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Tornano le arance per la ricerca in 3 mila piazze italiane
Il cancro profuma di agrumi, anzi di arance.
Questo fine settimana nelle piazze italiane tornano protagoniste le arance per la ricerca, sì perché il lavoro dei ricercatori negli istituti di ricerca e nei laboratori non potrebbe esserci senza una raccolta fondi.
Tra gli appuntamenti più saldi in ottica donazioni, nell’immaginario del pubblico, c’è proprio quello con le Arance della Salute, promosso dall’Associazione italiana ricerca sul cancro che sabato 26 gennaio torna in 3 mila piazze italiane, primo appuntamento di una nuova annata di raccolta fondi.
Per contribuire, e ricevere una reticella da 2,5 kg di arance, basta una donazione di 9 euro.
Puntando sulla naturale attenzione del pubblico al tema della salute che passa anche dal cibo, Airc amplia la possibilità di donare: sarà possibile, con una donazione minima di 6 euro, acquistare anche marmellata d’arancia o miele di fiori d’arancia con 7 euro (i prodotti sono disponibili anche sull’e-shop del sito). Per chi intende donare e dunque partecipare al supporto finanziario della ricerca sarà sufficiente raggiungere lo stand Airc in piazza dove ad accoglierlo ci saranno i volontari dell’associazione.
Ogni anno sono mediamente 1800 le pubblicazioni scientifiche dei ricercatori Airc: un contributo alla ricerca riconosciuto dalla comunità internazionale e una conferma dell’accuratezza delle scelte di Airc nella distribuzione dei fondi, con concrete e importanti ricadute nelle cure ai pazienti. I risultati contenuti nelle migliori pubblicazioni sono anche divulgati al largo pubblico, tramite i canali istituzionali di Airc e alla collaborazione dei media: in questo modo l’Associazione condivide i risultati dell’attività dei ricercatori con tutti coloro che lo hanno reso possibile sostenendoci e stando al nostro fianco.
Un traguardo raggiunto in questi giorni ha a che fare con il gruppo di Gabriella Sozzi, direttrice della Struttura complessa di genomica tumorale all’Istituto nazionale tumori di Milano, a proposito di una speciale firma molecolare la cui presenza sembra in grado di predire il futuro sviluppo di un tumore del polmone in persone ad alto rischio.
La firma è composta da 24 piccole molecole di RNA (microrna) che funzionano come interruttori in grado di attivare o inattivare gruppi di geni.
Sono molecole importantissime nel dialogo che il tumore fin dall’inizio avvia con il microambiente che lo circonda, piegandolo a proprio vantaggio. Dopo aver individuato la firma, aver scoperto che è visibile nel sangue di persone a rischio (per esempio forti fumatori) fino a due anni prima della comparsa di noduli polmonari rilevabili con la TAC, e aver avviato uno studio clinico per valutarne l’efficacia come strumento di diagnosi precoce, il gruppo coordinato da Sozzi ha cercato di scoprire qualcosa in più sull’origine delle molecole che compongono tale firma. Tutto grazie al sostegno fondamentale di AIRC e in particolare ai fondi destinati ad AIRC con il 5 per mille.
I risultati degli ultimi esperimenti sono pubblicati sull’International Journal of Cancer. “Lavorando sia su linee cellulari sia sul plasma di pazienti con tumore del polmone o di persone ad alto rischio di svilupparlo abbiamo scoperto che queste 24 molecole derivano principalmente da cellule del sistema immunitario e sono indice di un microambiente polmonare alterato, pronto a favorire la crescita di un tumore”. A spiegarlo è Orazio Fortunato, collaboratore di Sozzi e primo autore di questo studio che precisa come i microrna della firma non sono solo spettatori passivi di un ambiente che cambia a favore del tumore: almeno uno, il mir320, ha anche un ruolo attivo in questo senso, inibendo le cellule del sistema immunitario che potrebbero ostacolare la crescita di quelle tumorali.
“Conoscere sempre più in dettaglio i meccanismi di rilascio di queste molecole e la loro funzione nell’insorgenza di un tumore potrebbe permettere, in futuro, lo sviluppo di nuove terapie dirette proprio contro queste molecole attive”, auspica lo stesso Fortunato.