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Medicina estetica: la biostimolazione con Prp (Platelet-Rich Plasma) per una pelle più luminosa
L’INTERVISTA AL DOTT. CARMELO CRISAFULLI SPECIALIZZATO IN CHIRURGIA PLASTICA ESTETICA E RICOSTRUTTIVA.
Il tempo passa, ma non per la nostra pelle.
Prendersi cura e rigenerare la pelle del viso, del collo e del décolleté, indipendentemente dall’età, è importante per il nostro benessere psico-fisico. Ripristinare l’elasticità e la luminosità al proprio volto utilizzando quello che madre natura ci ha donato, oggi è possibile grazie alla biostimolazione con PRP (Plasma Ricco di Piastrine), l’ultima frontiera in campo estetico.
La biostimolazione è una tecnica medica attuata principalmente per via iniettiva e, come dice il termine, serve a stimolare la pelle ad innescare quei processi di rigenerazione che da sola non riesce più a fare.
Che cos’è il Plasma Ricco di Piastrine?
Il PRP è un potente concentrato di fattori di crescita che può essere utilizzato per la rigenerazione e stimolazione dei tessuti grazie ad una tecnica che prevede la centrifugazione del sangue autologo (cioè prelevato dallo stesso paziente) all’interno di un processo che termina con la produzione di una parte di plasma ad alta concentrazione di piastrine.
Le piastrine sono delle componenti del sangue prodotte dal midollo osseo, all’interno delle quali sono contenuti dei fattori di crescita che servono ad indurre dei processi biologici di riparazione dei tessuti ma anche di rigenerazione cellulare, quindi per migliorare la qualità della pelle.
L’utilizzo del concentrato piastrinico per uso non trasfusionale, in particolare nella medicina rigenerativa o in dermatologia è una pratica ormai consolidata a livello internazionale. Negli ultimi anni è cresciuto e si è diffuso l’impiego del trattamento anche nell’ambito della chirurgia estetica.
Per saperne di più, Health Online ha intervistato il dott. Carmelo Crisafulli, specializzato in Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva.
Dott. Crisafulli, quando è consigliato un trattamento con PRP?
“Personalmente consiglio di effettuare il PRP a tutti i miei pazienti che desiderano mantenere o recuperare quella ‘freschezza’ della pelle che fisiologicamente viene meno con il passare degli anni. È un trattamento che consiglio anche alle più giovani, in quanto risulta essere assolutamente naturale”.
Quali zone del corpo possono essere sottoposte al trattamento?
“Le aree che possono ottenere il massimo effetto sono quelle del volto, del collo, del décolletè e delle mani, ma ottimi risultati si raggiungono anche per la cura della calvizie e del diradamento di capelli. È importante sottolineare che il trattamento PRP è una biostimolazione non un riempitivo delle rughe, come il filler, quindi il fine del suo utilizzo è migliorare la qualità della pelle. In sostanza, i fattori di crescita sviluppano una rigenerazione a livello cellulare che permette di avere una pelle, tonica, luminosa, idratata, tendenzialmente sana!”
Come avviene il trattamento e come agisce il plasma arricchito in piastrine?
“La tecnica inizia con un prelievo di sangue di circa 10/15 cc (dipende dai kit che si utilizzano), che si fa centrifugare per separare i globuli rossi e bianchi dalla parte liquida (plasma) dove si trovano appunto le piastrine.
Il siero ottenuto, separato da emoglobina e parte corpuscolata, viene quindi subito reiniettato, attraverso un ago di 4 mm, nel derma dello stesso paziente da cui è stato prelevato.
A volte, dipende dalle diverse scuole di pensiero, il siero viene mixato con un attivatore (calcio gluconato) che favorisce la rottura delle piastrine (è stato dimostrato che la rottura avviene spontaneamente anche senza l’utilizzo di un attivatore, pertanto personalmente preferisco non usarlo e mantenere il procedimento il più naturale possibile).
Una volta iniettato il siero, si realizza la liberazione dei cosiddetti ‘fattori di crescita piastrinici’ in esse contenuti, responsabili appunto del processo di biostimolazione. La tecnica prevede 3 sedute a distanza da 30 giorni l’una dall’altra. I risultati sono visibili dopo circa 30 giorni dal primo trattamento e sottoponendosi alle altre sedute si tende a consolidare e stabilizzare i risultati ottenuti”.
Quanto dura il trattamento?
“Si inizia con il prelievo del sangue che ha una durata di pochi minuti, poi si procede ad una centrifugazione di circa 8/10 minuti e infine con l’infiltrazione del PRP, che dura circa altri 15 minuti”.
È prevista anche una componente di acido ialunorico?
“Sì, il PRP può essere mixato anche con soluzioni di acido jaluronico a basso peso molecolare e/o vitamine/aminoacidi per amplificare la biostimolazione e di conseguenza la biorigenerazione”.
È una tecnica sicura? Quanto è efficace?
