Nel corso degli ultimi 12 mesi Airc ha destinato alla ricerca sui tumori pediatrici oltre 6 milioni euro per circa 70 progetti e borse di studio, con l’obiettivo di sviluppare terapie sempre più efficaci, personalizzate e meno tossiche per i piccoli pazienti. Quello dei tumori pediatrici in Italia è un nodo complesso: ogni anno infatti nel nostro Paese oltre 2 mila ragazzi, tra bambini e adolescenti, sono colpiti da queste forme tumorali. Fortunatamente l’80% dei pazienti si salva grazie ai passi da gigante fatti dalla medicina e dalla ricerca scientifica. Nella maggior parte dei casi si tratta di leucemia acuta e di linfomi: certo è che ci si trova al cospetto di tumori che si caratterizzano per una crescita rapida e incontrollata di cellule che si infiltrano negli organi e nei tessuti dell’organismo, condizionandone la struttura e il funzionamento. Può essere solido, ovvero costituito da una massa compatta di tessuto, o del sangue, caratterizzato dalla presenza di cellule tumorali nel midollo osseo e nel sangue in circolo. Le cause dei tumori in età pediatrica sono ancora poco note e rappresentano uno dei campi di ricerca in oncologia. Ad oggi è stata dimostrata l’esistenza di precisi fattori di rischio sia ambientali che genetici solo in una minoranza dei pazienti (4-6% dei casi). In pochi casi, la genesi del tumore può avere origine anche da agenti infettivi. La forma di tumore più frequente in età pediatrica è la leucemia acuta (33% dei casi), seguita dai tumori cerebrali (25%) e dai linfomi (15%).
La diagnosi di tumore si avvale di una serie di esami che possono essere di laboratorio e strumentali. Esami del sangue, radiografia del torace, ecografia, TC (tomografia computerizzata), risonanza magnetica, aspirato midollare, puntura lombare, scintigrafia, PET fluorodesossiglucosio, biopsia, sono indagini diagnostiche basate su tecniche e principi diversi che servono ad evidenziare la presenza di cellule tumorali nell’organismo e a definire sia l’estensione che la tipologia di tumore. Per ogni esame utile ad ottenere una diagnosi, nella guida si spiega a cosa serve, in quali casi si esegue, come si procede, le precauzioni da prendere e quanto è invasivo per il bambino.
Come sostengono gli oncologi dell’Ospedale “Bambino Gesù” di Roma, i tumori pediatrici sono patologie sempre più curabili. La probabilità di guarigione è in aumento progressivo. Il miglioramento dei risultati è dovuto alle conquiste della ricerca scientifica, alle maggiori conoscenze delle caratteristiche cellulari, metaboliche e molecolari dei tumori pediatrici che consentono di effettuare terapie personalizzate e a trattamenti farmacologici (chemioterapia) e non (radioterapia, chirurgia), sempre più mirati ed efficaci. Per alcuni tipi di tumore oggi sono disponibili strumenti terapeutici molto avanzati, come il trapianto di midollo e l’immunoterapia anche con cellule geneticamente modificate per aggredire il bersaglio tumorale, di cui i medici italiani sono stati promotori e pionieri.
Dal 2003 al 2008 la sopravvivenza dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 19 anni dopo 5 anni dalla diagnosi della malattia ha raggiunto valori intorno all’80%. Si calcola che ad oggi 1 giovane su 800 all’età di 20 anni sia guarito da un tumore dell’età pediatrica. Sono i tumori del sangue a mostrare i successi maggiori, con una sopravvivenza che, in alcuni tipi di leucemia, oggi supera il 90% dei casi. «La consapevolezza sempre crescente sulle patologie oncoematologiche del bambino e dell’adolescente – conclude il prof. Locatelli – ha permesso di migliorare significativamente i trattamenti e di ottimizzare i percorsi di cura, adattandoli all’età del bambino, alla sua capacità collaborativa e alle caratteristiche biologiche della malattia. Fondamentale per ottimizzare le probabilità di guarigione è che anche i soggetti adolescenti (fino ai 18 anni) vengano trattati in strutture pediatriche con protocolli pediatrici».