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Sclerosi multipla, l’identificazione dei biomarcatori per una terapia personalizzata
Ne parliamo con la dottoressa Mara D’Onofrio, Responsabile della Facility di Genomica di Fondazione EBRI “Rita Levi- Montalcini” vincitore di un bando di ricerca della Regione Lazio.
La malattia dai mille volti: nessun volto è come gli altri. La Sclerosi Multipla è una malattia neuroinfiammatoria (demielinizzante) cronica del Sistema Nervoso. È caratterizzata da fenotipi, decorso di malattia e risposta alla terapia eterogenei e variabili, la cui valutazione si basa sul profilo clinico e radiologico, in particolare mediante esame neurologico, scala di disabilità ed identificazione di lesioni nuove o attive cerebrali o spinali con Risonanza Magnetica Nucleare e che necessita di una maggiore accuratezza diagnostica, capacità di previsione prognostica e risposta terapeutica.
La disponibilità di marcatori di malattia e di profili di risposta ai trattamenti farmacologici, ad oggi insoddisfatta, rappresenta una esigenza importante nella pratica clinica per la individualizzazione del trattamento, per le specifiche necessità del singolo paziente e per una ottimizzazione delle risorse del Sistema Sanitario Nazionale e delle strategie di sostenibilità dei costi. Identificare specifici profili di risposta a trattamenti con farmaci disease modifying mediante variazioni di biomarcatori, ovvero indicatori di malattia, nei fluidi biologici di pazienti con Sclerosi Multipla (SM), per rallentare la progressione di malattia e ridurre la disabilità a lungo termine, è il focus del progetto di ricerca di EBRI Rita Levi-Montalcini. Il centro di ricerca internazionale non-profit Fondazione European Brain Research Institute (EBRI, fondato nel 2002 dal Premio Nobel Rita Levi-Montalcini, presieduto dal prof. Antonino Cattaneo e diretto dal prof. Enrico Cherubini, dedicato alla comprensione delle funzioni cerebrali superiori), ha recentemente vinto un bando competitivo con la Regione Lazio (BioproSM 2021-2023, POR AO375-2020-36677) – in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze Umane, Università Sapienza, Policlinico Umberto I – con il progetto BioproSM: “Interazione fra il sistema proNGF/NGF e l’espressione dei microRNA in soggetti con Sclerosi Multipla trattati con farmaci disease-modifying per identificare profili di risposta specifici”.
Per saperne di più abbiamo intervistato la Responsabile del progetto e della Facility di Genomica presso la Fondazione EBRI “Rita Levi- Montalcini”, la dottoressa Mara D’Onofrio.
Come nasce il progetto?
BioproSM nasce all’interno di un campus universitario intellettualmente vivace, quale quello dell’Università Sapienza di Roma, dove la Fondazione EBRI si colloca in un contesto interessante di competenze scientifiche e tecnologiche, Istituzioni ed Enti di ricerca CNR, Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Istituto Superiore di Sanità (ISS). In particolare, dal 2018 EBRI ha promosso una proficua collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze Umane della Università Sapienza di Roma, diretto dal prof. Alfredo Berardelli, definito da un Accordo bilaterale, che si è concretizzato nella organizzazione di un Laboratorio congiunto di Ricerca, Sviluppo e Diagnostica avanzata nell’ambito delle malattie neuro-infiammatorie e neurodegenerative. Ai ricercatori EBRI è affidata l’analisi di biomarcatori validati, nonché l’identificazione di nuovi biomarcatori quali potenziali targets diagnostici e terapeutici. Queste attività sperimentali si integrano con la ricerca clinica del Dipartimento di Neuroscienze, al fine di garantire una diagnostica differenziale più accurata e precoce in prospettiva di una Medicina di precisione, priorità emergenziale sanitaria per la necessità di una più accurata stratificazione di malattia con fenotipi meglio definiti e la identificazione di terapie innovative efficaci.
Quali sono i gruppi di studio?
BioproSM nasce da un confronto fra Ricercatori di base e Clinici e dall’organizzazione di gruppi interdisciplinari, in una visione integrata dal paziente al laboratorio.
