Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Salute e prevenzione: i vaccini contro meningite, morbillo, parotite, rosolia e tubercolosi
Il vaccino si o no? Questo è un quesito che tiene sempre alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Una giusta, corretta e semplice informazione è alla base di scelte consapevoli e consente di eliminare dubbi e perplessità circa l’efficacia, la sicurezza e l’importanza dei vaccini, che costituiscono un importante strumento di prevenzione e di tutela della salute pubblica.
Per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Rocco Russo, Pediatra e Responsabile area vaccini sito Società Italiana di Pediatria.
“Le vaccinazioni sono la più importante attività di promozione della salute dopo la potabilizzazione dell’acqua – ha spiegato il dott. Russo – è stata una vera e propria rivoluzione mondiale grazie alla quale alcune malattie molto pericolose sono diminuite fino quasi a scomparire. Vaccinarsi non è solo un aiuto concreto per la propria salute, ma anche un segno di solidarietà nei confronti di coloro che per vari motivi non possono sottoporsi alla vaccinazione (per esempio durante la gravidanza, per disturbi del sistema immunitario, ecc.).
Anche se attualmente assistiamo a un costante calo delle coperture vaccinali, corre l’obbligo di ricordare che non bisogna abbassare assolutamente la guardia perché si corre il rischio di perdere il controllo sulla diffusione delle malattie infettive prevenibili con i vaccini.
Fortunatamente la ricerca scientifica lavora per mettere a disposizione nuovi vaccini. Nella lunga lista a nostra disposizione sono inseriti anche quelli contro la meningite, il morbillo-parotite-rosolia e la tubercolosi.
La meningite è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere causata, nella maggiore parte dei casi, da virus e batteri. La forma batterica, rispetto a quella virale, è molto più grave e può avere conseguenze fatali. I batteri che causano maggiormente le meningiti sono: Neisseria meningitidis (meningococco), Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae b (emofilo o Hib).
Attualmente si conoscono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti, ma negli ultimi tempi nel nostro Paese si stanno isolando anche rari casi di Y e W135. Fortunatamente per i sierogruppi A, B, C, Y e W135 esistono gli specifici vaccini.
Il vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) è costituito dai virus che causano queste malattie infettive i quali, a seguito di particolari trattamenti di laboratorio, vengono resi incapaci di provocare la vera malattia, ma rimangono ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale (vaccino vivo e attenuato).
Il vaccino antitubercolare (BCG) è costituito da un ceppo vivo-attenuato del Mycobacterium bovis e viene ampiamente utilizzato nei Paesi ad elevata endemia tubercolare, dove viene somministrato per via intradermica con una singola dose a tutti i neonati subito dopo la nascita. La vaccinazione BCG offre un buon livello di protezione contro la meningite tubercolare e le forme disseminate e offre un apprezzabile livello di protezione contro la malattia polmonare. L’effetto protettivo del BCG dura per almeno 10 anni dopo la vaccinazione e la rivaccinazione non offre vantaggi rispetto alla vaccinazione singola”.
La vaccinazione contro il meningococco. Quando farla e perché?
“La vaccinazione contro il meningococco è fortemente raccomandata ai bambini con deficit immunitari, più a rischio di contrarre gravi infezioni. È particolarmente raccomandata nei soggetti privi di milza e in quelli con difetti congeniti del complemento. Attualmente il Piano Italiano di Prevenzione Vaccinale 2012-2014 prevede una dose singola di vaccino antimeningite di tipo C e una eventuale dose vaccinale all’età di 11-18 anni nel caso in cui il soggetto non risultasse essere stato vaccinato nell’infanzia. Il vaccino contro il meningococco di tipo B attualmente in alcune Regioni viene offerto a pagamento, mentre in altre gratuitamente. Si può fare a partire dai 2 mesi di età e il numero di dosi da somministrare varia a seconda dell’età in cui si comincia la somministrazione.
Il vaccino tetravalente (A-C-Y-W135), in alcune regioni italiane, viene offerto gratuitamente a partire dall’anno. Questo tipo di vaccino può essere somministrato anche ai bambini che ancora non hanno effettuato il vaccino contro il tipo C, così come agli adolescenti di età compresa fra i 12 e i 16 anni già vaccinati contro il meningococco C”.
Pro e contro. Quali sono gli effetti collaterali e le controindicazioni?
“Di solito questo vaccino non provoca particolari reazioni, ma è possibile che entro le 48 ore dalla vaccinazione, si verifichi una reazione irritativa passeggera nel punto dove è stata effettuata la puntura. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore. Raramente può comparire febbre, che per lo più è modesta e si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico. Nel caso in cui questi sintomi si dovessero protrarre per più di ventiquattro ore, si consiglia di consultare il medico al fine di verificare se possono essere attribuibili ad altra causa.
