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Tumori e ricerca dal 30 ottobre al 5 novembre. Arriva la “Piramide del ricercatore”
“Nessuno deve sentirsi abbandonato. Combattere il tumore per guarire sempre più persone è un impegno che deve procedere a fianco alla cura – all’umanità della cura – di chi continua a combattere con la malattia”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia dedicata all’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (Airc) svoltasi al Quirinale. Si tratta di una occasione che annualmente inaugura i “Giorni della Ricerca” che si svolgono dal 30 ottobre al 5 novembre. Una settimana nata per informare l’opinione pubblica sui progressi ottenuti per la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro e per sostenere con le donazioni nuovi programmi scientifici, incentrata sull’umanità delle cure. Un tema quanto mai attuale se consideriamo i diversi casi di cronaca che arrivano direttamente dai reparti ospedalieri di abusi, maltrattamenti e cattiva sanità: dalle cronache di Lugo agli ultimi episodi di Cattolica.
A tal riguardo, il Capo dello Stato ha espresso la sua preoccupazione per tutto ciò che rappresenta l’anti-scienza, a partire dai vaccini: “Non possiamo accettare che nel XXI secolo acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive – come le vaccinazioni – finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose”, ha detto il presidente aggiungendo: “Malattie che le persone della mia generazione ricordano nella loro diffusione e devastante pericolosità quando colpivano amici e compagni di scuola. Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute della società e dei bambini in particolare, mettendola comunque a rischio con la propria omissione”.
Particolare rilievo, inoltre, è stato conferito all’eccellenza della ricerca italiana. Difatti, grazie ai diversi progressi scientifici oggi il tumore è una malattia sempre più curabile. “Siamo a 14 anni dal sequenziamento del genoma e a pochi mesi dall’approvazione da parte dell’Fda della prima terapia genica Car-T in grado di trattare anche tumori molto aggressivi – ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Tutte queste innovazioni non accadono solo negli Stati Uniti ma anche in Italia, sia al Nord che al Sud come dimostra il primo intervento al mondo fatto pochi giorni fa all’Ismett di Palermo per l’asportazione di un tumore allo stomaco per via endoscopica, cioè senza bisturi”.
Proprio in questi giorni, inoltre, su “Nature” e “Nature Genetics” sono stati pubblicati due studi che descrivono l’identificazione di nuove varianti genetiche associate al rischio di sviluppare carcinoma mammario. Entrambe le ricerche sono state coordinate dall’Università di Cambridge ma essenziale è risultato il contributo italiano da parte dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Istituto Europeo di Oncologia e Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, grazie anche al sostegno di AIRC. “In pratica questi studi fanno intravedere la possibilità futura di condurre test basati sulla tipizzazione simultanea di tutte le varianti comuni di rischio di carcinoma mammario ed ovarico – spiega a Repubblica Paolo Peterlongo, Istituto FIRC di Oncologia Molecolare. Modelli teorici suggeriscono che il cosiddetto PRS (Polygenic Risk Score o punteggio di rischio poligenico), un valore calcolato in base al numero di varianti simultaneamente presenti in un individuo, potrebbe essere utilizzato come fattore predittivo del rischio di sviluppare carcinoma mammario”.
Un pagina fondamentale della ricerca in Italia è rappresentata dalle giovani risorse, i ricercatori, che sovente sono sottopagati pur lavorando più di 8 ore al giorno. Una situazione che potrebbe ottenere risultati positivi con la ‘Piramide del ricercatore‘ inserita nella legge di Bilancio 2018 presentata dal Governo Gentiloni. “Con questa provvedimento – ha sostenuto il ministro della Salute – si realizza un nuovo sistema di inquadramento del ricercatore scientifico e biomedico che lavora nei nostri istituti di ricerca e che potrà ora godere di un sistema normativo uguale a quello dei paesi ad altissimo tasso di avanzamento della ricerca come Usa, Gran Bretagna e Germania”. I ricercatori italiani avranno un inquadramento che consentirà loro un percorso di carriera negli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs) sull’arco di 15 anni: verranno valutati sulla base del merito e dei risultati e alla fine di questi 15 anni potranno decidere di rimanere nel Sistema sanitario nazionale oppure optare per la carriera da scienziato ad un livello alto del settore Ricerca.