In particolare, all’interno della Fondazione EBRI si sono sviluppati gruppi di studio dediti alla caratterizzazione dei biomarcatori. Tali attività sono condotte dalla Facility di Genomica, coordinata da me con il contributo della dott.ssa Valeria Manzini, dalla Facility di Bioinformatica (dott. Ivan Arisi) e dal gruppo della Facility “NGF LAB”, coordinata dalla dott.ssa Francesca Malerba, con il contributo della dott.ssa Rita Florio e del dott. Bruno Bruni Ercole, esperti nello sviluppo e nella validazione di saggi immunologici.
La prof.ssa Antonella Conte, Professore Associato di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane, coordinatore dell’attività clinica e di ricerca del Centro di eccellenza sulla Sclerosi Multipla afferente al Dipartimento di Neuroscienze Umane della Università Sapienza, che partecipa alle attività di ricerca del Registro Italiano SM, è stata elemento di ispirazione e confronto.
I dati ottenuti, integrati dei dati clinici e di neuroimmagini, guideranno nella identificazione di uno specifico identikit di risposta al trattamento, ottimizzando la scelta terapeutica e l’uso delle risorse del Sistema Sanitario. Questo potrebbe migliorare la diagnosi e la cura con riduzione della disabilità a lungo termine.
In cosa consiste il progetto?
La proposta progettuale: “Interazione fra il sistema proNGF/NGF e l’espressione dei microRNA in soggetti con Sclerosi Multipla trattati con farmaci disease-modifying per identificare profili di risposta specifici” (BioproSM) “Sclerosi Multipla, dal paziente alla diagnostica molecolare”, integra elevate competenze di clinica e di laboratorio. BioproSM si propone di caratterizzare la risposta del paziente con SM al trattamento con farmaci innovativi, disease modifying, in un percorso di studio ed analisi di 24 mesi. Di fatto, l’individuazione tempestiva di profili bioumorali “infiammatori” vs. “degenerativi” dei pazienti consentirebbe l’uso mirato di specifiche terapie disease modifying e la riduzio di disabilità a lungo termine dei pazienti con sclerosi multipla. È obiettivo del progetto dosare alcune proteine, in particolare proNGF, coinvolto in processi infiammatori e neurodegenerativi con tool proprietario unico EBRI, Neurofilamenti e Interleuchina-6, nei fluidi di questi soggetti con SM, in risposta al trattamento con farmaci disease-modifying, e correlarli a specifici profili di RNA non codificanti, quali i microRNA, proposti quale strumento di valutazione dei pathway bio-umorali coinvolti per ottimizzare la scelta terapeutica.
Quali sono gli elementi principali volti al raggiungimento degli obiettivi?
Fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di BioproSM saranno le competenze di genomica, di produzione e purificazione di proteine ricombinanti rivolte alla ricerca scientifica di base e traslazionale con tecnologie innovative, con un saggio proprietario di EBRI (proNGF), funzionale al raggiungimento degli obiettivi di progetto. Inoltre, le competenze di Bioinformatica e Statistica della Facility di Bioinformatica EBRI, coordinata dal dott. Ivan Arisi, contribuiranno in modo significativo alle analisi dei dati con applicazioni di algoritmi sofisticati.
Il settore di interesse del progetto si integra nelle priorità di Scienze della Vita, settore di rilevanza internazionale, industrialmente competitivo nel comparto farmaceutico e biomedicale. Questo progetto, favorendo una rete di collaborazione dal laboratorio al paziente, vuole valorizzare le risorse esistenti sul territorio, con impatto diretto dei risultati, in rete con aziende biotech. Lo studio proposto si inserisce negli obiettivi della Strategia Europa 2020, per favorire lo sviluppo della ricerca scientifica di altissima qualità, rimuovendo le barriere all’innovazione, incoraggiando le partnership fra pubblico e privato, su tre priorità: eccellenza scientifica, leadership industriale, sfide della società, favorendone la competitività, nell’ambito della salute e del Benessere del paziente. Questa proposta progettuale si inquadra in alcune delle tematiche prioritarie della Smart Specialization Strategy (S3) della Regione Lazio, in quanto il pannello proposto mostra un potenziale diagnostico, prognostico e di risposta al trattamento farmacologico, di impatto sul benessere dell’individuo.
La proposta progettuale BioproSM ha aderito all’integrazione di parità di genere. La Coordinatrice monitorerà il progetto al fine di promuovere la presenza di giovani ricercatrici ed evitare azioni discriminanti.
