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10 sfide per migliorare il Servizio sanitario nazionale
Dalla gratuità delle cure odontoiatriche per le fasce più deboli, a un piano nazionale per la messa in sicurezza delle strutture sanitarie. Su questi punti centrali e più che attuali si concentra l’ultima fatica editoriale del responsabile sanità Pd Federico Gelli che, conversando con il giornalista Vladimiro Frulletti, descrive il suo modello di sanità del futuro individuando 10 nuove sfide per come migliorare questo sistema. Una sanità che – dichiara l’autore – dovrebbe essere posta in agente tra i punti centrali l’ormai prossima Legislatura.
La sanità digitale, l’annoso problema delle liste d’attesa, l’estensione dell’obbligo vaccinale anche a insegnanti ed operatori sanitari. Sono solo alcune delle diverse proposte (attuabili e non illusorie) inserite in “Curare tutti. 10 sfide per il diritto alla salute”, il libro-intervista curato da Giovanni Rodriquez , edito da Clichy e presente sul mercato librario dal 13 gennaio scorso. “Quel ‘curare tutti’ citato nel titolo – spiega Gelli – è l’obiettivo fondamentale al quale miriamo, come PD, mediante l’implementazione di una sanità pubblica, universale ed equa. Tra i diversi temi affrontati, anche alcune proposte più ‘radicali’ come quella sull’odontoiatria, un po’ la grande dimenticata del Ssn. Credo che siano maturi i tempi per avviare la programmazione di un intervento di natura pubblica nell’odontoiatria, con l’assunzione nel Servizio sanitario nazionale di un numero adeguato di odontoiatri, di tecnici di laboratorio odontotecnico e di altre figure professionali che operano in questo settore, da inserire nell’organico della sanità a livello specialistico ambulatoriale”.
Con questa riforma, prosegue l’autore, non solo lo Stato italiano garantirebbe a migliaia di giovani un possibile sbocco professionale, ma riuscirebbe ad avviare un processo virtuoso di studio, di arricchimento culturale e di ricerca all’interno della sanità pubblica, articolando così un piano strutturato di prevenzione odontoiatrica. “I relativi costi potranno essere gestiti dalle strutture pubbliche attraverso un’opera di attenta programmazione pluriennale. Anche questo, ovviamente, non potrà avvenire dall’oggi al domani, ma attraverso un’attenta programmazione concertata con gli Ordini professionali e con le Regioni”, spiega Gelli.
A questo punto ne fa capo un altro: l’abolizione di tutti i ticket riprendendo un percorso tracciato da Umberto Veronesi. Il ticket negli ultimi 20 anni si è di fatto trasformato, da strumento di calmierazione di comportamenti opportunistici, in una vera e propria tassa sulla salute e in una forma impropria di finanziamento. “L’abolizione del ticket dovrà essere graduale e monitorata, da realizzarsi in un arco di tempo di tre anni, proprio come aveva in mente l’oncologo milanese”, conclude Gelli.