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Operazione al cuore: l’ipnosi al posto dell’anestesia
Per la prima volta, a Savona, l’ipnosi è stata utilizzata nella pratica clinica. Grazie alla collaborazione tra l’ Ospedale San Paolo di Savona, il centro di Aritmologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, e il dott. Luca Bacino, è stato infatti effettuato il primo intervento di ablazione della fibrillazione atriale con l’utilizzo della ipnosi a scopo analgesico
“Quando sono entrato e ho visto la sala piena di macchine e di fili, ho avuto paura. Poi il dottor Luca Bacino si è avvicinato e ha iniziato a parlarmi, a chiedermi di fare respiri profondi e di rilassarmi. E tutto si è attenuato: le voci, i rumori. Sentivo tutto ma ‘distante’, non provavo dolore. E le 4 ore che ho passato in quella posizione sono letteralmente volate” ha raccontato al sito savonese Ivg Paolo Peira, che lo scorso 20 dicembre si è sottoposto all’intervento.
È stato il chirurgo, dott. Francesco Pentimalli, che ha proposto al paziente l’ipnosi: “Mi ha spiegato che era un nuovo metodo, e che sarebbe stato efficace solo se c’era la collaborazione del paziente. Io ho accettato subito: se mi avessero detto di bere un bicchiere d’acqua per non sentire nulla, ne avrei bevuti 18”. Dell’ipnosi si è occupato il dott. Luca Bacino.
Questo il racconto di Paolo Peira: “L’operazione è durata circa 4 ore. Prima di iniziare il dottor Bacino si è avvicinato e ha iniziato a parlarmi, con tono di voce molto calmo e tranquillo, e più parlava più abbassava la voce. A un certo punto ho iniziato a preoccuparmi, temevo di fare una brutta figura non sentendo quello che mi avrebbe detto… e invece ha iniziato a funzionare. Ero cosciente, perché sentivo le voci dei medici e degli operatori che si scambiavano opinioni, ma era come se mi arrivassero da lontano. Non ho mai sentito dolore a parte un piccolo momento: il dottore è intervenuto immediatamente parlandomi e in pochi istanti mi sono di nuovo ‘perso’. Alla fine mi hanno detto che addirittura in certi momenti sorridevo. Alla fine dell’operazione il medico mi ha chiesto di stringere forte il pollice e l’indice della mano sinistra, ha contato fino a tre e improvvisamente era tutto finito. Sembrerà strano dirlo, ma è stato persino bello”.
Il decorso post operatorio è andato molto bene, a dimostrazione della buona riuscita dell’intervento.
I tempi procedurali per questo tipo di intervento sono solitamente di tre ore o più; a scopo analgesico e anestetico è necessaria di solito una politerapia farmacologica locale e sistemica. Con l’ipnosi si riduce ampiamente l’utilizzo di farmaci anestetici e analgesici, rendendo così la procedura più tollerabile.
Come ha spiegato Bacino, “l’ipnosi in elettrofisiologia è senza dubbio una novità a livello internazionale e il suo utilizzo sempre più estensivo potrà migliorare drasticamente il lavoro quotidiano del cardiologo interventista”.