Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Il puerperio: fattori fisiologici ed emotivi
Il termine medico puerperio definisce il periodo di tempo che inizia subito dopo il parto e termina con il ritorno dell’apparato genitale alle condizioni anatomo-funzionali pregravidiche. Viene considerato, più nello specifico, un arco temporale della durata di massimo otto settimane. La fine del puerperio invece, viene indicata dal ritorno dell’attività ciclica ovarica e dell’ovulazione.
Durante il puerperio si può assistere alla comparsa di fenomeni definiti locali e comprendenti i mutamenti che si manifestano a carico dei vari segmenti dell’apparato genitale femminile.
In particolare, dopo l’espulsione della placenta si verifica una riduzione del volume dell’organo e quindi del suo peso e della sua lunghezza. Durante il puerperio l’utero va incontro ad un processo involutivo che interessa specialmente il corpo: le sue fibrocellule muscolari, mediante un’accentuata autolisi, subiscono una diminuzione del citoplasma; i vasi invece, per fenomeni trombotici seguiti da degenerazione ialina, vengono in parte a diminuire.
Tuttavia, comunemente si parla di puerperio per indicare il tempo necessario all’apparato genitale femminile per riprendere le sue normali funzionalità dopo il parto. Risulta essere un processo maggiormente complesso quando la madre ha avuto un parto cesareo poiché quest’ultimo è equivalente ad una vera e propria operazione chirurgica.
Senza complicanze, la durata del puerperio non appare è eccessiva. L’utero recupera le dimensioni precedenti nel giro di 7-10 giorni, e gli organi addominali e pelvici riacquistano la loro posizione nell’addome entro poche settimane. Inoltre, se la neo-mamma ha sofferto di gonfiori e ritenzione idrica durante la gravidanza, vedrà il proprio corpo eliminare i liquidi in eccesso in pochi giorni con un conseguente riequilibrio della circolazione sanguigna.
Il puerperio è caratterizzato anche dall’insorgenza di lochiazioni, ovvero delle perdite di sangue che dureranno circa 3-4 settimane. All’inizio saranno abbondanti e dal colore rosso vivo, ma dopo la prima settimana saranno meno frequenti e assumeranno un colore rosato oltre che un aspetto “sieroso”.
La durata delle perdite si riduce per le donne che allattano al seno, dato che l’ossitocina (l’ormone che stimola l’uscita del latte nonché la capacità dell’utero di contrarsi durante il diastasi dei retti, ma anche da un cattivo svuotamento della vescica, da poluria e sudorazione abbondante, caduta dei capelli e persino da depressione.
Il puerperio riguarda anche l’allattamento, in quanto l’organismo materno deve regolare la produzione del latte in base alla richiesta del neonato. Anche qui entrano in gioco i fattori psicologici ed emotivi: è infatti importante che la neo-mamma abbia fiducia in sé stessa e nella sua capacità di nutrire al meglio il figlio. Inoltre, come viene più volte sottolineato, allattare al seno velocizza il puerperio e il ritorno alla normalità fisiologica della mamma.
Il puerperio, pertanto, è una fase delicata in toto per la donna, la quale potrebbe sentirsi anche più fragile ed esposta a rifiutare i rapporti sessuali. Il ritorno alla normalità e ai rapporti sessuali con il partner richiederà, in questi casi, un po’ più di tempo che varia da uno a tre mesi, anche secondo la situazione particolare della donna.
La neo-mamma dovrebbe ascoltare il proprio corpo e seguire i suoi istinti, senza sentirsi forzata a fare nulla. Spesso comunque, dopo un parto naturale, i medici consigliano di aspettare almeno un mese dal parto prima di riprendere ad avere rapporti sessuali, specialmente a seguito di un’episiotomia, incisione vulvo-vaginale per facilitare il parto.
Essendo quest’ultima una fase particolarmente delicata, si consiglia alla neo-mamma di farsi aiutare non solo dal compagno e dalla famiglia, ma anche dal medico di fiducia, da consultori o associazioni. Si consigliano anche belle passeggiate con il bambino: all’aperto i piccoli solitamente si rilassano e si addormentano, facendo guadagnare alla mamma una “piccola tregua” e, di conseguenza, un po’ di buon umore che fa bene alla salute e allo spirito.