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Solidarietà tra la Fondazione Basis e la Caritas di Formello: intervista alla Caritas
Fondazione Basis e la Caritas di Formello, insieme per dare sostegno al prossimo.
Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare alcuni volontari di un piccolo centro Caritas, quello della Parrocchia di San Lorenzo Martire, con i quali abbiamo condiviso un’esperienza di solidarietà dalla quale è nata una collaborazione che ci auguriamo avrà ulteriori sviluppi.
Maria Cecilia è una di questi volontari, con la quale abbiamo organizzato il nostro intervento a sostegno delle famiglie in difficoltà, ed alla quale abbiamo chiesto la possibilità di rendere nota a tutti l’esperienza fatta attraverso questa breve intervista.
Maria Cecilia, come si svolge la vostra attività in Caritas?
L’articolazione della Caritas è complessa; noi facciamo capo alla Parrocchia e siamo parte della Caritas diocesana. Non siamo un’associazione, ma più semplicemente i rappresentanti dell’intera comunità parrocchiale, a cui prestiamo le nostre mani per aiutare. Del resto, quando in una famiglia qualcuno ha bisogno, tutti collaborano, ciascuno secondo le proprie possibilità. Questo è lo spirito con il quale affrontiamo il nostro impegno in nome di tutta la comunità parrocchiale che, con aiuti di vario tipo, ci mette in grado di distribuire alimenti, vestiti, ma anche di sostenere, attraverso progetti mirati, alcune famiglie che versano in stato di povertà assoluta. Noi siamo otto volontari fissi, a cui si aggiungono amici che, in base al tempo che possono donare, vengono a dare una mano. Al pranzo dell’Epifania, un’occasione di festa con i nostri ospiti cui, tra l’altro, avete contribuito anche voi, il numero dei volontari era molto più alto.
Quante persone assistite? Sono stranieri o italiani?
Non parliamo di “assistiti” ma piuttosto di “ospiti” che hanno bisogno temporaneamente di aiuto. Questo è lo spirito con il quale prestiamo il nostro servizio. Nella formazione che riceviamo, non impariamo ad essere dei professionisti, ma ad amare l’altro, così come si presenta, con i suoi difetti, con la sua mentalità, con le sue tradizioni e con il suo credo religioso. Per noi, ciascun ospite è una Persona con la P maiuscola da rispettare per quello che è, non da cambiare o alla quale si deve insegnare qualcosa. Presentarsi al Centro di ascolto è un’umiliazione che queste persone devono affrontare! Nella nostra Parrocchia abbiamo circa 160 schede corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari: pochi sono unipersonali; molti sono i bambini piccoli. Tra questi circa il 60% sono stranieri, il restante 40% è costituito da italiani.
Quali sono le richieste più frequenti?
Si viene al Centro di ascolto principalmente per richiedere il pacco alimentare e i vestiti; frequente è la richiesta di aiuto nella ricerca del lavoro. Queste richieste, però, nascondono sempre bisogni profondi.
Bisogna considerare che la maggior parte di queste famiglie usufruisce di un unico reddito, derivante da lavori saltuari e quasi sempre in nero. Diffusa è la disoccupazione che sopraggiunge in età adulta. Queste situazioni generano stati psicologici di depressione, perdita dell’autostima ed incapacità di gestione delle scarse risorse economiche, che possono sfociare anche in un isolamento dalla comunità. A tutto questo, si aggiungono poi le situazioni abitative non idonee perché gli affitti sono molto cari in zona: case piccole sovraffollate o, peggio ancora, condizioni delle abitazioni insalubri, con umidità ecc. Preferiamo non dare denaro agli ospiti, anche se ci viene richiesto spesso, ma in alcuni determinati casi procediamo direttamente al pagamento delle bollette.
Quale collaborazione è stata realizzata con la Fondazione Basis?
Con la Fondazione, vista la sua specifica vocazione, abbiamo elaborato un sussidio sanitario che consente la copertura di spese per medicinali e spese mediche che il Servizio Sanitario nazionale non copre adeguatamente, ovviamente fino ad un massimale fissato nel contratto. In questo modo non solo si contribuisce ad alleggerire i costi sostenuti dalle famiglie che si trovano ad aver bisogno dell’assistenza medica, ma si stimolano le stesse famiglie a curare e preservare il bene più prezioso, la salute. Questo ultimo elemento – il curare se stessi dando attenzione alla propria persona – è un elemento di grande rilievo nel tentativo di ricostruire una dignità dell’ospite della Caritas. Alcuni medici offrono il loro tempo per visite specialistiche gratuite, attraverso la Caritas; ma l’idea di un sussidio sanitario da consegnare nelle loro mani e da lasciare alla loro diretta gestione ci è sembrato un modo per riconoscerne le capacità. L’incontro con Massimiliano Alfieri, Presidente della Fondazione Basis è stato per noi un momento di grande importanza, capace di infondere fiducia e considerazione a queste persone che si sono sentite gratificate per l’attenzione e per l’umanità prestate. In questo senso ci avete aiutato a ricostruire un po’ di dignità.
Di quale supporto avrebbe bisogno la Caritas di Formello?
Nel settore sanitario ogni aiuto è una grazia di Dio, perché la salute è la base necessaria per la ripresa della persona. Come è facile immaginare, nelle famiglie con bambini piccoli ci sono spese ed esigenze che vanno oltre i farmaci. Basti pensare ai costi del latte in polvere o dei pannolini, dei prodotti per la prima infanzia in generale. Noi non riusciamo ad avere contatti con i produttori per una fornitura costante di questo genere di beni. Se potete aiutarci in tal senso sarebbe importante. E poi, ovviamente, il sostegno economico nei vari progetti che abbiamo, quelli già avviati, come ad esempio “Adotta una famiglia” che comporta un impegno mensile costante di 10€ e ci consente di pagare qualche bolletta; progetti più specifici di sostegno a famiglie in povertà assoluta che prevedono anche il pagamento di affitto, almeno per un anno. Vista la bella esperienza che stiamo facendo non mancheremo di coinvolgervi in altre iniziative.