La medicina personalizzata ha cambiato l’approccio terapeutico più orientato al singolo paziente. Quali sono i vantaggi e quanto è importante?
Lo European Union Council on personalized medicine for patients definisce la medicina personalizzata come “modello che utilizza la caratterizzazione del fenotipo e del genotipo degli individui per personalizzare la strategia terapeutica, e/o per determinare la predisposizione alla malattia e/o per erogare tempestivamente interventi di prevenzione mirati”, invitando a sviluppare politiche centrate sul paziente e basate sull’uso delle informazioni genomiche, integrandole nei programmi di sanità pubblica e di ricerca e, nel contempo, assicurando l’adeguata valutazione delle nuove conoscenze e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. L’obiettivo prioritario della medicina personalizzata consiste quindi nella identificazione, con approcci emergenti, di profili di rischio e risposte individuali al singolo trattamento, per prevenire o intervenire terapeuticamente, sulla base di dati relativi a variabilità individuale del patrimonio genetico, ambientale ed a fattori di rischio.
Ad oggi, uno dei maggiori successi raggiunti riguarda la stratificazione di diverse forme di tumori, quale il carcinoma della mammella, e l’identificazione di terapie specifiche per profili ben caratterizzati con riduzione delle recidive e migliori curve di sopravvivenza. Confidiamo che tale modello potrà essere applicato a terapie personalizzate nell’ambito di malattie neurologiche, mediante la progressiva digitalizzazione di dati clinici/diagnostici relativi a ciascun paziente.
Il know-how dei ricercatori e ricercatrici di EBRI
Lo studio dei ricercatori e ricercatrici EBRI, formati secondo percorsi diversi, Lauree specialistiche in Fisica, Biologia, Biotecnologie, Medicina e Chirurgia, Master e PhD conseguiti presso Università Nazionali o Europee, è finalizzato:
- Caratterizzare molecole terapeutiche innovative, derivate dalla nostra ricerca, per il trattamento di diverse malattie neurologiche, con particolare interesse per le malattie neurodegenerative e neuroinfiammatorie;
- Sviluppare nuovi approcci di terapia genica per la cura di malattie neurodegenerative;
- Validare clinicamente i nuovi biomarcatori identificati, per la stratificazione di pazienti con malattie neurologiche, in particolare neurodegenerative, verso una medicina di precisione;
- Modulare le cellule staminali neurali già presenti nel cervello e la neurogenesi adulta per il trattamento delle malattie neurologiche.
Il centro di ricerca promuove la formazione di giovani ricercatori, in che modo? Quanto è importante la collaborazione e il confronto con enti e ricercatori internazionali?
EBRI promuove la formazione di giovani ricercatori, offrendo loro un ambiente scientifico internazionale collaborativo, ricco e stimolante favorendo il rientro in Italia di giovani ricercatori e l’attrazione di ricercatori stranieri. EBRI ha ospitato numerosi studenti stranieri nell’ambito del programma ERASMUS, che si muovono in una rete Nazionale ed Europea o Internazionale di collaborazioni proficue.
Con questo ed altri progetti condotti dai ricercatori e ricercatrici della Fondazione EBRI, si sono volute valorizzare le significative e specifiche competenze presenti nel territorio della Regione Lazio e Nazionale, creando una concreta possibilità di lavoro a ricercatori in tale settore ed una crescente visibilità internazionale, generando nuova conoscenza con impatto a livello sociale, economico ed etico.
EBRI offre un ambiente di ricerca internazionale, che promuove la collaborazione, lo scambio di idee e la formazione avanzata di giovani ricercatori, collocandosi al centro di una fitta rete di collaborazioni con centri di ricerca e clinici nazionali ed internazionali.
Quali sono gli obiettivi di EBRI?
Fondato nel 2002 dal Premio Nobel Rita Levi-Montalcini, la Fondazione EBRI è un centro di ricerca non-profit dedicato allo studio delle Neuroscienze, in particolare allo studio delle funzioni cerebrali superiori, attraverso lo studio del cervello e dei meccanismi fisiologici e patologici che sottendono le attività cerebrali, dalla ricerca di base sui meccanismi molecolari e cellulari alla caratterizzazione delle malattie neurologiche, in particolare neuroinfiammatorie e neurodegenerative per sviluppare nuove strategie terapeutiche.
