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Neurogenesi e Alzheimer
La neurogenesi è il processo di formazione di nuovi neuroni a partire da cellule staminali o progenitrici che svolge un ruolo centrale nel neurosviluppo. È luogo comune pensare che la formazione di nuovi neuroni si esaurisca con l´adolescenza. Invece nuovi neuroni si sviluppano anche nel cervello adulto sano. Ma cosa avviene invece nel cervello di soggetti affetti da malattia di Alzheimer? Un recente studio ha voluto esaminare proprio le differenze nella produzione di nuovi neuroni in soggetti adulti sani e in soggetti affetti da malattia di Alzheimer.
La ricerca, condotta da María Llorens-Martín, neuroscienziata presso l’Università Autonoma di Madrid, ha confermato che nuovi neuroni si sviluppano nel cervello di umani adulti sani ma che la neurogenesi è gravemente ridotta nel cervello dei malati di Alzheimer, indipendentemente dalla loro età. Dopo aver analizzato, postmortem, il tessuto cerebrale di 13 individui sani tra i 43 e gli 87 anni e di 45 pazienti con malattia di Alzheimer tra 52 e 97 anni di età, i ricercatori hanno identificato migliaia di neuroni neonati nel giro dentato, una parte dell’ippocampo, anche in soggetti ottantenni. Questa è un’altra prova che in effetti la neurogenesi esiste anche nelle persone anziane e che la nascita di nuovi neuroni non si esaurisce nell´adolescenza.
Ma, confrontando i cervelli di soggetti sani e soggetti con Alzheimer i ricercatori hanno osservato che la neurogenesi era molto ridotta in questi ultimi. Nonostante la neurogenesi diminuisca gradualmente con l’età, il numero di neuroni in persone sane sembra essere costantemente superiore al numero trovato in pazienti con malattia di Alzheimer, indipendentemente dalla loro età. Questi pazienti infatti avevano decine di migliaia di neuroni in meno rispetto ai soggetti sani e la perdita di cellule progrediva con la gravità della malattia.
Questa scoperta ha forti implicazioni per quanto riguarda il trattamento della malattia di Alzheimer. Infatti, trovare un modo per promuovere la neurogenesi in questi pazienti potrebbe essere un valido strumento nel trattamento della malattia stessa.