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Sigarette elettroniche? Meglio tenersi alla larga ed essere poco ‘vapers’
Oggigiorno maneggiare una sigaretta elettronica non solo fa figo ma è entrato nello stesso linguaggio della moda che la considera un vero e proprio accessorio dotato di diversi aromi e filtri pensati per ogni personalità di vapers. Nonostante il grande successo di questi dispositivi elettronici che permettono di produrre vapore da inalare al posto delle migliaia di sostanze nocive risultanti della combustione delle normali sigarette, non tutti sono d’accordo sulla grande riuscita del prodotto e soprattutto non tutti ritengono che facciano davvero meno male delle prime. La pensano in questo modo il gruppo di scienziati e ricercatori dell’Università di Bologna che guidati nello studio da Moreno Paolini, docente del dipartimento di Farmacia e biotecnologie, hanno dichiarato che i vapori generati dalle sigarette elettroniche possono causare seri danni alla salute.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports-Nature. Non producendo combustione di tabacco come le sigarette tradizionali, le sigarette elettroniche sono generalmente considerate meno dannose per la salute, tuttavia, come già detto nella nostra premessa, svariati studi hanno dimostrato che l’assenza di combustione non evita la produzione di sostanze tossiche come acroleina, formaldeide e acetaldeide.
Sulla base di questi dati, i ricercatori dell’Alma Mater hanno avviato un’indagine tossicologica approfondita nel modello animale per capire meglio quali possono essere gli effetti dei vapori prodotti dalle e-cig (abbreviazione del nome con cui si definiscono in inglese le sigarette elettroniche, e-cigarette). “A livello polmonare – ha spiegato il docente Moreno Paolini – i vapori delle sigarette elettroniche producono un effetto inducente sugli enzimi bioattivanti, mentre inibiscono quelli detossificanti: un insieme di perturbazioni che, se confermate sull’uomo, potrebbe portare alla trasformazione di sostanze pre-cancerogene in cancerogeni finali”. La ricerca ha mostrato “una diminuzione della capacità antiossidante del tessuto polmonare e l’aumento della produzione di radicali liberi: due condizioni che stando a quanto affermato dagli studiosi hanno un ruolo primario nel generare quello ‘stress ossidativo’ spesso imputato come causa o concausa di tumori, invecchiamento cellulare e malattie degenerative. E c’è anche un dato del tutto nuovo e inaspettato che emerge tra le conseguenze dell’esposizione ai vapori delle e-cig: un aumento significativo dei livelli di colesterolo e degli acidi grassi saturi a cui è associato un importante fattore di rischio per le patologie cardiovascolari”.
Tuttavia, a queste nuove scoperte si aggiunge la capacità che questi vapori hanno di danneggiare l’informazione genetica all’interno della cellula. Negli animali esposti alle e-cig sono stati osservati danni al Dna delle cellule del sangue. I sostenitori delle e-cig pubblicizzano la minore emissione di sostanze nocive rispetto alle sigarette tradizionali. È necessario a questo punto fare luce e dichiarare che sì, le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette tradizionali ma ciò non vuol dire che sono un elisir di lunga vita per il corpo umano.
Pur essendo un ‘simbolo’ della cultura sociale degli ultimi anni, il primo vero brevetto della sigaretta elettronica risale al 1965, quando venne depositato dallo statunitense Herbert A. Gilbert. Il primo prodotto commerciale, invece, è stato introdotto sul mercato in Cina, per la precisione a Pechino, solo nel 2003 sfruttando una tecnologia ad ultrasuoni da Hon Lik, un farmacista cinese. Commercializzata in Cina da parte del Gruppo Golden Dragon (Holdings), un’industria farmaceutica cinese di Hong Kong, le sigarette elettroniche sono state brevettate come Ruyan, che significa “quasi come il fumo”. Gli utilizzatori delle sigarette elettroniche sono chiamati vapers e proprio pochi giorni fa in 20mila hanno assaltato gli spazi del Vapitaly, la fiera dedicata al mondo dell’e-cig, in programma a Veronafiere fino al 22 maggio scorso. Alla manifestazione internazionale hanno partecipato 180 espositori, di cui il 60% stranieri, provenienti da 16 Paesi del mondo. In Italia si contano più di 2 milioni di vapers.