamento del sistema sanitario con un “però” importante: solo se in tutto questo si mette al centro dell’interesse la salute dell’individuo.
L’utilizzo di sistemi tecnologici ed informativi sempre più rapidi, efficienti, performanti è ormai una costante nella vita di ciascuno di noi, basti pensare a quanti aggiornamenti di strumenti di telefonia mobile, computer, applicazioni, device ricorriamo quotidianamente per mantenerci on line.
Quando si discute di salute, che è il bisogno primario di ciascun individuo, però non è corretto farsi influenzare dalle mode, innamorarsi degli strumenti, farsi soggiogare dalla pubblicità.
La medicina a distanza è uno strumento indispensabile per curare i malati cronici, gli anziani, i bambini e coloro che non hanno possibilità di ricorrere rapidamente alle strutture sanitarie sul territorio ma è anche uno strumento indispensabile per la prevenzione, per effettuare controlli che altrimenti si tenderebbe a rimandare continuamente, per monitorare la propria situazione sanitaria.
Ma prima di avviare un sistema di medicina a distanza è opportuno stabilire dei criteri guida: innanzitutto bisogna definire quali siano gli strumenti propri e corretti e successivamente in che modello inserire tali strumenti.
Oggi è un proliferare di possibili strumenti ma nessuno ha mai definito quali siano i requisiti che tutelino l’individuo se non in termini di applicazione di alcune norme generiche di sicurezza.
Definire i criteri ed i protocolli però è possibile oltre che indispensabile: è sufficiente stabilire quali debbano essere i valori da controllare nei malati cronici, negli anziani od in chi non può muoversi ma anche i valori da controllare preventivamente negli individui sani siano essi all’interno di gruppi od in ogni famiglia.
Ecco che allora le aziende del settore produrrebbero solo strumenti utili ad effettuare il quadro sanitario di ciascuno di noi e gli strumenti di medicina a distanza potrebbero, se rispettano gli standard definiti, essere utilizzati, per i malati ma anche per i soggetti sani.
Pensate come sarebbe più semplice l’accesso alle cure se per ogni malato ma anche se in ogni azienda, in ogni condominio, in ogni casa ci fosse uno strumento che potesse rilevare i parametri utili, storicizzarli e confrontarli.
Certo che il tutto andrebbe inquadrato in un modello operativo che consenta un’analisi da effettuarsi a cura di un medico ed un contatto anche visivo con il medico stesso utile a prendere decisioni concrete per la salute di chiunque ricorra a strumenti di medicina a distanza.
Definito chiaramente il quadro tecnico degli strumenti ed il modello operativo da utilizzare è poi importante gestire ed immagazzinare l’informazione in un modello condiviso e fruibile, altrimenti sarebbe come avviare una strategia evoluta senza però averne i mezzi per alimentarla.
Il tema della cartella clinica deve pertanto essere strutturato, condiviso e definito nel dettaglio affinché le informazioni siano confrontabili, standardizzabili e comprensibili da parte di qualsiasi presidio sanitario.
Ma qui si apre un altro tema ed è quello della riservatezza delle informazioni che deve essere necessariamente gestita in base a regole che non possono essere solo quelle proprie (ed abbastanza complicate) della legge sulla privacy.
Infine sarebbe necessario fare chiarezza sulla tecnologia perché sulla salute non si scherza e quindi tutti quegli strumenti non in regola con i protocolli che verranno stabiliti, tutte quelle applicazioni non regolamentate ed utili solo ai fini di marketing e tutte quei modelli di stoccaggio delle informazioni non conformi non dovrebbero essere consentiti.
In tutto questo la collaborazione tra chi gestisce la salute in una logica di intervento pubblico cioè il Ministero della Sanità e gli unici enti abilitati ad occuparsi di sanità integrativa cioè Fondi Sanitari e Società di Mutuo Soccorso può essere un valore aggiunto in termini di progettazione, razionalizzazione, investimenti, utilizzo.
Perché lo stato potrebbe concertare le regole e chi fa della tutela della salute dell’individuo un modello societario e sociale applicare i protocolli ed implementare gli strumenti in una sana e virtuosa collaborazione tra stato sociale e mutualità.
Perché come è semplice comprendere esistono gli strumenti, la tecnologia è già sufficiente, i modelli sono eseguibili bisogna solo normare il tutto in un quadro univoco e chiaro per far sì che la medicina a distanza diventi già oggi una realtà e non rimanga solo un’idea futuribile.