Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
In Romagna siglato primo accordo tra sanità militare e sistema sanitario regionale
Un accordo storico e inedito quello stretto tra l’Azienda Usl della Romagna e la sanità militare che consentirà a una quarantina di ufficiali e sottoufficiali dell’Esercito e della Aeronautica di potersi formare all’interno delle strutture sanitarie civili per fronteggiare al meglio i momenti di emergenza sul territorio dovuti a catastrofi naturali o ad altre cause. “Abbiamo fatto un accordo a largo raggio che permetterà a giovani ufficiali appena laureati in medicina di poter lavorare a fianco di personale preparato e che nel campo ha fatto esperienza”. A dirlo è il generale Salvatore Annigliato che spiega come nella sanità sia importante saper fare oltre che conoscere. “Fondamentali – ha aggiunto – sono l’aggiornamento delle pratiche e delle tecniche e lo scambio tra i professionisti della medicina”. Pertanto, personale qualificato in grado di dare risposte ai cittadini. È questo lo scopo principale della convenzione di per sé storica per la Romagna.
Questa collaborazione integrata sottoscritta dall’Ausl, nella persona del direttore generale Marcello Tonini, e dai rappresentanti degli enti militari dell’Aeronautica e dell’Esercito delle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, darà il via a un corso triennale che si articolerà in un ciclo di lezioni formative per la durata – al momento – di 8 ore al mese. “Tra le quattro Unità complessive dell’Eercito dell’Aeronautica che hanno firmato l’accordo – ricorda Annigliato – contiamo una decina di ufficiali medici e una dozzina di sottoufficiali infermieri, ai quali si aggiungeranno circa 20 assistenti di sanità. In tutto saranno circa 40 i partecipanti”.
“Per la prima volta presso l’Ausl Romagna, che conta oltre 1 milione e 200 mila abitanti, viene sottoscritta una convenzione a costo zero non vincolante per le parti. Una grande opportunità per la Sanità Militare (Igesan) e un nuovo cambio di gioco per l’Ausl Romagna”. A dichiararlo il Tenente colonello Nicola Marcello che ha spiegato come si sia arrivati a questa giornata significativa dopo anni di lavoro avviati nel 2014 e, più tardi, il 3 dicembre 2015 quando è stato firmato a Roma un protocollo d’intesa tra il ministro della difesa Roberta Pinotti e i presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia. A seguito di queste due date importanti è nato un gruppo di lavoro formato da sei unità (tre medici militari e tre medici nominati dalla direzione generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna).
“Partendo dall’esigenza di assicurare ai nostri militari il massimo dell’assistenza consideriamo strategico uno scambio di competenze e un costante aggiornamento con le migliori realtà sanitarie del nostro Paese”. Questo il commento del ministro Pinotti che in occasione della firma nel 2015 aveva anticipato come in futuro alcune funzioni svolte dal servizio sanitario nazionale sarebbero state prestate alla sanità militare evitando così duplicazione in un’ottica di qualità e risparmio. L’impegno, concretamente, è di supportare lo sviluppo delle migliori professionalità per il personale sanitario militare per garantire al meglio la salute dei militari, in Italia e all’estero e, al tempo stesso, per accrescere le risorse professionali disponibili sul territorio di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia in caso di grandi calamità.
Particolarmente soddisfatta l’assessore regionale al bilancio Emma Petitti che ha sottolineato come la Romagna sia la prima in Italia ad aver dato il via a questa collaborazione che, certamente, apporterà particolari vantaggi non solo alle forze dell’ordine e al sistema sanitario regionale, ma alla popolazione. “Si tratta di una accordo che ha due obiettivi: puntare sulla formazione del personale e degli ufficiali medici per fornire nuovi strumenti ai territori e implementare il grande impegno della Regione sulla sanità”. L’assessore, infatti, ha rammentato come la Regione Emilia-Romagna abbia investito nel sistema integrato e con progetti e risorse. Sono oltre 8 i miliardi del bilancio regionale destinati ai progetti e agli investimenti nella sanità. Il protocollo, inoltre, sarà ampliato anche all’Emilia.
Medici e infermieri con le stellette, quindi, potranno incrementare professionalità e competenza lavorare negli ospedali pubblici delle due regioni e, al contempo, diventare una risorsa aggiuntiva per il sistema sanitario delle due Regioni. Un’idea moderna di gestione della sanità militare.