Il 77 % dei bambini e giovani che dalle coste del continente africano sono arrivati in Europa attraverso la rotta migratoria del Mediterraneo centrale hanno affrontato abusi, sfruttamento e sono stati oggetto di traffico. I minori provenienti dall’Africa sub-sahariana sono stati i più presi di mira, in assoluto. Sono questi i drammatici dati che emergono da “Viaggi strazianti”, il nuovo rapporto di Unicef e Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), composto dalle testimonianze di 22 mila migranti, di cui 11 mila tra bambini e minori, e in cui si chiede all’Europa di aprire vie legali sicure per i minori migranti; di lottare contro traffico e sfruttamento; e combattere xenofobia e razzismo. È questa la sorte che tocca alla maggior parte dei minori che devono affrontare lunghi viaggi, alle volte lunghi intere settimane, e spesso in balia di estranei poco interessati alla loro tutela.
Accanto a questo dato, inoltre, si apprende che accresce il numero di minorenni presenti sui barconi. Se infatti nel giugno 2015 solo un migrante su 10 aveva meno di 18 anni, già a gennaio 2016 la proporzione è triplicata e ad essere minorenne era 1 migrante su 3. A dicembre 2016 dei 62.375 profughi bloccati in Grecia, circa 21.300 erano bambini e di questi circa 2.300 si calcola che fossero non accompagnati. In tutto il 2016 ad essere stati indirizzati ai servizi sociali sono stati 5.174 minori soli, di questi il 91% erano ragazzi, il 93% dei quali sopra i 14 anni, mentre invece le ragazze erano più giovani, il 24% è infatti sotto i 14 anni. Tre le nazionalità principali: Siria (27%), Afghanistan (27%) e Pakistan (24%), il restante 22% comprende invece persone provenienti da Iraq, Bangladesh, Marocco, Iran, Palestina e altri Paesi.
Era stato il Papa a mettere in guardia la comunità europea da questo abominevole crimine. Era il 26 dicembre 2014 e in occasione del messaggio natalizio Urbi et Orbi pronunciato dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro dinanzi a oltre 80 mila fedeli Francesco disse: “Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale insieme alle lacrime di Gesù Bambino”. E rivolse il suo pensiero “a tutti i bambini, oggi uccisi e maltrattati, sia quelli prima di vede la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita, sia quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice”.
Secondo l’Unicef sono 28 i milioni di minori costretti ad abbandonare i luoghi in cui sono nati per fuggire da guerre, carestie e condizioni di massima povertà. L’istituto delle Nazioni Unite che si occupa di infanzia calcola che le guerre in giro per il mondo hanno prodotto 10 milioni di minori rifugiati all’estero e altri 17 sfollati all’interno del loro Paese. Eppure questa è solo una parte del problema: il totale cresce a 50 milioni se si contano anche i piccoli migranti in fuga dalla povertà o dalla violenza di bande criminali. I minori, segnala sempre l’Unicef, rappresentano circa la metà dei rifugiati che hanno chiesto asilo negli anni scorsi. E i Paesi che hanno ricevuto domande di asilo da bambini o ragazzi sono stati 78: anche questo dà un’idea della vastità del fenomeno che non è solo europeo – come magari si ritiene comunemente – ma mondiale.