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Tatuaggi: nuovi rischi per il sangue
Sono sulla pelle della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, sono definiti come la ‘nuova frontiera dell’arte contemporanea’ e suscitano dibattiti e polemiche a non finire. Colorati o in bianco e nero, amati o detestati, i tatuaggi tornano a far parlare di sé e oggi la scoperta non può non interessare la medicina. I tatuaggi liberano nano particelle colorate che viaggiano per tutto il corpo umano attraverso il sangue.
In Italia circa 1 milione e mezzo di persone hanno almeno un tatuaggio e tra questi circa l’8% ha un’età tra i 12 e i 18 anni. Il numero di persone che decidono disegnare il proprio corpo con un tatuaggio permanente è in forte ascesa, come dimostrato dal grande aumento delle imprese che eseguono piercing e tatuaggi (257 nel 2009 e 1537 nel 2013). L’opinione finora più diffusa è che il tatuaggio presenti rischi solo durante la sua esecuzione ma il nuovo studio dimostra tutt’altro.
Gli inchiostri usati per i tatuaggi, infatti, possono liberare minuscole particelle, delle dimensioni inferiori a un milionesimo di millimetro, in grado di ‘trasmigrare’ nel sangue fino a raggiungere i linfonodi, comunemente note come le “sentinelle” delle difese immunitarie. È questo il contenuto della ricerca coordinata da Ines Schreiver, dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr), pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports. Le micro-particelle sono state osservate ineditamente grazie alla luce di sincrotrone. Le conseguenze per la salute al momento non sono chiare perché al momento l’unica cosa che è stata osservata è il rigonfiamento cronico dei linfonodi.
“Quando qualcuno vuole farsi un tatuaggio è molto attento a rivolgersi a centri che utilizzano aghi sterili. Tuttavia nessuno controlla la composizione chimica dei colori, bisognerebbe farlo e adesso ne dimostriamo il motivo”, ha dichiarato Hiram Castillo, del Centro europeo per la luce di sincrotrone Esfr (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble. Buona parte degli inchiostri adottati per i tatuaggi sono composti da pigmenti organici, e anche da nichel, cromo, manganese, cobalto e il biossido di titanio usato per il bianco. Le immagini di campioni di pelle e linfonodi prelevati da persone tatuate, osservate sempre mediante l’adozione della luce di sincrotrone, consentono di vedere nei tessuti le minuscole particelle liberate dai colori. Il ritardo nella guarigione o il forte prurito è spesso associato ai tatuaggi di colore bianco. “Sapevamo già che i pigmenti dai tatuaggi andavano nei linfonodi, che si colorano del colore del tatuaggio, ma non sapevamo che lo facessero a livello di nano particelle” spiega Bernhard Hesse al Corriere della Sera, uno dei due primi autori dello studio.
“Era noto che gli inchiostri dei tatuaggi possono provocare pseudolinfomi, e cioé l’ingrossamento dei linfonodi – spiega Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis del gruppo San Donato a Milano. È una conseguenza tipica di quando entra nell’organismo una sostanza esterna che entra nel circuito linfatico fino ad arrivare ai linfonodi. Questo nuovo studio ha potuto accertare quello che era un sospetto, e cioé che la causa dei pseudolinfomi possono essere anche gli inchiostri dei tatuaggi. L’infiammazione del sistema linfatico è qualcosa che in genere si risolve da sé, ma se si parla di cronicità allora siamo di fronte a possibili alterazioni del sistema immunitario. Le particelle di inchiostro, entrando nel sistema linfatico possono ipoteticamente raggiungere i vari organi, ma le conseguenze al momento non sono note e sarà certamente oggetto di studi futuri”.