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I tagli alla sanità
Il “nostro”sistema sanitario nazionale è forse uno dei pochi punti d’eccellenza che l’Italia ancora difende con tenacia.
L’Italia è l’unico paese al Mondo che garantisce come diritto costituzionale l’assistenza sanitaria, creando delle eccellenze uniche, ma cosa ancor più importante fu l’istituzione dei LEA (livelli essenziali di assistenza) alla base del nostro sistema sanitario, che prevedono che nessuno può essere escluso dalle cure, senza alcuna discriminazione di età, residenza, o status sociale. Qui sta la dimensione sociale del nostro sistema sanitario, il quale nel corso degli anni ha visto tagliarsi quasi 25 mld di finanziamenti, rendendo sempre più difficoltoso il mantenimento dei livelli qualitativi.
Con la finanziaria 2015 da 20 mld di €uro si vuole nuovamente “tagliare”, ma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato: “Ho detto con grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi” per il momento, però, il titolare dell’Economia Fabrizio Saccomanni si è limitato a promettere che si troverà una soluzione equa.
Le ipotesi circolate parlano di un miliardo in meno, derivanti dall’introduzione di nuovi ticket, oltre un miliardo di tagli ai servizi. “La sanità ha avuto tagli per 22 miliardi negli ultimi anni”, ha spiegato la Lorenzin “ e il Sistema Sanitario Nazionale si trova in una fase di ristrutturazione importante e di recupero di risorse dalle regioni. Se vogliamo mantenere certi standard – ha continuato – non possiamo subire altri tagli.” L’ipotesi di un taglio da 3 mld di Euro in tre anni si fa però sempre più concreta, sacrificando ancora una volta i LEA e spostando la spesa sanitaria sul reddito della popolazione, alimentando il fenomeno della rinuncia all’accesso alle prestazioni mediche, generando così un senso di abbandono per le lunghe liste di attesa e per l’impossibilità di accedere alle strutture private per gli alti costi.
Al contempo l’ipotesi di poter mantenere e reinvestire nel settore tutti i risparmi ottenuti dalla spending review interna prevista sembra destinata a spegnersi dopo appena due mesi, tutto questo ha portato il Min. Beatrice Lorenzin ad avviare un riordino dei costi standard, senza ricorrere a nuovi tagli.
La sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali, compreso il nostro del cui modello andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni.
Ecco perché oggi le offerte di fondi sanitari, società generali di mutuo soccorso e casse di assistenza sono sempre più elementi imprescindibili per il buon funzionamento ed integrazione tra il pubblico ed il privato della sanità italiana e dei livelli di prestazioni per individui e famiglie.