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Il tumore al pancreas continua ad essere più letale fino al 2020
Anche quest’anno novembre è il mese dedicato alla consapevolezza e prevenzione del tumore al pancreas, una ghiandola situata nell’addome, tra lo stomaco e la colonna vertebrale, di circa 15 centimetri di lunghezza, divisa in tre parti: testa corpo e coda.
Il tumore al pancreas, riconosciuto spesso anche come neoplasie del pancreas, risulta essere tra le malattie in aumento e ancora difficilissimo da eliminare del tutto. L’Associazione Italiana Registro Tumori (AIRT) mostra una stima recente affatto incoraggiante, 13.300 nuovi casi in Italia nel 2018, ovvero più di mille al mese e con un lieve aumento per le donne. Nel 2015 ci sono stati 11.400 decessi a causa di questo potente carcinoma e le stime sulla sopravvivenza, purtroppo, sono rimaste invariate se non peggiorate.
Il cancro si manifesta quando alcune cellule che costituiscono la ghiandola si moltiplicano senza controllo. La testa del pancreas è la regione più colpita dalle forme tumorali; in particolare, dal pancreas esocrino, dedito a produrre i succhi pancreatici, ha origine circa il 95% di tutti i tumori (benigni e maligni). La parte invece che genera gli ormoni, quindi insulina, glucagone, amilina e somatostatina, si definisce invece endocrina ed è colpita dal 5% delle neoplasie. Sebbene sia tutt’oggi molto difficile identificare una sola causa di questo tumore in un singolo paziente, l’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC) ha individuati fattori differenti che possono aumentare il rischio di ammalarsi di questa grave malattia. Tra questi vi sono:
– Il fumo di sigaretta, anche passivo, è il fattore di rischio in assoluto più associato alla probabilità di sviluppare un carcinoma pancreatico. I fumatori presentano, infatti, un rischio di incidenza del doppio o addirittura triplo rispetto ai non fumatori. La proporzione di tumore al pancreas attribuibile al fumo è del 20-30% negli uomini e del 10% nelle donne.
– La pancreatite cronica, causata da un’infiammazione continua del pancreas, può accrescere il rischio di sviluppare un adenocarcinoma pancreatico che ha origine nelle cellule ghiandolari. Il rischio aumenta con il fumo e in presenza di fattori genetici. In particolare per quest’ultimo punto, è importante sottolineare che la ricerca ha evidenziato delle prospettive essenziali ed interessanti legate alla decodificazione del genoma del cancro, ovvero che non esiste un unico adenocarcinoma del pancreas ma ce ne sono tanti diversi causati da alcune alterazioni particolari. Quindi, è stata confermata una moderata familiarità a incidere nella manifestazione clinica; tuttavia, i geni responsabili della neoplasia non sono stati ancora completamente identificati (anche se il RAS e il p16 risultano modificati in quasi il 90% dei casi).
– Il consumo di bevande alcoliche, in grandi quantità e nel lungo periodo, aumenta il rischio di sviluppare una pancreatite cronica. Di fatti, 7/10 casi di infiammazioni croniche al pancreas sono causate da un’eccessiva assunzione di bevande alcoliche.
– L’obesità, quindi l’eccessivo accumulo di grasso corporeo in genere dovuto ad un’alimentazione sbagliata, soprattutto povera di fibre, e ad una vita sedentaria, genera tumori al pancreas per il 12% dei casi. Pertanto, la dieta mediterranea è un valido supporto per cercare di contrastare lo sviluppo della malattia e accompagnare i pazienti in terapia.
– Il diabete mellito, malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue, concorre ad accrescere il rischio di sviluppare un tumore del pancreas. Numerose ricerche scientifiche hanno esaminato in quasi un milione di pazienti fra la Regione Lombardia e il Belgio con diabete di tipo 2 una forte correlazione con l’insorgenza del cancro al pancreas. In realtà, capire i meccanismi alla base del rapporto tra le due condizioni è complesso. Infatti, i focus degli studi non sono le diagnosi di per sé per il diabete di tipo 2, ma quei casi gravi in cui, in poco tempo dalla prognosi, il diabete è talmente difficile da controllare che si è costretti a optare per una terapia a base delle incretine (ormoni prodotti da alcune cellule presenti nell’intestino) dal momento che i normali farmaci orali non risultano sufficienti per abbassare i livelli di glucosio nel sangue. Questo non significa che in generale il diabete è un fattore di rischio per l’insorgenza del cancro al pancreas, bensì che una diagnosi di diabete di tipo 2 dall’andamento particolarmente rapido e aggressivo, che quindi richiede una terapia a base di incretine, può essere un segnale importante per la diagnosi precoce del cancro al pancreas.
Di conseguenza a quanto detto finora, il tumore al pancreas resta una delle neoplasie a prognosi più severa. Al Gemelli è stato appena inaugurato il Pancreatic Advanced Research Center, un centro specializzato già operativo dove collaborano costantemente i migliori chirurghi, oncologi, radioterapisti e gastroenterologi di tutta Europa. Ciascun paziente, dal momento della diagnosi, viene inserito in un percorso diagnostico terapeutico organizzato e accompagnato dal team in tutte le tappe del suo cammino che, pur essendo molto difficile e tortuoso, in questo modo ha la possibilità di vedere spiragli di luce.
L’associazione senza fini di lucro Nastro Viola, da anni impegnata a raccogliere fondi per la ricerca, ha proposto di illuminare di viola, durante il 15 novembre, giornata in cui si celebrerà la Quinta Giornata Mondiale per la Lotta al Tumore al Pancreas, luoghi pubblici e privati al fine di attirare l’attenzione su questa grave e forte patologia. Negli scorsi anni svariati luoghi, da Trafalgar Square alle cascate del Niagara, sono stati illuminati di viola, colore simbolo del tumore al pancreas. L’Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas (AIS) ha organizzato nuovamente la Corsa delle Città che quest’anno si terrà a Bologna e Milano. Tutte iniziative che dimostrano quanta consapevolezza e importanza ci sia per questa patologia che, come un fiume in piena, si manifesta aggressivamente ma che con questa stessa aggressività, auspichiamo fiduciosi ad una sua eliminazione definitiva. Sul prossimo numero di Health Online verrà pubblicata un’intervista al Dott. Francesco Cerutti, Medico Radiologo specializzando all’Unità di Radiologia e Dipartimento di Emergenza all’Ospedale Sant’Andrea di Roma.