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Si alle mascherine, no alle visiere. Il parere del Comitato tecnico scientifico che boccia Rai e Mediaset
Fondamentale l’uso della mascherina, ma non tutte sono a norma. Nel corso dell’emergenza sanitaria si è parlato a più riprese dei dispositivi di protezione individuali, dalle chirurgiche a quelle di comunità, ma negli ultimi giorni nel calderone pubblico sono finite le mascherine trasparenti che, se da un lato rappresentano un ottimo canale di comunicazione per le persone non udenti, dall’altro sono sconsigliate severamente dagli scienziati se prendono la forma di visiere, privi di capacità filtrante.
È questo il caso dei dispositivi di protezione distribuiti in televisione, in alcuni programmi Rai e Mediaset, e indossati anche dal pubblico. Il Comitato tecnico scientifico ha subito messo i puntini sulle i segnalando il problema alle due aziende televisive. Gli esperti ritengono che quei dispositivi, che consentono di vedere il viso di chi li indossa perché sono prodotti quasi nella loro interezza in plastica, non vadano nemmeno considerati delle mascherine, trattandosi di schermi. Il pannello trasparente infatti è distanziato dal volto (anche perché se non lo fosse chi lo indossa non respirerebbe) e quindi non protegge davvero naso e bocca dall’ingresso dei droplet. Discorso altrettanto valido per la fuoriuscita di eventuali goccioline che trasportano il virus.
Tuttavia, se da un lato la comunità scientifica non lascia spiragli di utilità, dall’altro è l’Associazione nazionale Sordi a esortare tutti a utilizzare le mascherine – non le visiere, attenzione – trasparenti per garantire una comunicazione a tutti. In effetti, uno dei primi appelli è arrivato da oltre oceano, dal Kentucky, dove una studentessa, insieme a sua madre, ha iniziato a cucire mascherine con un riquadro trasparente. Una scelta che ha soddisfatto la comunità di sordi e di ipoudenti. Non ha tardato l’Italia a immettere nel mercato mascherine inclusive anche se al momento non sono ancora così diffuse come dovrebbero.
La scorsa primavera, con l’avvio dell’emergenza, era stato lo stesso Comitato tecnico scientifico a caldeggiare l’utilizzo delle mascherine trasparenti anti-Covid a scuola, per permettere di leggere il labiale degli educatori facilitando così la comprensione e il dialogo anche in caso di alunni non udenti. “Riteniamo – si legge in una nota dell’Associazione nazionale Sordi – l’uso delle mascherine trasparenti un mezzo necessario a ridurre il disagio e l’isolamento delle Persone non udenti/disabili che stanno pagando un prezzo enorme di questa emergenza sanitaria. Questo problema era assolutamente previsto, è stato rappresentato e deve riguardare certamente la scuola, ma bisogna estenderlo ad altri importanti uffici della pubblica amministrazione, come strutture sanitarie e uffici pubblici”.