Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Trentino Alto Adige. La frutta estiva attaccata da un parassita che decima il raccolto
Con l’arrivo della bella stagione estiva e del caldo afoso la frutta, rimasta nei banchi del mercato per tutto l’autunno e l’inverno torna ad assumere tinte interessanti agli occhi del compratore ed è così che rivestendosi della sua forma più smagliante e accattivante arriva nelle case degli italiani sostituendo il più delle volte pranzi e cene eccessivamente elaborati e calorici. Tuttavia, malgrado questo successo che di anno in anno si rinnova intorno ad aprile/maggio per durare fino a settembre, c’è un insetto parassita che dal 2011 rende marce ciliegie, fragole, albicocche, prugne, more e lamponi e uva vernaccia condizionandone negativamente il raccolto e la messa in commercio.
Per contrastare il Drosophila suzukii, questo il nome del moscerino dei piccoli frutti proprio del continente asiatico e presente generalmente in territorio altoatesino, arriva un progetto specifico finanziato per realizzare trappole al lievito intitolato ‘Dromytal’. Il parassita attacca la polpa dei frutti nella fase della maturazione deponendovi le proprie uova e compromettendone gravemente lo sviluppo. Esternamente sui frutti sono riconoscibili punture e chiazze infossate. Successivamente si hanno marcescenze fungine o batteriche.
Maggiormente colpite dal fenomeno sono ciliegie, fragole, albicocche, prugne, more e lamponi e l’uva vernaccia tutti frutti presenti sulle tavole degli italiani dal momento che i nutrienti che contengono costituiscono un toccasana per alleviare le insidie del caldo e rappresentano un apporto in sali minerali per reidratare l’organismo.
In Alto Adige si tratta di coltivazioni che costituiscono una fonte accessoria di reddito in agricoltura e prodotti destinati alla lavorazione alimentare in yogurt, confetture e succhi. I frutti più conosciuti dell’Alto Adige sono le mele e le albicocche. Come è comunemente noto, le albicocche sono il frutto tipico della Val Venosta che per la maturazione necessitano di caldo, sole, molto vento e un terreno rigoglioso. Queste le condizioni climatiche che rendono la Val Venosta il luogo ideale per la coltivazione delle albicocche.
Il frutto maggiormente diffuso in Alto Adige, tuttavia, resta la mela la cui raccolta ha generalmente inizio nel mese di agosto. In Val Martello e in Valle Isarco, invece, nel corso dei tre mesi estivi (che sono i più caldi dell’anno) maturano le fragole, che possono essere raccolte e mangiate direttamente sul posto, mentre in autunno in Val Pusteria si raccolgono le patate alimento sano e nutriente. L’Alto Adige, inoltre, vanta la presenza di prugne, cachi, pere, ciliegie e fichi.
Si valuta, tra l’altro, che nel 2015 il piccolo insetto abbia provocato un danno economico di circa 2,6 milioni di euro. Nel 2016 gli attacchi della Drosophila suzukii hanno fatto registrare perdite di raccolto fino al 70% nella produzione di piccoli frutti e drupacee. I consorzi frutticoli hanno riferito di perdite medie del 30%. Il Centro di sperimentazione Laimburg, che già seguiva il fenomeno dal 2011, collabora con la Libera Università di Bolzano nell’ambito del progetto Dromytal per individuare una lotta al parassita Drosophila suzukii sostenibile dal punto di vista ambientale. A tale scopo si sta sviluppando la strategia “Attract and kill” che, come ha spiegato la dottoressa Silvia Schmidt, esperta nella lotta parassitaria del Centro Laimburg, si baserà sull’impiego di un lievito che attrae la femmina dell’insetto, trattato con un insetticida. Il progetto è finanziato con i fondi europei per lo sviluppo regionale FESR con un budget di 800mila euro. Iniziato nel dicembre 2016, lo studio avrà una durata indicativa di almeno tre anni.