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Sanità: dalle Regioni richiesta al Conte-bis per abbattere il precariato
Con la composizione del Conte Bis, le diverse regioni sono tornate a puntare lo sguardo sulle priorità del nuovo esecutivo, con particolare attenzione a tre ambiti: scuola, lavoro e sanità. È proprio il nodo della sanità quello più complesso da affrontare, soprattutto in riferimento alle regioni del Sud Italia, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Uno dei primi ad aver scritto al neo ministro della Salute, Roberto Speranza. è Luigi Ciambrone, segretario di Articolo 1 Catanzaro, denunciando la grave situazione dei servizi sanitari in Calabria che – si legge – “ha raggiunto limiti pericolosi”. “Da molti anni – scrive Ciambrone – soprattutto dopo la modifica del titolo quinto della Costituzione e del commissariamento, la già precaria condizione ha assunto una precisa deriva. L’ultimo decreto Calabria, voluto dal governo “Giallo-Verde”, ha ulteriormente contribuito, in particolare con il disordine o l’inesistente gestione delle Aziende, all’insostenibile situazione”.
Eguale attenzione viene data alla vicenda dei precari che – aggiunge – “è solo l’ultima cartina al tornasole dell’inesistente sistema sanitario calabrese. Il commissariamento, voluto dai governi precedenti a questo nascente, è stato deleterio, in particolare quello gestito dall’ex Presidente della Regione Scopelliti”. Pertanto, da queste riflessioni si denota che la questione sanità in Calabria dovrà essere affrontata con urgenza e determinazione.
Il nuovo governo, e il Ministro Speranza, sono chiamati ad affrontare la situazione con eccezionalità d’interventi. Dalla Calabria si chiede dunque che siano recuperati i precari al loro posto di lavoro per rispettare il diritto alla salute. Per questa ragione e procedendo lungo questa strada, l’auspicio è di un urgente decreto “riparatore”. “Avvii il nuovo governo – conclude Ciambrone – una disamina sulla sanità in Italia, mettendo al centro il Sud e in particolare la Calabria. Qualora dovesse andare avanti il processo di autonomia differenziata, fermamente voluto dalla Lega e dal Centro-Destra, infliggerebbe un colpo mortale alle attese dei calabresi di ottenere servizi sanitari alla pari delle altre regioni. Il nostro consigliere regionale Arturo Bova è già impegnato, insieme ai dirigenti di Articolo Uno, in ogni attività utile per avviare un percorso virtuoso con il nuovo governo, il Ministro Speranza, il Commissario Regionale e la Direzione dell’Aziende”.
La piaga dei precari in sanità non è solo una criticità del sistema calabrese, ma si allarga all’intero territorio nazionale. Solo lo scorso luglio infatti la Commissione dell’Unione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per abuso di ricorso ai contratti termine nella pubblica amministrazione e per discriminazione dei lavoratori a tempo. La direttiva Ue sui contratti a tempo determinato prevede che i lavoratori abbiano le stesse condizioni dei colleghi a tempo indeterminato comparabili. Attualmente, informa Bruxelles, la legislazione italiana “esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”, fra cui la scuola e la sanità.