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Progetto Ronda: in Italia la prima palestra al mondo con robot indossabili per la riabilitazione post-ictus
Nel mondo sono circa 15 milioni le persone che ogni anno sono colpite da ictus, di cui circa 6 milioni muoiono e circa 5 milioni restano con disabilità permanenti come perdita della vista o della parola.
L’ictus, noto anche come colpo apoplettico, è una grave condizione patologica che si verifica quando i rifornimenti di sangue diretti al cervello si interrompono o sono fortemente ridotti. Senza questo apporto sanguigno fondamentale, il tessuto cerebrale comincia a morire per l’assenza di ossigeno e nutrienti.
L’ictus si contraddistingue per l’insorgenza improvvisa e, a causa degli effetti deleteri che esso può avere, richiede un intervento immediato.
Secondo gli esperti, i fattori di rischio più importanti sono la pressione alta, un’alimentazione povera di frutta, sovrappeso e obesità, una dieta troppo ricca di sodio o povera di verdure, il fumo, la glicemia alta, l’inquinamento ambientale e domestico (da biomasse). Quasi un terzo, esattamente il 29,2 %, della disabilità globale associata all’ictus può essere ricollegata proprio a quest’ultimo fattore, disaggregando il dato per zone geografiche e qualità della vita, si va da un massimo del 33,7 % nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, a un minimo del 10,2 % nelle nazioni più ricche.
Dopo l’ictus, il paziente dovrà seguire un percorso riabilitativo per recuperare le funzionalità perse. Lo scopo della riabilitazione è quello di rinforzare e rieducare il paziente per aiutarlo a migliorare e a riprendere una vita il più normale possibile.
I pazienti affetti da patologia neurologica grave potranno seguire dei programmi personalizzati per riabilitare gli arti superiori grazie a un nuovo progetto di ricerca italiano, unico al mondo, chiamato Ronda, acronimo di “Robotica indossabile personalizzata per la riabilitazione motoria dell’arto superiore per pazienti neurologici”, ha una durata di 24 mesi con un termine previsto per la primavera 2018. E’ un palestra equipaggiata con almeno cinque stazioni di riabilitazione, che garantiranno altrettanti metodi personalizzati.
Il progetto è coordinato dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in particolare, dal prof. Silvestro Micera, coadiuvato dal prof. Nicola Vitiello dello stesso Istituto e dal prof. Antonio Frisoli dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) sempre della Scuola Superiore Sant’Anna, e ha come obiettivo quello di creare un polo clinico regionale d’eccellenza, unico in Italia, garantendo alla Toscana una posizione d’avanguardia nel campo della riabilitazione motoria post-ictus a livello nazionale e internazionale.
Ogni partner scientifico di Ronda seguirà una parte del progetto complessivo. L’Istituto di Biorobotica e l’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna si occuperanno di sviluppare e realizzare le soluzioni robotiche indossabili; di ideare le interfacce uomo-macchina e strumenti di realtà virtuale, mentre dell’analisi circa la possibilità di immettere sul mercato i nuovi sistemi robotici indossabili si occuperanno le spin off HumanWare e Wearable Robotics. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria pisana, l’Ospedale Versilia e la riabilitazione dell’area pisana, si occuperanno del reclutamento dei pazienti, dello sviluppo dei protocolli riabilitativi personalizzati e della loro applicazione su gruppi di pazienti affetti da esiti di ictus. L’elaborazione di proposte di riabilitazione personalizzabili, basate su analisi di segnali elettrofisiologici, sarà garantita dai laboratori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR.
Per saperne di più, abbiamo rivolto qualche domanda al prof. Nicola Vitiello.
Qual è l’idea alla base del progetto?
“Innanzitutto voglio sottolineare il mio entusiasmo nel lavorare a un progetto con grandi ambizioni scientifiche, guidato da un collega eccezionale (prof. Micera) e che nasce per risolvere un impellente problema: la necessità di personalizzare i processi di riabilitazione motoria dei pazienti colpiti da ictus attraverso la realizzazione di una palestra equipaggiata con robot indossabili. L’obiettivo sarà quello di portare nella palestra 2.0, adibita in due strutture ospedaliere della regione Toscana, più dispositivi che operano in modo coordinato, con nuove interfacce uomo-macchina in grado di tenere il paziente sempre coinvolto nell’esercizio riabilitativo”.
Le cinque stazioni di riabilitazione saranno: due sistemi robotici indossabili per la mobilizzazione della spalla e del gomito, rispettivamente per pazienti neurologici con ridotta capacità motoria e affetti da elevata spasticità, e per pazienti con moderate capacità motorie residue; dispositivi robotici per riabilitare la mano e il polso, una nuova interfaccia tra uomo e macchina che consentirà al paziente di sfruttare la capacità residua dei muscoli dell’arto superiore per controllare i robot indossabili; un sistema di realtà virtuale per la presentazione degli esercizi in uno scenario motivante, per adattare la difficoltà degli esercizi alla capacità motoria residua del paziente e per stimolare la capacità cognitiva.
Prof. Vitiello, perché puntare sui robot? Quali sono le prospettive per il futuro?
“Grazie a Ronda i pazienti potranno beneficiare delle opportunità che derivano dall’unione di strumenti tecnologici innovativi, sotto forma di robot indossabili, e di approcci riabilitativi personalizzati.
L’obiettivo futuro è la messa in opera, la progettazione, la realizzazione e il test iniziale di tutte le macchine della palestra. Non partiamo da zero, ci sono già dei prototipi che vanno migliorati e testati”.
Ronda è un’altra sfida scientifica che vede il nostro Paese primeggiare nel panorama della ricerca e della tecnologia e, come ha dichiarato alle agenzie di stampa il prof. Silvestro Micera, “con professionalità e innovazione il progetto pone le basi per creare un polo clinico regionale d’eccellenza, unico in Italia, garantendo alla Toscana una posizione di avanguardia a livello nazionale e internazionale nel campo della riabilitazione motoria post-ictus”.