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Sterilità di coppia: una visione di insieme
La sterilità di coppia è un problema di proporzioni sempre più importanti; essa viene definita come l’incapacità a procreare dopo almeno 18 mesi di rapporti spontanei non protetti. Si parla di sterilità primaria quando una coppia non ha mai avuto gravidanze, secondaria se ha già avuto gravidanze ma non riesce ad averne un’altra.
Secondo le ultime stime ISTAT, le coppie sterili in Italia si attestano ogni anno tra le 60.000 e le 80.000, rappresentando circa il 20-25% delle 300.000 nuove unioni. Il dato è confermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui il 25% circa delle coppie in età fertile troverà difficoltà nel concepire e il 15% è sterile. La ricerca di un lavoro ottimale e, di conseguenza, l’età posticipata al matrimonio e al primo figlio comportano uno slittamento della genitorialità. Questo vuol dire superare il picco di massima fertilità che, biologicamente per una donna, si colloca tra i 16 e i 28 anni, decrescendo in modo significativo dai 35. Oltrepassati i quaranta anni l’indice di fertilità diviene bassissimo: solo una donna su dieci riesce a concepire.
Nel corso degli anni, l’età media delle donne alla prima gravidanza è aumentata in tutti i Paesi europei, attestandosi a 28.8 nel 2014 contro i 26 anni nel 1995; è l’Italia ad essere la più ritardataria, essendo il Paese in cui si fa il primo figlio a 30,7 anni circa. A seguire ci sono le spagnole, che fanno il primo figlio a 30,6 anni, le lussemburghesi a 30,2 e le greche a 30. Comportamento completamente opposto si osserva nei Paesi come Bulgaria, Romania, Lettonia, Estonia, Polonia, Lituania e Slovacchia.
Avere un figlio non è visto più come un evento naturale, ma come una scelta consapevole e sempre di più programmata. è aumentata l’età media al primo figlio e si è ridotto contemporaneamente anche il numero di figli: negli ultimi anni si è passati da 1,44 a 1,22 figli a coppia.
è molto complesso valutare quali siano le cause della sterilità; alla base del problema sono individuabili sia fattori di origine femminile che maschile, oltre a cause esclusivamente femminili e maschili.
Le cause più importanti dell’infertilità femminile possono essere riscontrate in disfunzioni ormonali, che incidono ostacolando il processo dell’ovulazione e quindi la crescita e maturazione del follicolo; la presenza di fibromi, malformazioni uterine, malattie sessualmente trasmissibili, endometriosi.
L’età della donna, come già detto, è un fattore concreto, in quanto la correlazione tra la fertilità femminile e l’età dipende dalla graduale ed irreversibile diminuzione del numero di ovociti e dal peggioramento della qualità degli stessi.
La componente maschile, nella sterilità di coppia, è in continuo e costante aumento. Il numero degli spermatozoi per millimetro è andato progressivamente riducendosi fino a dimezzarsi completamente negli ultimi 50 anni, ma non è un indice certo di fertilità, in quanto non è stata effettivamente dimostrata alcuna correlazione tra il numero e l’aumento della fertilità maschile. Il problema in oggetto sembra essere sempre più comune soprattutto nelle società industrializzate, si stima che circa un italiano su dieci sia sterile. A differenza delle donne, nell’uomo l’età non ha un impatto rilevante sulla fertilità, in quanto la formazione degli spermatozoi si svolge ininterrottamente nei testicoli.
L’intero ciclo di maturazione, detto spermatogenesi, dura 70 giorni, e la maturazione finale degli spermatozoi ha la durata di 12-21 giorni. Questo processo avviene per tutta la vita fino alla vecchiaia, per questo motivo un uomo può essere fertile sempre, anche in età avanzata.
La letteratura medica evidenzia sempre di più anche il ruolo di fattori psico-sociali di infertilità, dovuti a fenomeni complessi come lo stile di vita, il fumo, l’uso di droghe, l’abuso di alcol, e l’inquinamento.
