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Scoppia il caso meningite in Italia. Le precauzioni della Puglia e i rischi della Toscana
A seguito del grave rischio meningite che si è diffuso in Italia di regione in regione la Regione Puglia ha esteso la gratuità dei vaccini contro il meningococco B a tutti i nati dal 2003 in poi. A questi si aggiungono tutti coloro che sono nati dal 2017 in poi, dal 2014, e tutti quegli adulti che vivono in zone a rischio per motivi professionali o di studio. L’annuncio arriva proprio dal governatore Michele Emiliano che tuttavia ha desiderato precisare che non c’è alcuna epidemia di meningite da meningococco, di nessun tipo, in Puglia, anzi – ha aggiunto – “i casi sono pochissimi, non c’è nessun motivo di preoccupazione”. Si tratta dunque di vaccinazioni (contro il meningococco B) opportune e già consentite ai bambini nel primo anno di vita che da oggi riguarderanno anche altre categorie. Le indicazioni sono venute fuori dai lavori della Commissione regionale vaccini riunitasi per formulare indirizzi in merito all’aggiornamento del calendario vaccinale regionale 2017. “La commissione – ha spiegato il direttore del dipartimento Salute e benessere sociale della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti – ci ha dato indicazioni precise: anche se in Puglia non ci troviamo di fronte a nessun tipo di emergenza, in base a ciò che è stato previsto dalla legge regionale di bilancio 2017, possiamo vaccinare gratuitamente tutti coloro che sono nati dal 2003 al 2013”. Le famiglie interessate dal provvedimento dovranno prenotarsi al centro vaccini della Asl di riferimento.
Perché c’è così tanto clamore attorno alla meningite in Italia negli ultimi mesi? I riflettori si sono accesi da quando una giovane di 19 anni di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia questa estate è morta di meningite. La notizia è stata diramata da un comunicato diffuso dalla Conferenza Episcopale Italiana nel quale si specificava, tra l’altro, che tutti i membri del gruppo di cui faceva parte la ragazza romana erano stati sottoposti immediatamente alla necessaria profilassi, che consiste nell’assunzione di una compressa di Ciprofloxacina da 500 mg. Da questo caso ve ne sono stati degli altri che hanno chiaramente allarmato l’intera popolazione anche se, stando a quanto riferiscono gli esperti, si tratta principalmente di un clamore mediatico dal momento che in Italia ogni anno sono circa mille i casi, tra i 190 e i 200 da meningococco (non solo di tipo C, peraltro). Pertanto, non c’è da allarmarsi riguardo i casi spuntati a Roma, Napoli, Palermo, Barletta, o in altre città, eccetto che per la Toscana, dove nel giro di pochi giorni sono stati presentati tre casi. La regione pertanto è da monitorare e tenere sotto controllo.
Quando si parla di meningite significa che c’è in atto un’infiammazione (acuta o cronica) delle meningi, membrane che circondano il cervello. Ci sono sintomi differenti che variano a seconda dell’agente patogeno che causa l’infiammazione (febbre, nausea, vomito e irritazione delle membrane meningee): se si tratta della meningite batterica i sintomi si presentano quasi immediatamente, dopo poco. L’infezione si presenta tipicamente con una serie di punture rosse sulla pelle che si allargano a tutto il corpo. Qualora queste punture non dovessero schiarirsi quando vi si applica una pressione (per esempio con il cosiddetto glass test), è quasi certo che si tratta di meningite. Essendo le meningi a stretto contatto con il cervello se si infiammano potrebbero esserci per la persona affetta gravi conseguenze neurologiche che possono causare la morte oppure provocare danni gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia.
Stando a quanto sostenuto dal professore Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, quando la malattia si sviluppa è molto difficile debellarla. “E’ dimostrato – afferma – che il tempo medio di arrivo in ospedale è 16-18 ore si è già nella fase in cui un paziente su dieci muore e tre su dieci hanno esiti permanenti. L’unico vero salvavita è la vaccinazione, bisogna pensarci prima”. “Le società scientifiche hanno indicato chiaramente cosa debba essere fatto in tema di vaccinazioni, c’è un ‘Calendario per la vita’ che abbiamo stilato. Ora la politica deve decidere cosa vuole fare, se vuole l’obbligatorietà. Noi diciamo chiaramente che tutti i bambini vanno vaccinati per tutte le malattie indicate, poi è chiaro che se non viene attuato è responsabilità della politica. Tutte le morti evitabili devono far riflettere, noi come società scientifiche produciamo documenti, facciamo campagne, convegni, diciamo cosa è opportuno, ma è la politica che deve scegliere: è meglio fare le vaccinazioni o piangere i morti?”.
Fatta eccezione delle precauzioni prese dalla Puglia, il Ministero della Salute sin dai primi clamori, mediatici e popolari, aveva risposto precisando che non c’è nessun problema di approvvigionamento vaccini e nessuna emergenza sanitaria sulla meningite: “non esiste alcuna evidenza di emergenza di sanità pubblica relativa alla meningite a livello nazionale”, avevano aggiunto i vertici della Sanità nazionale specificando che per la Toscana sono previsti 5mila dosi di vaccino.