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Omicron 5: la sottovariante del coronavirus molto contagiosa ma con sintomi meno gravi
Omicron BA.5 è come un’influenza? Il dibattito tra gli esperti
Nell’ultima settimana si è registrato un rialzo dei contagi da Covid-19.
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 giugno 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi: 255.442 vs 160.751.
La variante Omicron 5 si sta rilevando molto contagiosa con un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal +31,3% della Valle D’Aosta al +91,5% del Friuli-Venezia Giulia. Rispetto alla settimana precedente in 16 Province l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Cagliari (934), Sud Sardegna (705), Roma (635), Ragusa (607), Palermo (602), Venezia (592), Rimini (583), Catania (583), Treviso (580), Siracusa (579), Forlì-Cesena (570), Ravenna (555), Udine (526), Terni (505), Foggia (503), Bologna (502).
Solo in 2 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (Caltanissetta -10,2% e Vibo Valentia -10,2%).
La flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità condotta su campioni del 7 giugno conferma l’aumentata prevalenza delle sotto-varianti BA.4 e BA.5.
Occhi puntati dunque su Omicron 5, la sottovariante del coronavirus oggi dominante nel mondo, molto contagiosa rispetto alle precedenti varianti, ma dai sintomi meno gravi della Delta.
Le caratteristiche della sottovariante Omicron BA.5, che insieme alla BA.4 ha alimentato una quinta ondata di Covid in Sudafrica e sta ormai circolando anche in Europa con un’impennata di casi, sono infatti “in piena sintonia con quella che in base alla storia delle epidemie è la fase della coda pandemica”. Ha affermato Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. “Le code delle pandemie – ha aggiunto la microbiologa – di solito sono caratterizzate proprio da virus che hanno un’aggressività molto attenuata in termini di malattia associata, ma un’infettività molto maggiore proprio perché il patogeno cerca di conservarsi”. Per questo Omicron 5, che “sicuramente si diffonderà dappertutto perché è molto contagiosa, non deve assolutamente preoccuparci in quanto poco grave”.
Quali sono i principali sintomi di Omicron BA.5?
I sintomi sono generalmente lievi e possono includere febbre, naso che cola, mal di gola e forme gastroenteriche.
“La variante Omicron 5 si replica nelle prime vie aeree ma anche al livello dei polmoni e quindi seppur la gran parte dei casi non è particolarmente pesante abbiamo delle polmoniti.” Le parole di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano che in un video di Repubblica ha spiegato anche perché la variante è così contagiosa.
Per quanto riguarda l’incubazione, il virologo ha detto che Omicron 5 “ha un periodo che si aggira intorno ai “2-3 giorni dal momento del contatto. In alcuni casi può tuttavia arrivare a 14 giorni”.
Sul rialzo dei contagi di questo periodo dell’anno, Pregliasco sul sito web del Gruppo San Donato, ha affermato che “Eravamo già in pre allerta per un rialzo dei contagi in autunno, ma la presenza di questa nuova variante Omicron BA.5 ci ha sorpreso”. “Questo virus – ha aggiunto – presenta una contagiosità estrema, superiore addirittura a quella del morbillo e della varicella, con un R0 che oscilla tra i 15 e i 17: basti pensare che la variante Wuhan aveva un R0 di 2.5, mentre la Delta di 7! Questi valori rappresentano il numero medio di casi secondari rispetto a un caso indice; quindi, valori che la rendono molto più temibile (una persona può contagiarne altre 15 o 17)”. “L’insorgenza di questa variante, un po’ più benevola, ma non troppo (errore considerarla come una semplice influenza!) – ha spiegato Pregliasco – è un virus ‘adattato’ che si replica nelle prime vie aeree, sviluppandosi poi in raffreddore, cefalea e anche qualche caso di dissenteria, con esiti di malattia però inferiori. Questo perché la maggior parte della popolazione si è vaccinata oppure si è ammalata o ancora si è vaccinata e ammalata e guarita. Quindi un background di risposte immunitarie che, spesso e volentieri, non hanno impedito l’infezione, bensì hanno garantito un decorso più banale”.
Proprio l’ipotesi che Omicron 5 possa essere considerata come un’influenza ha aperto un dibattito tra gli esperti. A dare il via al confronto è stato Giovanni Di Perri, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino che in un’intervista pubblicata sul quotidiano Libero ha detto che “ Il Covid è tornato ma ormai è come un’influenza. È improbabile che il virus muti riacquistando una maggiore capacità di ledere. Non gli conviene, anche per lui è meglio rimanere un addizionale. È una buona notizia perché non dobbiamo preoccuparci troppo, nemmeno delle nuove varianti”.
Cautela parlare di Omicron 5 come un’influenza per Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). “Clinicamente è già un’influenza, magari con un febbrone, ma certamente non stagionale, visto che sono 9 mesi che sta circolando in maniera violenta considerati anche i decessi. Quindi possiamo parlare di ‘influenza’, ma con la dovuta cautela, Sars-CoV-2 non è andato in soffitta e la sottovariante Omicron BA.5 ci dimostra che qualche elemento di preoccupazione rimane. Non possiamo pensare che sia tutto finito”. “Ci possiamo consolare – ha sottolineato – con un impatto clinico della malattia che oggi non è terribile, ma dipende dalla scelta che si vuol fare da un punto di vista politico. Siamo di fronte ad un virus che ancora non ha trovato una sua stabilizzazione, continua a mutare, quindi dobbiamo ancora stare molto attenti”.
Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, “fondamentalmente penso che sia così, in alcuni casi anche meno. Abbiamo forme di raffreddore rinforzato, naso che cola e mal di gola. In 3-4 giorni massimo in un vaccinato questa forma si risolve. L’ultima variante non scende quasi mai nei polmoni, viene dal Portogallo dove sta passando senza danni”. Secondo Bassetti, “siamo di fronte ad una forma simil influenzale, quindi molto contagiosa, ma se osserviamo i dati delle ospedalizzazioni nei Paesi dove BA.5 è già passata non si sono alzati, si è ricoverata pochissima gente”. “Ci dobbiamo abituare a vedere situazioni come quella che stiamo vivendo oggi, ovvero l’aumento dei contagi, le avremo sempre – ha specificato lo specialista – Dopo di che, è utile indicare ogni giorno in Italia chi è positivo ad un tampone? No. Creiamo solo insicurezza. Abbiamo le armi per affrontare questa infezione e dobbiamo guardare avanti”.
La sottovariante Omicron 5 è molto contagiosa ma grazie alla vaccinazione e ai farmaci la malattia è diversa rispetto alle precedenti varianti e per alcuni virologici si dovrebbe pensare ad un richiamo con i vaccini aggiornati. Pronto, intanto, da agosto il richiamo di vaccino Moderna aggiornato anche per la variante 4.