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Papa ai medici dell’ Ospedale Bambino Gesù: siate più vicini ai pazienti e non affaristi
I medici siano vicini alle persone ammalate, agli scartati e agli emarginati, senza diventare affaristi e corrotti. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano 7mila membri della Comunità dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, che è il primo ospedale pediatrico italiano, essendo nato nel 1869 per opera della famiglia Salviati, particolarmente sensibile verso i bambini malati. Per garantire un futuro sicuro alla struttura, la duchessa Maria Salviati nel 1924 donò l’Ospedale a Papa Pio XI, e dunque al Vaticano, così da allora ad oggi tutti i Pontefici che si sono succeduti hanno sostenuto e incoraggiato il nosocomio.
Dopo aver ascoltato l’intervento della dottoressa Mariella Enoc, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che ha precisato come un ospedale non debba essere né un centro di potere né un centro di profitto ma un luogo aperto a tutto il mondo, sia nel ricevere i bambini sia nell’andare in Paesi dove i bambini hanno bisogno di cure, il Papa ha preso la parola rispondendo ad alcune domande, e riflessioni, rivoltegli da studenti, medici e pazienti. Per Bergoglio il vero compito di medici e infermieri e di tutti coloro che lavorano negli ospedali è di alimentare sempre la speranza nelle persone che soffrono e che sovente si trovano a dover fronteggiare periodi duri nella solitudine. Spiegando che “dire grazie alimenta la speranza, quella speranza nella quale, come dice san Paolo, siamo stati salvati”, Francesco ha anche affermato che la speranza è la “benzina” della vita cristiana, che fa andare avanti ogni giorno. “Allora – ha proseguito – è bello vivere come persone grate, come figli di Dio semplici e lieti, piccoli e gioiosi. Avvicinarsi ai bambini è la medicina più sicura, perché lì si dà speranza. Sempre vicinanza, questa è la medicina perché non si raffredda il cuore rendendoci troppo distillati”.
Se non si è umani, se si diventa indifferenti nelle cure avvicinandosi sempre più a realtà economiche, come investimenti, regali, doni, mance, mazzette, il medico viene meno da quel giuramento di lealtà e fede verso la professione che svolge diventando così un affarista e un corrotto. La corruzione, ha così denunciato il Papa è il “cancro più forte di un ospedale”. Duro e severo il suo monito, molto probabilmente derivato dagli scandali finanziari che negli ultimi anni hanno coinvolto tanto l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù quanto alcuni membri della curia romana che si sono serviti dei fondi destinati alla ricerca e alla cura dei minori ammalati per soddisfare progetti del tutto personali. Davanti a una platea vastissima, composta perlopiù da bambini e genitori in cura presso il nosocomio e un gruppo di bambini stranieri provenienti dalle “periferie del mondo” dove sono attivi gli interventi di cooperazione internazionale del Bambino Gesù (Argentina, Venezuela, Pakistan, Nepal, Russia, Libano, Moldavia, Ucraina, Bulgaria, Albania, Serbia, Polonia, Congo e Nigeria), il Papa pur lasciandosi andare a qualche battuta o ricordo personale, ha dichiarato che la vera missione di medici e infermieri è dunque la vicinanza al malato: gli ospedali, ha così commentato, sono tanto importanti perché “capiscono le sofferenze e sanno come gestirle e come accompagnarle con tenerezza”. In particolare, un merito speciale va agli infermieri che “essendo vicini all’ammalato capiscono meglio il percorso della malattia”.
Poi, a un ragazzo che ha parlato della bellezza delle piccole cose e della necessità di spazi più grandi, il Papa ha risposto: “Viviamo in un tempo in cui gli spazi e i tempi si restringono sempre di più, si corre tanto e si trovano meno spazi: non solo parcheggi per le automobili, ma anche luoghi per incontrarsi; non solo tempo libero, ma tempo per fermarsi e ritrovarsi. C’è grande bisogno di tempi e di spazi più umani”, ha affermato ricordando anche che “la qualità della cura non dipende solo dagli aspetti logistici, ma dagli spazi del cuore. È essenziale allargare gli spazi del cuore: poi la Provvidenza non mancherà di pensare anche agli spazi concreti!”.
L’incontro del Papa con i membri della Comunità dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma in Vaticano avviene, inoltre, a pochi giorni da un altro passo avanti nella ricerca del nosocomio nato nell’Ottocento: si tratta della guida in Europa della sperimentazione del minicuore artificiale su 88 piccoli pazienti sparsi in venti centri tra gli Stati Uniti e il Canada. Il 6 dicembre scorso, infatti, la Food and Drug Administration (Fda), autorità di controllo della sanità statunitense, ha autorizzato uno studio investigativo di tipo Ide (Investigational Device Exemption) per la sperimentazione clinica su 88 piccoli pazienti americani del minicuore artificiale, il dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare sinistra della Jarvik Heart. Lo scopo della delicatissima operazione di studio è di verificare l’affidabilità del sistema Lvad Jarvik 15mm, dispositivo di assistenza ventricolare intracorporeo alimentato da una batteria esterna, versus il Berlin Heart Excor pediatrico, che è un sistema di assistenza paracorporeo di tipo pneumatico e che necessita del ricovero in ospedale del paziente in attesa di trapianto.
In Europa, invece, lo studio sarà avviato a partire dai primi mesi del 2017 con la guida dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù probabilmente in memoria del grande passo in avanti per la medicina e la scienza operato nel 2013 dal professore Antonio Amodeo, responsabile dell’unità di Funzione Ecmo e assistenza meccanica cardiorespiratoria all’interno del Dipartimento medico chirurgico di cardiologia pediatrica del Bambino Gesù che impiantò per la prima volta al mondo uno dei prototipi del Jarvik miniaturizzato su Matteo, un bambino di soli 16 mesi che rischiava la morte. “Il nostro gruppo ha contribuito negli ultimi anni allo sviluppo di questo cuore artificiale di soli 15 mm che ha necessitato oltre 10 anni di studio prima di avere la autorizzazione alla sperimentazione clinica dalla Fda – ha dichiarato lo specialista Antonio Amodeo -. Il più grande vantaggio di questo cuore è che permetterà ai bambini di aspettare a casa il trapianto cardiaco rispetto alla situazione attuale in cui i bambini sono costretti a rimanere in ospedale per mesi. Il nostro Ospedale sarà il capofila europeo per la sperimentazione clinica di questo cuore rivoluzionario che sarà condotta nel 2017”