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Papa: la cura dei tumori sia estesa a tutti senza restare schiacciati dalle logiche commerciali
La cura dei tumori, e in particolare la prevenzione oncologica, sia estesa a tutti senza sottostare a interessi commerciali. La pensa in questo modo Papa Francesco che ricevendo in udienza in Vaticano i membri della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) ha ribadito l’importanza di essere vicino alle persone malate esortando le società ad essere sempre più inclusive per i malati.
“Bisogna favorire la mentalità della prevenzione oncologica”, ha dunque detto il Pontefice nel discorso indirizzato alla Lega Italiana Lotta contro i tumori sottolineando l’importanza delle tante realtà di volontariato che vengono incontro alle esigenze dei malati e dei loro familiari, quindi ha messo in guardia dagli interessi economici quando si parla di salute. “C’è tanto bisogno di diffondere una cultura della vita, fatta di atteggiamenti, di comportamenti. Una vera cultura popolare, seria, accessibile a tutti, e non basata su interessi commerciali. Più in particolare, le famiglie hanno bisogno di essere accompagnate in un cammino di prevenzione; un cammino che coinvolge le diverse generazioni in un “patto” solidale; un cammino che valorizza l’esperienza di chi ha vissuto, insieme ai propri familiari, il faticoso percorso della patologia oncologica”.
L’assistenza ai malati e alle famiglie, ha poi proseguito, “costituisce una testimonianza che trova la comunità ecclesiale particolarmente” impegnata, vivendo il “binomio tipicamente cristiano dell’umiltà e del silenzio”. Ha così evidenziato che “periferia” è “ogni uomo e donna che vive una condizione di emarginazione”, “soprattutto quando la malattia ne infrange i ritmi consueti, come è il caso delle patologie oncologiche”.
Il “prendersi cura”, ha ripreso, “è una ricchezza inestimabile per la società: ricorda all’intera comunità civile ed ecclesiale di non aver paura della prossimità, non aver paura della tenerezza”. Lo ha ribadito in più occasioni il Papa nel corso del suo pontificato e in particolare queste sue riflessioni riportano alla mente quanto ha già osservato nel 2015 ricevendo in Vaticano i partecipanti alla XXX Conferenza internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari su «La cultura della salus e dell’accoglienza al servizio dell’uomo e del pianeta».
In quell’occasione, infatti, Bergoglio chiese maggiore vicinanza agli ammalati: “Il farsi prossimo comporta anche assumerci responsabilità inderogabili verso il creato e la casa comune, che a tutti appartiene ed è affidata alla cura di tutti, anche per le generazioni a venire”, ha aveva suggerito esortando gli operatori sanitari “a tenere sempre presente la realtà di quelle popolazioni che maggiormente subiscono i danni provocati dal degrado ambientale, danni gravi e spesso permanenti alla salute”. Per il Papa, dunque, si tratta di un’opera di educazione verso la creazione nel suo complesso, da intendersi proprio come un dono consegnato alla responsabilità di ogni generazione perché la riconsegni quanto più integra e umanamente vivibile per le generazioni a venire. “Questa conversione del cuore al Vangelo della creazione comporta che facciamo nostro e ci rendiamo interpreti del grido per la dignità umana, che si eleva soprattutto dai più poveri ed esclusi, come molte volte sono le persone ammalate e i sofferenti”, aveva detto.
“Da ultimo – ha concluso rivolgendosi ai membri della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) – mi permetto di sottolineare che, poiché la salute costituisce un bene primario e fondamentale di ogni persona, è auspicabile che la prevenzione oncologica possa essere estesa a tutti, grazie alla collaborazione tra i servizi pubblici e privati, le iniziative della società civile e quelle caritative. In questo modo, con il vostro specifico contributo, anche in questo settore possiamo cercare di far sì che le nostre società diventino sempre più inclusive”.