Il vaccino antimeningitico non deve essere somministrato in caso di gravi reazioni allergiche (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e in caso di gravi allergie (anafilassi) a uno specifico componente del vaccino”.
In media, quante sono le probabilità di contrarre la patologia in Italia? E’ più facile contrarre la malattia che una complicanza da vaccino?
“Da quanto riportato nell’ultimo rapporto di sorveglianza delle Malattie Batteriche Invasive in Italia (aggiornato al 12 agosto 2015), si evince che, nel 2014, ultimo anno con dati consolidati, sono stati segnalati 163 casi da Neisseria meningitidis (meningococco) e che l’incidenza della malattia invasiva da meningococco si è confermata maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita in cui l’incidenza supera i 4 casi per 100.000; tale incidenza si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni (in cui si rilevano 0,30 casi per 100.000 abitanti nel 2014) e diminuisce dai 25 anni in su. Bisogna inoltre prendere atto che questi dati risentono comunque di una sottostima, legata al fatto che molti casi da neisseria meningitidis, non venendo adeguatamente diagnosticati oppure opportunamente segnalati, sfuggono alla rete della sorveglianza”.
Morbillo, parotite, rosolia sono malattie virali, spesso sottovalutate, che possono invece dare gravi complicazioni. Quali sono i pro e i contro della vaccinazione? A che età è raccomandata? Vi è qualche controindicazione?
“Il morbillo è ancora endemico in Italia e, vista l’alta contagiosità del virus, il rischio di ammalarsi per le persone non vaccinate è elevato. Il morbillo può causare gravi complicanze, tra cui la polmonite (nell’1-6% dei casi), l’encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e il decesso. La rosolia, invece, ha un decorso lieve ma, se contratta durante la gravidanza, può causare morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, fino al decesso del neonato (sindrome della rosolia congenita).
Nel 1999 (Circolare n. 12 del 13 luglio 1999), la vaccinazione trivalente MPR (morbillo-partite-rosolia) è stata inclusa ufficialmente nel calendario nazionale delle vaccinazioni, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni. La seconda può essere somministrata in qualsiasi momento (es. durante un’epidemia o in occasione di un viaggio internazionale), assicurandosi che siano trascorse almeno 4 settimane dalla prima dose. Il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua preferibilmente per via sottocutanea, nella regione superiore del braccio; alcuni studi riportano che possa essere usata anche la via intramuscolare. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno. Il vaccino non deve essere effettuato in soggetti con immunodeficienza grave (es. tumori del sangue e solidi; alcune immunodeficienze congenite come agammaglobulinemia, immunodeficienza comune variabile o immunodeficienza severa combinata ecc; HIV con grave immunodepressione), reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino”.
La tubercolosi, nota anche con la sigla TBC, è una malattia provocata da un microbatterio, il Bacillo di Koch o Micobacterium tubercolosis; secondo i dati ogni anno, in Italia, si registrano circa 6-7 mila casi di tubercolosi, di cui circa il 4-5% in bambini e in ragazzi di età inferiore ai 14 anni. Secondo gli esperti, però, i numeri sono destinati ad aumentare. Perché? Quali sono i rischi di contrarre la patologia in Italia?
“La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mette in evidenza che la tubercolosi rimane un rilevante problema di salute pubblica a livello mondiale e risulta essere una delle malattie trasmissibili con la mortalità più elevata: nel 2013 hanno sviluppato la malattia 9 milioni di persone e ne sono morte 1,5 milioni. L’Oms ha dichiarato che l’aumento dei casi nel 2013 risulta essere soprattutto il frutto dei recenti miglioramenti nella segnalazione dei casi e raccolta dei dati. Grazie a uno sforzo congiunto dei Paesi membri dell’Oms e di vari enti collaboratori sono decisamente aumentati gli investimenti dedicati alla sorveglianza routinaria e alle indagini ad hoc effettuate nelle varie nazioni. Questo ha permesso di raccogliere dati di migliore qualità e avere un quadro più preciso sul reale impatto della malattia, sottolineando il ruolo fondamentale della sorveglianza per guidare le azioni di sanità pubblica.
L’esigenza di mettere in atto i suddetti strumenti di sorveglianza è legata soprattutto al processo di globalizzazione, all’estrema facilità degli individui a viaggiare per il mondo e all’immigrazione che comporta l’arrivo di persone da zone ad alta endemia; non si tratta assolutamente di criminalizzare gli immigrati, ma bisogna essere coscienti di questi nuovi flussi, al fine di mettere in atto gli opportuni sistemi di monitoraggio della malattia soprattutto nei confronti delle forme resistenti ai comuni trattamenti farmacologici”.
Quali sono i pro e i contro del vaccino?
