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Ulcera peptica: una malattia da non sottovalutare
Disturbi durante la digestione con mal di stomaco accentuato? Potrebbero essere i sintomi dell’ ulcera peptica, ovvero un’erosione, più o meno profonda, del rivestimento interno dello stomaco (ulcera gastrica) o del duodeno (ulcera duodenale), che si verifica quando l’acidità dei succhi gastrici, necessaria per digerire i cibi, danneggia le pareti dello stomaco o del duodeno.
Ne esistono due tipi, distinti sulla base della localizzazione e delle cause: gastrica o duodenale.
Quali sono le cause e i sintomi della malattia? Come avviene la diagnosi e quali sono gli esami ai quali sottoporsi? E, se trascurata, l’ulcera peptica potrebbe dare luogo a delle complicanze?
L’abbiamo chiesto alla dottoressa Federica Fabris, Gastroenterologa presso Healthbay Clinic a Dubai.
Dottoressa Fabris che cos’e’ l’ulcera peptica e qual è la differenza tra ulcera gastrica e quella duodenale?
“Con il termine ‘ulcera peptica’ si definisce una lesione profonda della mucosa gastrica o duodenale. L’ulcera gastrica e l’ulcera duodenale differiscono per localizzazione e a volte per eziologia, ma hanno in comune il processo fisiopatologico, le complicanze e un quadro sintomatologico caratterizzato da dolore o bruciore post-prandiale in regione epigastrica, tipicamente subito dopo i pasti nel caso di ulcera gastrica e alcune ore dopo nel caso di ulcera duodenale. Nello stomaco viene prodotta una grande quantità di acido, necessario per la digestione del cibo, ma potenzialmente nocivo per il tratto digerente. Esistono quindi dei meccanismi protettivi, deputati a mantenere l’integrità della mucosa gastrica e duodenale. Se il bilancio tra elementi protettivi ed elementi dannosi viene alterato, allora inizia il processo infiammatorio a carico dello stomaco e duodeno, che prevede fondamentalmente 3 gradi di severità: iperemia (arrossamento), erosione (danno superficiale) ed ulcera (danno profondo). I fattori che possono alterare questo equilibrio sono molteplici: farmaci quali gli anti-infiammatori non steroidei (FANS) e l’aspirina, l’infezione da Helicobacter pylori, l’eccessivo consumo di alcol, l’eccessiva presenza di sali biliari prodotti dal fegato e rilasciati dalla colecisti, patologie in cui vengono prodotti ormoni in grado di stimolare eccessivamente la produzione di acido da parte dello stomaco, ecc… Ulcera gastrica e ulcera duodenale hanno inoltre in comune le possibili complicanze nel caso non siano trattate o riconosciute tempestivamente, principalmente il sanguinamento e la perforazione. Seppur in declino, l’ulcera peptica resta ad oggi una patologia alquanto comune, con un’incidenza annua pari al 0.10-0.19%. Si stima inoltre che ad un certo punto della vita, il 10% della popolazione mondiale svilupperà un’ulcera peptica”.
Come si fa a capire se si soffre di Ulcera Peptica?
“Il sospetto di ulcera peptica viene posto in base ai sintomi lamentati dal paziente e alla sua anamnesi (farmaci assunti, abitudini alimentari, patologie associate, storia familiare). In questo caso, lo specialista prescrive un trattamento farmacologico e ne valuta la risposta, rivedendo il paziente dopo 2/3 settimane dal primo controllo. Nel caso di mancata risposta (nessun miglioramento dei sintomi) si sottopone il paziente ad endoscopia (esofagogastroduodenoscopia). Per avere una diagnosi definitiva, infatti bisogna ricorrere ad esami radiologici o all’endoscopia (esofagogastroduodenoscopia). Quest’ultima è l’esame preferibile, in quanto permette non solo di avere una visione diretta dello stomaco e duodeno, ma anche di eseguire biopsie ed eventualmente intervenire per arrestare un sanguinamento. Grazie all’elevata efficacia del trattamento medico (farmaci chiamati inibitori di pompa protonica, detti PPI), l’endoscopia non è indicata in tutti i pazienti in prima battuta, ma solo nel caso di campanelli d’allarme o di mancata risposta al trattamento”.
Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
“Sono una significativa perdita di peso, inappetenza persistente, vomito ricorrente, segni di sanguinamento, anemia, difficoltà o dolore alla deglutizione, dolore improvviso acuto e persistente nella regione epigastrica, sudorazione profusa, tachicardia”.
Per lungo tempi i disturbi dell’ulcera peptica sono stati attributi a stili di vita scorretti e stress che provocano un aumento dell’acidità gastrica, invece oggi le cause sono anche altre. Quali?
“Lo stile di vita gioca sempre un ruolo importante nello sviluppo dell’ulcera peptica (eccessivo consumo di alcolici, di cibi grassi, di caffeina, il fumo di sigaretta), ma le due cause più comuni di ulcera peptica sono l’uso di farmaci anti-infiammatori (FANS) e l’infezione da Helicobacter pylori. Questo batterio è in grado di danneggiare direttamente la parete gastrica e di causare una eccessiva esposizione del duodeno all’acidità gastrica. La concomitante presenza del batterio all’uso/abuso di FANS ha un effetto nocivo sinergico. Va comunque ricordato che l’infezione da Helicobacter pylori è molto diffusa (più di metà della popolazione mondiale è portatrice del batterio) ma la presenza del batterio nel nostro stomaco non comporta automaticamente lo sviluppo di ulcera peptica, se i meccanismi di protezione sono adeguatamente efficaci”.
Chi sono i soggetti a rischio?
“I consumatori cronici di FANS/aspirina, gli obesi, gli anziani, gli immunocompromessi, i pazienti con estese ustioni o traumi cerebrali”.
È importante che l’ulcera peptica sia riconosciuta e curata tempestivamente, perché nel tempo può portare a complicazioni talvolta molto serie. Quali possono essere le complicanze di una diagnosi tardiva?
“L’ulcera peptica non trattata può andare incontro a complicanze severe, quali il sanguinamento (più comune), la perforazione e l’occlusione gastrointestinale, quest’ultima soprattutto nei casi cronici e recidivanti. L’associazione tra ulcera peptica e sviluppo del cancro gastrico non è ad oggi chiara ed è tutt’ora argomento di ricerca e dibattito”.
Quali cure vengono proposte al paziente?
“Il farmaco di prima scelta è l’inibitore di pompa protonica (PPI), in grado di ridurre drasticamente la produzione di acido da parte dello stomaco. Possono poi essere aggiunti farmaci in grado di formare uno strato protettivo sulla mucosa gastrica. È poi necessario eseguire la ricerca dell’Helicobacter pylori (o nelle feci o con un test del respiro) e nel caso di positività, è raccomandato un regime di eradicazione che consiste nell’associazione di 2 o 3 antibiotici da assumere assieme al PPI e possibilmente a probiotici. Con la scoperta dell’Helicobacter pylori e la sua eradicazione, si è osservata una drastica riduzione dei casi di ulcera peptica cronica o recidivante. Nel sospetto di sanguinamento da ulcera peptica il paziente verrà sottoposto a gastroscopia e nel caso sia necessario, verranno attuate le tecniche endoscopiche necessarie ad arrestare l’emorragia. Se non vi sono poi controindicazioni assolute, è necessario sospendere l’assunzione di FANS”.
Potrebbe anche essere necessario l’intervento chirurgico?
“Fortunatamente con l’avvento di medicine in grado di ridurre l’acidità di stomaco e tecniche endoscopiche in grado di arrestare un possibile sanguinamento, entrambe altamente efficaci, la chirurgia è necessaria solo in quei pochi casi in cui non è stato possibile arrestare un’emorragia o vi è una perforazione del tratto digerente”.
Una volta diagnostica l’Ulcera Peptica si deve seguire uno specifico piano alimentare? Quali sono i cibi da eliminare?
In generale è consigliata una dieta equilibrata, limitando il consumo di cibi grassi, evitando sostanze irritanti per lo stomaco, quali agrumi, caffeina ed alcolici e possibilmente l’assunzione di FANS e aspirina”.
È possibile prevenire questa malattia?
“Purtroppo non è possibile un’azione preventiva perché anche un soggetto sano può sviluppare la malattia, con meno probabilità rispetto al soggetto a rischio. Abitudini di vita sane e la non assunzione di determinati farmaci riduce il rischio ma non lo previene”.
I suoi consigli quali sono?
“Nel caso di sintomi persistenti – non un semplice mal di stomaco accusato il giorno prima – rivolgersi ad un medico specialista”.