Tra queste, la malattia di Alzheimer, di Parkinson e parkinsonismi, la sclerosi laterale amiotrofica, la sclerosi multipla, l’epilessia, il dolore cronico e le malattie del neurosviluppo dell’età pediatrica. Rappresentano oggetto di interesse le malattie genetiche rare ed i disordini dello spettro autistico. I ricercatori si avvalgono di un approccio pluridisciplinare, utilizzando tecniche sperimentali e computazionali d’avanguardia. Le ricerche condotte in EBRI hanno permesso di sviluppare una innovativa pipeline di molecole di interesse terapeutico per la malattia di Alzheimer ed altre forme di neurodegenerazione (painless NGF, anticorpo scFvA13, anticorpo mAb12A12) e di nuovi biomarcatori diagnostici.
L’industria farmaceutica e biotecnologica nazionale e internazionale rinnova continuamente l’interesse verso le ricerche svolte in EBRI; esistono diverse attività di trasferimento tecnologico (brevetti nel campo delle tecnologie anticorpali). Notevole attività è dedicata alla presentazione di proposte progettuali con partecipazione a Bandi competitivi Nazionali ma soprattutto Europei ed Internazionali.
Lei è responsabile della Facility di Genomica. Mi può parlare di questa realtà?
Gli obiettivi scientifici di EBRI sono perseguiti dalle tre facilities (Genomica, Bioinformatica, NGF Lab) e dai seguenti laboratori: Cellule neuronali e microgliali nella fisiopatologia dei microcircuiti corticali, diretto dalla dott.ssa Silvia Marinelli; Farmacologia della Plasticità Sinaptica, diretto dal dott. Robert Nisticò; Modifiche post-traduzionali delle proteine e meccanismi di rilascio dei neurotrasmettitori, diretto dal dott. Marco Feligioni; Metabolismo degli RNA messaggeri nel sistema nervoso, diretto dalla dott.ssa Corinna Giorgi; Microcircuiti corticali e disordini del neurosviluppo, diretto dalla dott.ssa Marilena Griguoli; Proteina tau, tauopatie e morbo di Alzheimer (AD), diretto dal prof. Pietro Calissano;
Regolazione dell’eccitabilità neuronale in condizioni fisiologiche e patologiche, diretto dalla dott.ssa Cristina Marchetti; Studi conformazionali su oligomeri Aβ nella malattia di Alzheimer, diretto dal dott. Meli. La Facility di Genomica progetta servizi e prodotti di genomica rivolti alla ricerca scientifica di base e traslazionale con tecnologie innovative, operando in modo interdisciplinare in diverse aree della biomedicina, biotecnologia e medicina, con focus sulle Neuroscienze. Il know-how tecnologico viene applicato allo studio di meccanismi genetici ed epigenetici che sottendono le malattie. L’obiettivo é lo studio dei complessi meccanismi molecolari all’origine di disfunzioni cognitive, come eventi precoci di processi neurodegenerativi, e l’identificazione di biomarcatori di malattia e target terapeutici innovativi.
Su cosa si concentrano i progetti e le prospettive scientifiche della Facility di Genomica?
Sulla caratterizzazione di pathway molecolari di malattia, con particolare interesse per i meccanismi che intercorrono tra NGF e le malattie neurodegenerative; identificazione di target terapeutici innovativi nell’ambito del dolore cronico, a fronte degli effetti osservati a seguito del coinvolgimento del sistema NGF, in modelli di dolore neuropatico. Analisi trascrittomica in biofluidi di pazienti con malattie neurodegenerative (malattia di Alzheimer, di Parkinson e parkinsonismi, sclerosi multipla) per l’identificazione di biomarcatori precoci per una maggiore accuratezza diagnostica ed una migliore stratificazione. L’obiettivo ultimo è una Medicina personalizzata. Le attività correlate allo sviluppo di competenze interdisciplinari, sperimentali e cliniche, operano per una diagnostica differenziale più accurata e precoce in prospettiva di una medicina di precisione. Particolare attenzione viene dedicata alla standardizzazione del metodo e dei protocolli, aderendo ad iniziative europee, quale quella dei saggi di biomarcatori per la malattia di Alzheimer.
Le competenze acquisite consentono di contribuire alla realizzazione ed al supporto di proposte progettuali Nazionali, Europee ed Internazionali in modo significativo.