“Il vaccino è indicato quando il bambino è continuamente esposto al contatto (es. familiare) con una persona affetta da tubercolosi polmonare contagiosa, resistente ad alcuni farmaci (o quando quella persona non sia stata curata o sia curata in maniera non adeguata) e l’esposizione non possa essere interrotta. Nei Paesi in cui la tubercolosi è considerata endemica (come il Costa Rica), il vaccino antitubercolare viene effettuato nei primi 2 mesi di vita (di solito alla nascita o nei primi giorni di vita). Anche se non esiste un limite di età, prima di effettuare questo vaccino, bisogna valutare che il test alla tubercolina sia negativo, cioè che il sistema immunitario non sia già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Gli eventi avversi da BCG sono meno frequenti nei lattanti e nei bambini in cui è stata verificata l’assenza di un avvenuto contatto con il batterio tubercolare (test alla tubercolina negativo) prima di essere vaccinati, ma sono più frequenti nei soggetti che ricevono eventualmente una seconda dose.
Gli effetti collaterali abbastanza frequenti del vaccino sono una reazione locale (dolore gonfiore) nella sede della puntura o un rigonfiamento dei linfonodi che sono vicini alla sede della somministrazione. Nei rari casi di dolori ossei e di importanti rigonfiamenti dei linfonodi si consiglia di consultare il medico al fine di valutare l’opportuno trattamento ed effettuare la dovuta segnalazione di “evento avverso”.
Circa 3 anni fa, contro la tubercolosi, è stato scoperto un nuovo vaccino chiamato AdHu5 perché il BCG non garantiva più una protezione efficace e di lunga durata (viene usato soprattutto nei bambini e neonati dei Paesi più poveri, dove la Tbc è ancora molto comune). Lo scopo del nuovo vaccino è quello di riattivare le difese immunitarie innescate dal vaccino tradizionale che nel tempo tendono a perdere efficacia, lo conferma? Quali sono le controindicazioni e effetti collaterali? E’ più facile contrarre la malattia che una complicanza da vaccino?
“Questo nuovo vaccino è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori canadesi che hanno modificato geneticamente un virus del raffreddore, trasformandolo in una sorta di ‘navicella’ con la capacità di trasportare materiale genetico all’interno del polmone, da cui sono trasferite una serie di informazioni al sistema immunitario per aiutarlo a respingere il tipo di batterio antitubercolare. Per realizzare “AdHu5” ci sono voluti più di 10 anni anche se, sin dai primi studi, ha dimostrato dati incoraggianti per le sua capacità di aumento delle difese immunitarie e per la sua sicurezza. Sono in corso ulteriori sperimentazioni finalizzate ad approfondire ulteriormente le potenzialità di questo nuovo vaccino”.
CONTROINDICAZIONI VERE E FALSE ALLE VACCINAZIONI
Anche se esistono poche categoriche controindicazioni ai vaccini, è necessario che i genitori, prima della vaccinazione, consultino il proprio medico curante e/o medico che presiede alla seduta vaccinale, per valutare lo stato di salute del bambino e stabilire se la vaccinazione debba essere rimandata o evitata.
Le più comuni condizioni cliniche del bambino, che al momento della vaccinazione preoccupano i genitori, sono:
- la presenza di comuni disturbi gastrointestinali e respiratori (raffreddore, naso che cola, diarrea lieve)
- reazioni di lieve entità a una dose precedente di vaccino (per esempio febbricola, rossore nel punto in cui è stata somministrato il vaccino etc)
- assunzione di un antibiotico
- assunzione di cortisone a basse dosi o somministrato per aerosol
- bambino nato prematuro o sottopeso alla nascita, che deve essere vaccinato secondo l’età cronologica, cioè in base alla data di nascita
- malattie della pelle, malattie croniche del cuore, dei polmoni, del fegato e dei reni, malattie del sistema nervoso stabili, storia di ittero neonatale, gravidanza di un familiare
Le suddette condizioni cliniche, vengono definite dai medici come “false” controindicazioni, perché il bambino può essere vaccinato senza aumentare il rischio di effetti collaterali né diminuire l’efficacia della stessa vaccinazione.
Alcune particolari situazioni, invece, possono essere motivo di rinvio della vaccinazione, come:
- malattie acute con febbre alta
- vaccinazioni con virus attenuati (quali ad esempio morbillo-parotite-rosolia e varicella) se nei 30 giorni precedenti è stato somministrato un altro vaccino a virus attenuati
- terapia in corso con farmaci che agiscono sul sistema immunitario o con cortisonici ad alte dosi
- trasfusioni recenti o somministrazione di immunoglobuline.
Sono cause di rinvio “transitorie” per cui il medico evita di vaccinare “solo” per il periodo di tempo in cui sono presenti.
Le “vere” controindicazioni, per cui non è opportuno che al bambino vengano somministrati alcuni vaccini, sono:
- allergia accertata ad alcuni componenti del vaccino
- gravi reazioni allergiche (shock anafilattico) o neurologiche (paralisi flaccida, encefalite, meningite, mielite) dopo la somministrazione di una precedente dose di vaccino.