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Sindrome di Asperger: i segnali a cui prestare attenzione
La Sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è un disturbo pervasivo dello sviluppo, che comporta sia difficoltà nelle interazioni sociali che ristretti modelli di comportamento e di interessi.
La SA, per le sue affinità con l’autismo, rientra, nello spettro dei disturbi generalizzati di apprendimento o spettro autistico.
Le ricerche sulle cause si sono svolte solo in tempi recenti.
Il termine fu coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981, e il nome deriva da Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco il cui lavoro fu riconosciuto a partire dagli anni ‘90.
Questa sindrome, rispetto all’autismo, non registra ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo, ma una compromissione delle interazioni a livello sociale e presenta schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati con interessi molto ristretti.
Sintomi della Sindrome di Asperger
I sintomi di questo disturbo riguardano tre aspetti dello sviluppo:
- le relazioni sociali;
- l’uso del linguaggio;
- gli interessi.
I sintomi generali sono un disturbo non verbale dell’apprendimento (Non verbal learning disorder), fobia sociale, schizofrenia, scarsa igiene personale e nei casi più gravi anche un rifiuto totale.
Vi sono poi delle caratteristiche ricorrenti della sindrome di Asperger che sono:
- interazioni sociali compromesse
- attività monotone e concentrazione limitata
- raggio ristretto di interessi
- limitata coordinazione motoria
- vulnerabilità emotiva
- intelligenza nella media o sopra alla media e superiore capacità di memorizzazione
Nel Mondo Asperger si trova poi uno schema ricorrente dei sintomi a seconda delle aree di riferimento che sono:
Area affettiva-relazionale-comunicativa:
- tendenza all’isolamento
- incapacità di interazione verbale efficace
- conversazione ingenua
- incapacità di capire le regole implicite del gioco e della conversazione
- mancanza di empatia e preferenza per la sfera razionale
- bassa soglia di tolleranza alla frustrazione
- ansia
- scarsa attitudine alla mediazione
Area motoria e sensoriale:
- disturbi sensoriali
- ridotta o eccessiva sensibilità tattile
- difficoltà nel recepire informazioni dall’uso contemporaneo di più canali sensoriali
- mancanza di coordinazione
- difficoltà nell’acquisizione di automatismi
Area cognitiva:
- tendenza alla sistematicità e alla catalogazione
- difficoltà di comprendere linguaggio specifici, come modi di dire o metafore
- eccessiva attenzione per il particolare e attitudine a dedicarsi a un solo campo di interesse
- iperlessia (acquisizione precoce della capacità di lettura);
- disprassia (difficoltà nell’eseguire sequenze di movimenti coordinati e intenzionali);
- disgrafia
- difficoltà nel riconoscimento dei visi
- gusto particolare per l’umorismo
- rifiuto all’omologazione
Nell’area dell’autonomia possono verificarsi:
- attaccamento a delle abitudini
- scarsa autonomia
- difficoltà di concentrazione, di attenzione e controllo della situazione
- difficoltà nell’organizzazione e nell’esecuzione contemporanea di più compiti
- difficoltà nell’operare rapide scelte
- difficoltà nella previsione di cambiamenti e nella progettazione del proprio futuro
In alcuni casi la Sindrome di Asperger viene diagnosticata anche per una serie di disturbi non dovuti alla sindrome stessa come depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo.
La sindrome di Asperger è stata introdotta nel Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-IV) nel 1994 dopo uno studio condotto su oltre 1000 bambini e adolescenti affetti da autismo e da disturbi correlati.
In genere i genitori dei bambini con Sindrome di Asperger possono notare differenze nello sviluppo dei loro figli già dai 30 mesi di età.
Studi epidemiologici
Gli studi sulla Sindrome Asperger sono per lo più inglesi e svedesi e hanno rilevato avere una prevalenza di 3/4 casi ogni 10.000 persone, dato che va comunque preso con cautela in quanto variano i criteri diagnostici utilizzati ed essendo diversi i parametri su cui basarsi per differenziarla dalla sindrome autistica.
Inoltre nonostante le numerose ricerche ancora in corso non si è in grado di identificare quale sia la diffusione fra maschi e femmine e l’eventuale correlazione certa di legami genetici.