Sin dalla nascita EBRI è coinvolto nella diffusione e divulgazione della cultura scientifica e delle neuroscienze con una serie di iniziative anche nelle scuole. Quanto è importante sensibilizzare i giovani agli argomenti legati alle neuroscienze?
“La conoscenza” – diceva Rita Levi-Montalcini – “deve essere considerata come un obbligo morale di tutti gli individui, sia come esseri umani e ancor di più in qualità di scienziati ed educatori. La vita, soleva ripetere, ha un valore se non concentriamo l’attenzione soltanto su noi stessi ma anche sul mondo che ci circonda”. La Fondazione si propone di promuovere e sostenere le attività di divulgazione di Neuroscienze, al fine di promuovere corretti stili di vita preventivi e conoscenza nell’ambito delle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, con priorità per elevata incidenza e impatto sociale per pazienti e famiglie. Ispirata dall’insegnamento di Rita Levi-Montalcini, pioniera delle Neuroscienze, la Fondazione EBRI è attivamente coinvolta nella realizzazione di eventi a diversi livelli, con seminari divulgativi presso le scuole, visite nei laboratori e nell’organizzazione delle “Olimpiadi delle Neuroscienze”. EBRI ha organizzato eventi, quali “Pint of Science”, la “Settimana del cervello” (con la DANA Foundation) e la “Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori” (con Frascati Scienza), promossa dalla Commissione Europea.
Ha realizzato, in collaborazione con il Senato della Repubblica, una graphic novel sulla vita di Rita Levi-Montalcini, dal titolo “Rita Levi Montalcini. Una donna di frontiera”, basata sulla sua autobiografia “Elogio dell’imperfezione” e sui racconti di vita vissuta dei ricercatori che hanno lavorato a stretto contatto con la Professoressa. Il fumetto, disponibile in lingua italiana ed inglese, viene distribuito gratuitamente nelle scuole che ospitano seminari e negli altri eventi di divulgazione.
La Fondazione conduce una intensa attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle malattie neurodegenerative. In che modo?
Attraverso seminari o proiezioni di film. In occasione della Giornata mondiale della malattia di Alzheimer 2019, ha realizzato un cortometraggio sul tema della agnosia, Agnosis Collection: Cosa si prova quando gli oggetti non hanno più senso? Con il progetto “Il sogno di Rita. Rita Levi-Montalcini racconta le neuroscienze”, vincitore del bando EUREKA, Roma 2020-2022 del Comune di Roma, EBRI condurrà per tre anni adulti e bambini in un “viaggio” all’interno del cervello umano sulla tematica della memoria ed eventi correlati.
In riferimento al progetto BioproSM, oggetto di questa intervista, EBRI ha promosso un evento per la Notte Europea dei Ricercatori 2021 (24 Settembre 2021), in collaborazione con la prof.ssa Antonella Conte, per riflessioni su Neurodegenerazione e Neuroinfiammazione (in particolare Sclerosi Multipla) e dis-abilità conseguenti, connettendo il mondo della Ricerca e della Clinica con testimonianze personali, attraverso linguaggi ed espressioni creative. L’evento vuole coinvolgere i partecipanti, con l’obiettivo di divulgare le Neuroscienze attraverso una esperienza condivisa di ricercatori, clinici e artisti, per sensibilizzare sul tema, esplorando sempre nuovi e più creativi linguaggi di comunicazione.
La Fondazione EBRI Rita Levi-Montalcini racconta le malattie neurodegenerative e neuroinfiammatorie con impatto sulle disabilità, quale la sclerosi multipla, presentando i progressi dell’Istituto e la ricerca finalizzata ad identificare biomarcatori, che permettano di diagnosticare precocemente la malattia, e monitorare la risposta personalizzata a terapie innovative che ne rallentino la progressione. Proponiamo di illustrare, attraverso diversi linguaggi, il ruolo della Ricerca e della Clinica sul tema e connettere il vissuto dei diversamente abili con le necessità di cura. Le Neuroscienze incontrano l’Arte, durante la Notte Europea dei Ricercatori 2021, con musica e reading di brani dal libro: “La mia storia ti appartiene”, curato da Vittorio Pavoncello, regista e drammaturgo, e Silvia Cutrera, Vice-Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), che raccoglie esperienze di persone che vivono con dis-abilità. Seguirà una tavola rotonda scientifico divulgativa ed un video della mostra corale: “La mia immagine ti appartiene”, per una riflessione sulle dis-abilità, con la esposizione di immagini, realizzate da artisti, come comunicazione sociale.
