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Monkeypox virus: cause, sintomi, trattamento e prevenzione
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità Monkeypox non è emergenza internazionale di salute pubblica
È allarme nel mondo e in Europa per i casi di Monkeypox o vaiolo delle scimmie, un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (monkeypox virus), segnalata per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo negli anni ’70.
Con l’aumento dei casi nel mondo e in Europa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito una rete di sorveglianza, che funge da sistema di allerta precoce per rilevare rapidamente i focolai di malattie prima che si diffondano e diventino difficili da controllare.
Al fine di valutare l’impatto e monitorare i progressi, sabato 10 giugno, l’OMS ha pubblicato una guida di “risposta rapida provvisoria” per la gestione clinica e la prevenzione delle infezioni e il controllo del vaiolo delle scimmie per l’assistenza sanitaria e le strutture della comunità. “L’OMS continua a sostenere la condivisione delle informazioni”, ha affermato l’ente sanitario nella guida. “La risposta agli incidenti di salute pubblica e clinica è stata attivata per coordinare la ricerca completa dei casi, la tracciabilità dei contatti, le indagini di laboratorio, la gestione clinica, l’isolamento e l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni”.
Secondo l’OMS la malattia è “solitamente autolimitante”, ma potrebbe essere “grave in alcuni individui, come bambini, donne in gravidanza o persone con soppressione immunitaria a causa di altre condizioni di salute”.
Nel suo ultimo aggiornamento, l’OMS ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni di un totale di 2.821 casi confermati e sospetti di vaiolo delle scimmie sia da paesi “non endemici” che endemici. All’8 giugno, l’OMS ha segnalato 1.285 casi di vaiolo delle scimmie in 28 paesi “non endemici” dal 13 maggio all’8 giugno.
Per l’OMS, l’Europa rimane l’epicentro di questa escalation dell’epidemia di vaiolo delle scimmie. I primi casi sono stati registrati nel Regno Unito, Spagna, Portogallo.
A seguito dell’aumento dei casi, il 23 giugno scorso il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato il Comitato di emergenza dell’agenzia per valutare se l’epidemia di vaiolo delle scimmie nei Paesi non endemici rappresenta un’emergenza internazionale di salute pubblica.
Dalla riunione è emerso che il vaiolo delle scimmie è una minaccia alla salute la cui evoluzione è preoccupante, ma che al momento non ha raggiunto lo stadio di un’emergenza sanitaria globale. “Per il momento, l’evento non costituisce una emergenza di sanità pubblica di portata internazionale, che è il livello più elevato di allerta che l’Oms possa emettere”, ha dichiarato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Vaiolo delle scimmie in Italia
In Italia, il primo caso di vaiolo delle scimmie è stato identificato il 19 maggio all’INMI Spallanzani di Roma. Si tratta di un giovane adulto, di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie.
Un articolo pubblicato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, sul numero di Eurosurveillance, la rivista scientifica dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), descrive i primi casi osservati in Italia di vaiolo delle scimmie (Monkeypox): sono tutte persone di sesso maschile.
Nello stesso articolo è anche riportata la descrizione della sequenza genomica virale, completa di analisi bioinformatica e filogenetica, del primo Monkeypox virus italiano. La sequenza del DNA, già registrata il 26 maggio sul sito GeneBank come prima sequenza in Italia, dimostra che il virus dei casi italiani appartiene a clade West Africa, in modo analogo al virus identificato da altri ricercatori europei nell’ attuale focolaio di malattia. I campioni risultati postivi – rende noto l’Istituto – sono stati sequenziati per il gene dell’emoagglutinina (HA), che consente l’analisi filogenetica. I campioni sono tutti risultati affini al ceppo dell’Africa Occidentale “con una similarità del 100% con i virus isolati in Portogallo e Germania”. “Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus paneuropeo, correlato con i focolai in vari paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie”.
Inoltre, i ricercatori dell’Istituto Spallanzani di Roma sono stati i primi al mondo ad aver scoperto che il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente nel liquido seminale di una persona affetta da questa malattia, in una forma capace di replicarsi. Il virus è stato isolato, nei laboratori dell’Inmi, dal liquido seminale prelevato da un paziente 6 giorni dopo la comparsa della febbre e, in coltura cellulare, si è dimostrato capace di infettare e di replicarsi in laboratorio. Finora, evidenzia l’Istituto, la presenza del materiale genetico del virus è stata rilevata nel liquido seminale di 6 dei 7 pazienti studiati allo Spallanzani, ma in questo caso il virus è stato anche isolato in coltura. I ricercatori stanno conducendo ulteriori studi sulla durata e persistenza del virus nello sperma e in altri materiali biologici, per comprendere a fondo i meccanismi della trasmissione di questo virus da uomo a uomo.
A seguito della segnalazione di alcuni casi di vaiolo delle scimmie in Europa, il Ministero della Salute ha tempestivamente allertato le Regioni e messo in piedi un sistema di monitoraggio dei casi. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato una task force composta “da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”.
Per contrastare il contagio da vaiolo delle scimmie (Mpx), il Ministero della salute ha emanato una nuova circolare di aggiornamento sull’infezione secondo la quale si potrà valutare anche la possibilità di vaccinare i contatti a più alto rischio – a partire dagli operatori sanitari – e di far scattare la quarantena in determinate circostanze.
Che cos’è il vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale.
Sintomi
Il vaiolo delle scimmie, che è simile al vaiolo umano, inizia tipicamente con una sindrome simil-influenzale e un gonfiore dei linfonodi, seguito da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo.
Contagio
Gli uomini possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. Si pensa che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato.
Il periodo d’incubazione è 6-13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni.
Circa 12 giorni dopo l’esposizione, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza. Nell’arco di 1 –3 giorni (talvolta anche di più) dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere.
La maggior parte delle persone guarisce dalla malattia entro 14-21 giorni, ma la patologia può essere anche fatale. È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.
I casi più lievi possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona.
Anche i bambini sono a rischio e il vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita.
Cura
Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie, ma si stanno valutando farmaci antivirali, come il cidofovir.
Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo.
Come prevenire il virus del vaiolo delle scimmie?
La prevenzione dipende dalla riduzione del contatto umano con animali infetti e dalla limitazione della diffusione da persona a persona. Puoi prevenire il virus del vaiolo delle scimmie:
- Evitare il contatto con animali infetti (soprattutto animali malati o morti).
- Evitare il contatto con biancheria da letto e altri materiali contaminati dal virus.
- Lavarsi le mani con acqua e sapone dopo essere entrati in contatto con un animale infetto.
- Cuocere accuratamente tutti gli alimenti che contengono carne o parti di animali.
- Evitare il contatto con persone che potrebbero essere infettate dal virus.
- Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) durante la cura delle persone infette dal virus.