“È una tecnica assolutamente sicura in quanto prevede la re-iniezione attraverso micro punture dei fattori di crescita piastrinici già presenti nel corpo del paziente quindi privo di effetti collaterali. È un trattamento efficace soprattutto per il décolleté, il viso, il collo e le mani, ma come abbiamo detto, si ottengono dei risultati molto incoraggianti anche per la cura delle calvizie e alopecia. Il vantaggio del PRP è che riesce ad essere stabile nel corso dei mesi, fino anche ad arrivare anche ad 1 anno, ovviamente se il protocollo viene seguito scrupolosamente. L’unica nota negativa, se di negativo vogliamo parlare, è che i risultati non sono visibili da subito, bisogna solo avere pazienza”.
Quindi dal primo trattamento per vedere i risultati bisogna aspettare circa un mese?
“Più o meno, è infatti importante sottoporsi alle successive sedute, che prevedono lo stesso iter della prima seduta, per stabilizzare i risultati ottenuti.”
È un trattamento invasivo? Quali sono le possibili complicazioni?
“Se prese le opportune precauzioni, come l’applicazione di crema anestetica 30 minuti prima, disinfezione accurata della pelle ed utilizzo di materiali appropriati, è un trattamento che risulta quasi indolore. Dico ‘quasi’ perché comunque è una procedura che prevede una serie di iniezioni, seppur con micro aghi da 4 mm, sulle aree da trattare, pertanto, in base alla sensibilità del paziente può essere più o meno doloroso. Ma come si dice… ‘No pain, No gain’.
Di norma nel corso delle prime 6 ore dopo il trattamento, la cute trattata può essere interessata da minuscoli pomfi e da un rossore generalizzato che scompaiono spontaneamente.
Considerate le ripetute iniezioni, può essere possibile la comparsa di piccole ecchimosi (lividi) che comunque scompaiono generalmente nel giro di qualche giorno. Dopo il trattamento di solito procedo con l’applicazione di una ‘maschera’ di acqua termale, ghiaccio, una crema antisettica ed eventualmente consiglio al paziente l’applicazione domiciliare di Arnica Gel.”
Prima dell’arrivo di questo trattamento quali erano le metodiche che venivano utilizzate per ottenere dei risultati soddisfacenti simili a quelli del PRP?
“Le altre metodiche tra l’altro ancora utilizzate sono i trattamenti di biostimolazione a mezzo di vitamine e di estratti omeopatici, ma il trattamento con PRR ha una durata maggiore del risultato ottenuto”.
Lei ha anche accennato all’utilizzo della tecnica PRP per il trattamento della calvizie e del diradamento di capelli. Quale contributo può offrire?
“La perdita dei capelli è un fenomeno purtroppo molto diffuso e colpisce indifferentemente uomini e donne (anche se la percentuale di queste ultime è più bassa rispetto a quella maschile) e si può manifestare a qualsiasi età (anche alcuni soggetti adolescenti sono precocemente affetti da calvizie). Esistono diverse tipologie di questa patologia, la più diffusa è l’alopecia androgenetica maschile e femminile. Nella maggior parte dei casi si manifesta per cause genetiche ma anche forti stress, carenze di ferro e/o magnesio, interventi chirurgici, errati stili di vita, infatti, possono generare il fenomeno.
La medicina rigenerativa, con il trattamento PRP per i capelli oggi, offre la possibilità di avvalersi della migliore risposta contro il problema della calvizie e consente di ottenere, nell’80% dei casi, la ricrescita di quei capelli denominati ‘vellus’ che altrimenti cadrebbero definitivamente. I fattori di crescita piastrinici, possono regolare l’attività di vita dei bulbi e permettere una crescita migliore dei fusti dei capelli e una stimolazione da parte delle cellule staminali che ancora rimangono all’interno del cuoio capelluto e quindi ottenere una notevole ricrescita e un aumento della densità del capello. L’aspetto della chioma migliora, ‘recuperando’ sul piano estetico.
Il procedimento del trattamento avviene allo stesso modo come per il viso, collo, décolleté e mani. Ci tengo però a precisare che i capelli caduti in precedenza, con bulbo atrofico e quindi non più presenti, purtroppo non ricresceranno.”
È una tecnica “semplice” e sicura, ma è sempre importante affidarsi a mani esperte, a dei veri professionisti..
“È fondamentale perché il professionista agisce in un ambiente asettico e nei vari passaggi utilizza materiali sterili e monouso per evitare il rischio che si formino delle infezioni.”
Cosa ci riserva il futuro?
“Stiamo andando verso tecniche sempre meno invasive per permettere inoltre al paziente di riprendere l’attività sociale in tempi rapidi, cosa che con il bisturi non è così immediata” .
Si sta quindi profilando all’orizzonte un futuro in cui le tecniche saranno meno invasive e consentiranno ad un miglioramento dell’estetica, facendo ricorso esclusivamente alla modulazione delle cellule e dei tessuti del paziente.
Mantenere un aspetto luminoso, giovane e perfetto senza ricorrere ai filler e alle iniezioni di botox non è più un’utopia!