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Vaiolo delle scimmie: allerta in Europa, identificato il primo caso in Italia
L’Europa e gli Stati Uniti sono in allerta per i casi di vaiolo delle scimmie, una rara malattia virale segnalata per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo negli anni ’70. In Portogallo sono stati registrati cinque casi e più di 20 i sospetti, tutti giovani uomini e in condizioni stabili. Lo stato americano del Massachusetts ha annunciato di aver riscontrato l’infezione in un uomo che si è recentemente recato in Canada. E in Canada, secondo quanto riporta la ‘Bbc online’, ci sarebbero verifiche in corso su oltre una decina di casi sospetti.
Vaiolo delle scimmie: identificato il primo caso in Italia
La malattia, causata dal ‘Monkeypox virus’ che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus, è arrivata anche in Italia con l’identificazione del primo caso all’ospedale Spallanzani di Roma.
Si tratta di un giovane adulto, di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie, che si era presentato al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I – si legge nel comunicato stampa dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma – Il quadro clinico è risultato caratteristico e il Mokeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è attualmente ricoverata in isolamento, in discrete condizioni generali. Sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti. Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento. Al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatisi negli altri paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità.
L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato una task force composta “da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”. Al momento in Italia “non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo”, ha detto Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. “Il ministero della Salute – ha spiegato – sta monitorando attentamente i casi di vaiolo delle scimmie segnalati in Italia e che sarebbero al momento pochi e ha allertato le Regioni per un tracciamento degli eventuali casi”.
Questa, evidenzia l’Ecdc, “è la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale. Questi sono anche i primi casi al mondo segnalati tra gli Msm”.
Vaiolo delle scimmie: che cos’è, sintomi, contagio, cura
Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale.
Sintomi
Il vaiolo delle scimmie, che è simile al vaiolo umano, inizia tipicamente con una sindrome simil-influenzale e un gonfiore dei linfonodi, seguito da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo.
Contagio
Gli uomini possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. Si pensa che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato.
Il periodo d’incubazione è 6-13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni.
Circa 12 giorni dopo l’esposizione, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza. Nell’arco di 1 –3 giorni (talvolta anche di più) dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere.
La maggior parte delle persone guarisce dalla malattia entro 14-21 giorni, ma la patologia può essere anche fatale. È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.
I casi più lievi possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona.
Anche i bambini sono a rischio e il vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita.
Cura
Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie, ma si stanno valutando farmaci antivirali, come il cidofovir.
Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo.
Dopo oltre 2 anni di pandemia da Covid-19, quanto preoccupa il vaiolo delle scimmie?
Il parere degli esperti
“E’ un problema europeo e globale, dobbiamo fare molto bene il tracciamento e far sì che si fermi un focolaio che è partito”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
“Una cosa positiva è che chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto, ma questa vaccinazione dal 1974 in poi non è stata fatta. Una parte importante della popolazione non ha il vaccino del vaiolo e potrebbe essere scoperta”.
“Non c’è una cura specifica per il vaiolo – spiega Bassetti – in genere queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi sono quelli di un’infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone se esce da questi cluster che abbiamo avuto soprattutto tra persone omosessuali, e può diventare un problema”.
Matteo Bassetti, in un’intervista a Il Messaggero ha spiegato che per impedire un’altra epidemia “bisogna agire tutti insieme, coordinando le comunità scientifiche internazionali. Dobbiamo evitare l’errore commesso dai cinesi con il Covid, che agirono senza informare il resto del mondo e che ad oggi continuano contro il Covid con una strategia di lockdown totale che non è supportata da dati scientifici. Al momento l’Europa sta agendo bene, i portoghesi e gli spagnoli hanno condiviso le loro informazioni con gli scienziati di tutto il mondo e ora anche l’Italia darà il proprio contributo. Dobbiamo dare un esempio al mondo”.
No panico, ma massima attenzione per Maria Rita Gismondo direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, in quanto al momento “si tratta di casi isolati che si possono assolutamente circoscrivere, visto che vengono correttamente segnalati. Possono e devono essere circoscritti ora”.
L’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie tra Europa e Usa, specie dopo il primo caso italiano segnalato dall’Inmi Spallanzani di Roma “ovviamente è qualcosa che ci preoccupa”, ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, ma anche lui dice no agli allarmismi e invita però ad agire con tempestività. “Facciamo attenzione ai casi sospetti e attiviamo una rete nazionale di segnalazione come per le epatiti pediatriche”.