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Tipologie di cheratosi e rimedi
Il termine medico cheratosi si riferisce a delle alterazioni della pelle che portano a un ispessimento dello strato corneo e a degli evidenti cambiamenti di colore. Questa problematica è causata da un processo, chiamato cheratinizzazione, ai danni dello strato superficiale dell’epidermide, dovuto a un accumulo di cheratina, una proteina filamentosa ricca di zolfo e molto resistente.
La cheratosi si manifesta con chiazze molto spesse, irregolari e di colore più scuro rispetto al tessuto cutaneo circostante, quasi tendente al bruno-grigiastro. In alcuni casi può assumere un aspetto verrucoso con superfici desquamante e margini arrossati, e riguardare un’unica porzione di pelle o interessare ampie zone cutanee. La malattia si presenta in tipi differenti ed è provocata da diversi fattori per il quale prende il nome di cheratosi:
- Attinica, la più comune, provocata da un’eccessiva esposizione ai raggi solari. Può costituire il punto di partenza di tumori maligni della pelle, riconosciuti anche come carcinomi spinocellulari. La loro localizzazione predilige tutte le zone del corpo che sono state più esposte negli anni ai raggi ultravioletti: viso, mani, spalle, dorso e décolleté.
- Seborroica, prevede la comparsa di piccole macchie scure in particolare sul viso, sulle spalle, sul torace e sulla schiena. Talvolta provocano prurito e le cause di questa tipologia di cheratosi non sono ancora del tutto chiare.
- Senile, prodotta dal processo di invecchiamento cutaneo.
- Follicolare, riconosciuta anche come pilare, si manifesta con una maggiore concentrazione di cheratina nei pressi di uno o più bulbi piliferi. Colpisce sia bambini sia adulti, i primi principalmente su guance e tempie, i secondi su cosce, glutei e braccia.
- Ipercheratosi subungueale fa riferimento invece ad alterazioni che interessano i tessuti cutanei attorno alle unghie le quali si ispessiscono a causa di un accumulo di cheratina. Spesso questa disfunzione si associa a psoriasi ungueale, una malattia infiammatoria cronica che colpisce fino al 3% della popolazione generale.
- Palmoplantare si presenta sulla pelle del palmo delle mani o della pianta dei piedi.
- Faringea, meno diffusa, riguarda l’ispessimento dell’area in cui si trova la faringe e può generare seri problemi di deglutizione.
Oltre alle tipologie sopra descritte, la cheratosi si può riscontrare anche per una somministrazione prolungata di farmaci arsenicali e da un’esposizione eccessivamente frequente e continua ai raggi X, mentre in altri casi risulta essere secondaria a micosi cutanee ed eczemi. In qualche caso, le lesioni cheratosiche possono costituire un’alterazione congenita di natura malformativa, come nel caso dell’ittiosi, un grave disturbo della cheratinizzazione. Alcune forme di cheratosi presentano invece, un’eziologia sconosciuta.
La cheratosi non necessita, in genere, di trattamenti specifici, ma possono essere molto di aiuto prodotti cheratolitici o con azione riducente e smacchiante da applicare con una certa frequenza dove la pelle risulta ispessita. Bisogna prestare però particolare attenzione a non utilizzare in maniera eccessiva scrub e prodotti abrasivi, perché potrebbero provocare delle fastidiose irritazioni.
Con l’insorgenza di questa patologia, è importare idratarsi costantemente evitando anche detergenti profumati e poco naturali. Sono invece indicate creme e lozioni che contengono acido lattico, vitamina A, acido salicilico e urea, tutte sostanze che promuovono e facilitano il rinnovamento cellulare. Le zone compromesse possono inoltre essere rimosse a livello ambulatoriale attraverso crioterapia, raschiatura o laser. In ogni caso, sarà il dermatologo a suggerire il trattamento più adatto, quindi è importante specificare di non prendere iniziative e valutare, al contrario, la propria situazione con uno specialista dopo un’accurata visita dermatologica.
Dal 2017 è in commercio pomata che sarebbe in grado di eliminare dalla pelle i primi segni della cheratosi attinica. Lo dimostrano i risultati della sperimentazione clinica condotta su 65 pazienti al Massachusetts General Hospital di Boston, negli Stati Uniti. Questa tipo di pomata, come spiegano i ricercatori statunitensi sul Journal of Clinical Investigation, è stata preparata unendo due farmaci già utilizzati dall’uomo: il chemioterapico 5-fluorouracile, impiegato contro la cheratosi, e il calcipotriolo, un principio attivo usato contro la psoriasi, una malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva né contagiosa, solitamente di carattere cronico e recidivante, e in grado di attivare il sistema immunitario contro i tumori della pelle.