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Quicky, il coniglio del Nesquik fa davvero male come dicono?
Introdotta sul mercato nel 1973 la mascotte Quicky Bunny nel giro di poco tempo è diventata il simbolo della colazione di tutti, quel primo pasto targato Nesquik e che con i suoi colori e sapori ha fatto gola ad ogni bambino fino ad arrivare sana e salva ai nostri giorni. Tuttavia, se per molto tempo il coniglio antropomorfo che veste una Q e che reclama lo slogan “It’s so rich and thick and choco-lick! But you can’t drink it slow if it’s Quik!” è stato considerato l’amico dei più piccoli, ora si trova al centro di una polemica aperta da alcune associazioni europee di consumatori che considerano il volto della Nesquik e altri personaggi dei fumetti utilizzati per pubblicizzare prodotti alimentari destinati ai bambini, negativi per la formazione e la salute dei più piccoli.
La Beuc, Associazione dei consumatori europei, ha infatti esortato i produttori a non servirsi più di fumetti per puri scopi di marketing indirizzato a giovani consumatori su prodotti alimentari poveri di nutrienti. Il divieto dovrebbe applicarsi “sia alla pubblicità che al packaging”. Ma il Consumer choice center, un’associazione di consumatori rivale, contesta la proposta della Beuc. Eliminare dalle confezioni i fumetti è “un approccio paternalistico sbagliato”, ha spiegato il rappresentante del Consumer choice center, Luca Bertoletti.
Secondo una ricerca realizzata e pubblicata dalla stessa Beuc, fumetti e altre mascotte compaiono sulle confezioni di alimenti che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene inadatti per la pubblicità diretta ai bambini, perché con alta presenza di zucchero, sale o grassi. Pertanto, rappresenterebbero un canale verso l’obesità per molti bambini. Monique Goyens, direttrice generale della Beuc ha fatto sapere che la Beuc non chiede che “la Tigre Tony o i Minions scompaiano dalle pubblicità”, ma i prodotti promossi con i fumetti devono “diventare più sani”. Stando invece al Consumer choice center, l’associazione dei consumatori rivale, la Beuc vuole vorrebbe cancellare gli eroi dei bambini. Se l’obiettivo appare “nobile, eliminare testimonial decennali di marchi è un’esagerazione”, ha spiegato Bertoletti, chiedendo alle istituzioni europee di “preservare il diritto dei consumatori a fare le loro scelte e impegnarsi a favore di una società libera che non cerca di vietare dei marchi”.
Dalla mascotte al troppo zucchero. Tuttavia, a febbraio la Nestlé – la casa che produce anche Nesquik – aveva annunciato che avrebbe ridotto di almeno 18.000 tonnellate lo zucchero dai prodotti venduti in Europa entro il 2020, una cifra che equivale a 5 miliardi di zollette di zucchero. Nel giro di tre anni, dunque, la gamma dei prodotti Nestlé conterrà in media il 5% in meno di zucchero rispetto ad ora. Nestlé, si legge in una nota pubblicata dalla Nestlé sempre a febbraio, sostiene la Commissione Europea e gli Stati Membri, che intendono creare dei piani di azione per il miglioramento dei prodotti alimentari entro la fine dell’anno. La riduzione dello zucchero rientra in un più ampio insieme di progetti globali sostenuti da Nestlé, che verranno annunciati il prossimo 7 marzo
Negli ultimi tre anni l’azienda ha eliminato 11.300 tonnellate di zucchero dai prodotti venduti in Europa che non rispettavano i criteri nutrizionali stabiliti internamente. L’azienda ha recentemente annunciato anche una considerevole riduzione di zucchero in alcuni prodotti tra cui Nesquik, che conterrà solo 3,4 grammi di zucchero per porzione (rispetto ai 10,6 grammi della ricetta originale) e di avere trovato, inoltre, un nuovo modo per strutturare diversamente lo zucchero che consentirà di ridurlo nei prodotti dolciari mantenendo al tempo stesso inalterato il sapore.