L’obesità e la magrezza eccessiva causano ben il 12% del totale dell’infertilità. Un’alimentazione ricca di grassi, zuccheri, povera di fibre e una vita sedentaria, incidono pesantemente sulla salute riproduttiva. Infatti, il grasso corporeo emette estrogeni che, a loro volta, impediscono alla cellula uovo di raggiungere la parete delle ovaie rendendo quindi difficile il concepimento. L’obesità colpisce anche il ciclo mestruale e aumenta il rischio di aborto spontaneo. Dall’altro lato, anche la magrezza eccessiva può essere causa di infertilità, in quanto una presenza eccessivamente ridotta di grasso corporeo non consente una regolarità nei cicli mestruali. In questi casi si può correre il rischio che, quando presenti, i cicli mestruali sono anovulatori (non avviene ovulazione e quindi non c’è la possibilità di concepire) oppure si potrebbe andare incontro ad un difetto della fase luteale, ovvero una condizione in cui l’ovulo, anche se fecondato, non ha il tempo e la possibilità di impiantarsi in utero.
Anche il fumo ha un impatto negativo sulla possibilità di concepimento; nella donna, tutti i metalli presenti nel fumo, interferiscono con la capacità delle cellule ovariche a produrre estrogeni e incrementano il numero di ovociti portatori di malattie cromosomiche. Negli uomini il fumo interferisce sia sul numero che sulla qualità degli spermatozoi, compromettendo quindi la loro concentrazione, la motilità, la morfologia. Nei fumatori la concentrazione di spermatozoi è del 13-17% in media più bassa rispetto ai non fumatori. Ovviamente, anche il fumo passivo causa effetti negativi.
E’ risaputo che anche l’uso eccessivo di alcol danneggia il sistema riproduttivo maschile e femminile, interferendo con il funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione degli ormoni sessuali. Nelle donne, l’abuso di alcol è responsabile di una minore produzione degli ormoni, causando quindi irregolarità mestruali fino alla scomparsa del ciclo, assenza di ovulazione, infertilità e precoce menopausa. Nell’uomo comporta riduzione dei livelli di testosterone ed LH, numero ridotto di spermatozoi ed elevata incidenza di alterazioni morfologiche degli stessi.
Anche l’inquinamento ambientale può agire sulla fertilità: basta pensare agli ormoni presenti negli alimenti, agli estrogeni che vengono utilizzati illegalmente nell’allevamento e nell’agricoltura, ma anche alle sostanze chimiche che contaminano l’ambiente attraverso scarichi di fabbriche, dei veicoli, oppure che sono rilasciate dagli imballaggi contenenti gli alimenti.
Oltre ai fattori appena elencati, è stato osservato da ricerche condotte che anche lo stress e le onde elettromagnetiche dei telefoni cellulari possono giocare un ruolo negativo sulla fertilità.
Una ricerca americana ha confermato quanto da tempo si supponeva, ovvero che anche piccoli livelli di stress possono essere causa di infertilità. Ad analizzare l’associazione tra stress e infertilità femminile è stata una ricerca americana dell’Ohio State University, pubblicata sulla rivista Human Reproduction e diretta dal gruppo della dottoressa Courtney Denning-Johnson Lynch. Il team di ricerca ha seguito circa 400 coppie, effettuando sulle donne un prelievo del sangue, esaminandolo in laboratorio e concentrandosi in particolare sul livello nel sangue di un ormone dello stress, ovvero l’alfa-amilasi. Dalla ricerca è emerso che le donne con elevate concentrazioni dell’ormone nel sangue avevano una probabilità più bassa del 30% circa di restare incinta. Le situazioni di durevole tensione causano l’aumento dei livelli degli ormoni, tra cui l’LH, che consente la maturazione dei follicoli ovarici. Una situazione di questo tipo comporta, nella donna, l’assenza dell’ovulazione e la scomparsa delle mestruazioni.
Un’ulteriore ricerca, pubblicata su Environment International ed effettuata dalla facoltà di Biologia dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, ha voluto dimostrare il rapporto esistente tra cellulari e fertilità maschile. Il campione analizzato era di circa 1.500 uomini, di cui si conosceva la qualità ed il numero di spermatozoi; è emerso come la vicinanza del cellulare alle parti dell’apparato genitale maschile, dovuta alla cattiva abitudine di tenerlo in tasca, comporti un calo dell’8% della fertilità, in quanto si è osservato che gli spermatozoi perdono capacità di movimento e vitalità.
Evitare di bere più di una bevanda alcolica al giorno, evitare di indossare biancheria e vestiti stretti, smettere di fumare, evitare l’esposizione a prodotti chimici come quelli prodotti da fabbriche, cercare di mangiare cibi sani: questi sono solo alcuni dei molteplici accorgimenti da seguire, nell’intento di custodire e preservare il corretto funzionamento del nostro apparato riproduttivo, in modo da affrontare uno dei momenti più belli della vita con la massima serenità.