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Mente e corpo per una piena forma fisica. Arriva il protocollo “Aion”
Un viaggio di crescita personale. Negli ultimi anni, e soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, gli italiani dimostrano particolare sensibilità verso una buona forma fisica. Elemento questo sempre più distintivo dei tempi correnti che ha garantito al comparto del wellness una crescita progressiva: l’economia del benessere infatti ha raggiunto i 5,6 trilioni di dollari nel 2022 e la sua crescita, come confermano i risultati dello studio Global Wellness Economy Monitor 2023 del Global Wellness Institute, non si arresterà. Tuttavia, nonostante questo collettivo cambio di rotta, c’è sempre la seconda faccia della medaglia a bilanciare i colpi. Ad oggi oltre 38 milioni di italiani (38,2) non praticano sport, solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. A questo proposito l’Italia si colloca al ventunesimo posto in Europa per quota di adulti che praticano attività fisica nel tempo libero, considerato che solo il 27% della popolazione svolge esercizio fisico almeno una volta a settimana, contro una media europea del 44%. In questo contesto si colloca il protocollo “Aion” ideato da Matteo Onnis, personale trainer e longevity professional di Rimini, per fornire a chi pratica sport un ulteriore servizio di prevenzione primaria per la longevità. Questo nuovo strumento crea una relazione diretta tra il benessere fisico e il benessere mentale dell’individuo: il concetto di forma fisica infatti è qualcosa di più complesso e non riguarda esclusivamente la mera percezione estetica o la capacità di svolgere attività fisiche quotidiane.
Che cos’è il protocollo “Aion” per la longevità e in che modo si è dato impulso a questo percorso?
L’idea di dare vita a questo percorso è nata da un’esigenza personale e dalla sensazione che alla base del fitness ci sia spesso un grande malinteso: in moltissimi infatti si rivolgono al personal trainer con lo scopo di trasformare il proprio corpo a livello estetico. L’avvio di un percorso di questo tipo però comporta il pieno coinvolgimento integrale della persona in modo da non generare illusioni. Per questa ragione, introducendo questo nuovo strumento, mi sono posto l’obiettivo di aiutare le persone ad esplorare ciò di cui hanno necessità, lavorando non sul corpo, ma attraverso di esso.
“Aion” è un protocollo versatile e flessibile per questo è verosimilmente adattabile a tutti. Ma se dovessimo concentrarci su una determinata fascia di utenza potremmo fare riferimento alle persone tra i 30 e i 50 anni che non hanno mai svolto attività fisica continuativa. In questa determinata fase della vita infatti è importante curare con attenzione il proprio corpo con lo scopo di non ravvisare, all’improvviso, segnali di cedimento che generano a loro volta uno stato di severa apprensione. Il riferimento è soprattutto a tutti coloro che osservano uno stile di vita sedentario e che per questo devono essere affiancate passo dopo.“Aion” vuole essere il luogo di una pratica che rispetta i tempi psico-biologici, progressiva e consapevole, dove l’importante non è solo il punto A e il punto B dell’arrivo, ma l’intero tragitto.
Sono sette gli aspetti in cui si articola, quali sono e in che modo sono connessi tra loro?
I 7 aspetti sono: allenamento, nutrizione, mindset, rigenerazione, rete sociale, progettazione ambientale e mismatch e, in ultimo, abitudine. Mi piace utilizzare la metafora della casa per rendere l’idea: quel luogo a cui noi chiediamo di conservare e produrre la nostra felicità. Passando in rassegna i sette aspetti occorre precisare che l’allenamento serve a costruire la struttura e le infrastrutture della nostra abitazione (il corpo); la nutrizione fornisce dei materiali che devono essere di buon livello per avere una costruzione funzionante; il mindset è l’aria che si respira nell’ambiente interno e definisce la divisione delle stanze, una stanza per ogni nostra necessità; la rigenerazione sottende alla manutenzione che va fatta continuamente. La rete sociale sono le finestre e le porte che ci danno la possibilità di esplorare e conoscere realtà diverse e nutrirci di esse. La progettazione ambientale punta ad equilibrare i 5 aspetti precedenti organizzandoli e integrandoli nel tempo. L’abitudine è il valore ultimo, la ripetizione di tutto questo nel tempo. Realizzare non basta, mantenere nel tempo è la vera sfida e questo è garantito solo dalla salute biologica, dalla consapevolezza e dall’ascolto, dall’organizzazione, dalla conoscenza dei propri ritmi riuniti assieme per creare una vita di cui innamorarsi.
Interessante risulta il concetto di mindset/ambiente psicologico. Di cosa parliamo?
Il mindset aiuta a dare importanza agli elementi della nostra vita e tiene l’occhio fisso su ciò che ha importanza. In questo senso si crea una relazione tra l’ambiente psicologico e la rete sociale. La vicinanza con le persone genera una forza invisibile che ci influenza in maniera sottile poiché siamo animali sociali e il nostro bisogno di riconoscimento e sicurezza passa in maniera importante dall’apprezzamento e dal rispetto degli altri. Un ambiente può aiutarci a crescere o sterilizzarci, questo lo possiamo capire solo una volta che siamo a contatto con noi stessi.
Per concludere, come avviene in tutti i percorsi di benessere fisico, la buona alimentazione è l’immancabile ingrediente. Quale regime alimentare deve essere seguito?
Non esiste un dovere nel protocollo “Aion”, non imponiamo nulla, noi costruiamo una strada che funzioni per te e ci mettiamo al tuo servizio. Cerchiamo di affrontare i pilastri del benessere in base anche alla disponibilità emotiva del nostro cliente. Se imponessimo anche un’alimentazione equilibrata ignorando come il cliente la vive sarebbe un completo fallimento dal punto di vista del mindset con ricadute biologiche (corpo e mente sono intrecciate in maniera indissolubile) fino al logoramento della motivazione e all’abbandono del piano alimentare.