Oltre al progetto BioproSM, quali sono i progetti ai quali sta lavorando EBRI?
Numerosi sono gli obiettivi ambiziosi di EBRI per rispondere ad un’esigenza sociale insoddisfatta, quale comprendere i meccanismi delle malattie neurodegenerative, identificandone biomarcatori per una diagnosi più accurata ed identificando popolazioni di pazienti più omogenei per accesso a trial clinici di successo. Infatti l’Unione Europea ha riconosciuto che le malattie neurodegenerative costituiscono una priorità per l’azione nel contesto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi circa 50 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza, nel 2050 i malati di demenza saranno 152 milioni.
I ricordi sono parte essenziale di ciò che siamo: contribuiscono alla formazione della nostra identità personale. Se condivisi, essi svolgono un ruolo essenziale in molte forme di comunicazione, nei rapporti interpersonali, rafforzando i legami di appartenenza al proprio gruppo sociale. Quindi, comprendere come i ricordi vengono generati, immagazzinati e riattivati, e come svaniscono nel tempo o nel corso di una malattia riveste un interesse fondamentale per la scienza. Un nuovo progetto sulla memoria spaziale sarà condotto dalla prof.ssa Prof.ssa Hannah Monyer, Direttrice della Divisione di Neurobiologia Clinica dell’Università di Heidelberg e autorità internazionalmente riconosciuta nel campo della memoria. La Prof.ssa dirigerà, presso EBRI, un laboratorio finalizzato allo studio dell’attività di rete nei processi cognitivi come l’apprendimento e il ricordo e come un malfunzionamento di queste cellule porti alla perdita di orientamento spaziale ed a una memoria alterata nella malattia di Alzheimer.
EBRI affronta sfide importanti nell’ambito delle Neuroscienze. È stato avviato un laboratorio congiunto EBRI – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG), per lo studio dell’epilessia farmaco-resistente presso la sede OPBG (San Paolo, Roma), diretto dal prof. Enrico Cherubini per EBRI e il prof. Federico Vigevano per OPBG (donazione della Fondazione Sacchetti).
EBRI collabora con la Scuola Normale Superiore (SNS), in particolare con il Laboratorio Bio@SNS, diretto da Antonino Cattaneo, a numerosi progetti, quali:
- i) Painless NGF: verso le applicazioni cliniche nell’uomo nella malattia di Alzheimer (con Simona Capsoni; Francesca Malerba e Silvia Marinelli).
- ii) Verso una nuova generazione di farmaci analgesici: meccanismi epigenetici nella analgesia a lungo termine indotta da anticorpi anti-TrkA ed anti-NGF in modelli di dolore cronico (con Mara D’Onofrio e Ivan Arisi).
iii) proNGF: un nuovo biomarcatore di neurodegenerazione nel fluido cerebrospinale (con Francesca Malerba).
- iv) Anticorpo scFv A13 contro gli oligomeri Aβ della malattia di Alzheimer. Umanizzazione dell’anticorpo ricombinante A13 e suo uso verso una terapia genica per l’Alzheimer (con Raffaella Scardigli (link CoreLabs) e Giovanni Meli.
- v) Librerie di anticorpi ricombinanti e selezione di intrabodies diretti contro proteine modificate post traduzionalmente (in collaborazione tra intrabody group a Bio@SNS (Simonetta Lisi) e Francesca Malerba).
Terminiamo la nostra intervista con un suo messaggio
In questo tempo fermo ma dinamico, rinnoviamo i valori di centralità del paziente in una visione olistica integrata, di Umanità e Scienza come esperienza collettiva, dall’attenzione alla persona al Bene Comune, in un meccanismo di Cooperazione.
“Bisogna avere il caos dentro di sé per generare stelle danzanti”, sosteneva Nietzsche. E forse ci guiderà il secchio vuoto di Kafka, simbolo di privazione, desiderio e ricerca, meravigliosamente descritto da Italo Calvino nella “Leggerezza”, che ci porterà in un volo magico al di sopra di tutto, nel mondo in cui ogni mancanza sarà magicamente risarcita.