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L’eutanasia negli ospedali psichiatrici
“Trovo particolarmente importante che Papa Francesco, attraverso il Dicastero vaticano per la Vita consacrata, abbia inibito la pratica di qualsiasi forma di eutanasia negli ospedali psichiatrici gestiti dai Fratelli della Carità”. Lo ha affermato in una nota il professore Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita e Prorettore dell’Università Europea di Roma. “La fallacia su cui sembrano essersi mossi gli operatori sanitari di quelle strutture belghe – spiega il docente Gambino – muove dall’assioma che la sofferenza e la non guarigione legittimino di per sé l’interruzione provocata della vita, trascurando del tutto che ciascun essere umano, per sua dignità propria, va curato, anche se inguaribile, in ogni stadio della propria esistenza”.
“Quanto all’elemento della sofferenza insopportabile, occorre anche sottolineare – ha aggiunto il presidente di Scienza & Vita – che, trattandosi in questo caso di ospedali psichiatrici, le patologie dei pazienti sono spesso legate a schizofrenia, depressione, autismo, solitudine, cosicché sia soprattutto in questi ambiti, che la distinzione tra incurabile e inguaribile non possa indebitamente sovrapporsi, pena l’affermazione della cultura dello scarto proprio nei confronti di chi ha più bisogno di cura, accudimento e solidarietà”.
Quello dell’eutanasia è un argomento tanto storico quanto attualissimo. Dal Novecento ad oggi, infatti, la tecnica della “buona morte” clinica ha fatto discutere l’opinione pubblica creando delle schiere precise composte da coloro che la accolgono con giudizio e quelli che non la considerano in alcun caso. I riflettori si sono accesi in diverse occasioni negli ultimi anni, si ricordino i casi controversi di Elena Moroni, Eluana Englaro, Giovanni Nuvoli, Piergiorgio Welby, Terry Schiavo, che hanno spaccato la società richiedendo il più delle volte l’intervento delle istituzioni e del Vaticano stesso.
Ancora una volta, dunque, la Chiesa interviene sulla delicatissima questione ed è stato Papa Francesco in persona a chiedere ai Fratelli della Carità, una Congregazione cattolica belga che assiste malati e disabili, di fermare l’offerta di accesso alla pratica dell’eutanasia negli ospedali psichiatrici da essa gestiti. Il Pontefice, inoltre, non si fermerà all’ultimatum ma pretende che i membri dell’organizzazione firmino una lettera congiunta al loro superiore generale dichiarando di “sostenere appieno la visione del magistero della Chiesa cattolica che ha sempre ha affermato che la vita umana deve essere rispettata e protetta in termini assoluti, dal momento della concezione fino alla sua fine naturale”. Chi non condividerà tale posizione dovrà fare i conti con sanzioni relative al diritto canonico, tra queste figura anche la scomunica.
In maggio l’Istituto religioso maschile di diritto pontificio fondato da un sacerdote belga e approvato nel 1899, avevano annunciato che avrebbe autorizzato i medici di praticare l’eutanasia nei suoi 15 ospedali psichiatrici in Belgio. Il superiore della Congregazione cattolica in Belgio, Raf De Rycke, in un comunicato aveva precisato che l’eutanasia sarebbe stata eseguita solo in mancanza di “un trattamento alternativo ragionevole” e che ogni richiesta sarebbe stata esaminata con la “massima cautela”. “Rispettiamo la libertà dei medici di effettuare l’eutanasia o no, recita ancora il comunicato, in quanto questa libertà è garantita dalla legge”.
La maggior parte dei pazienti che chiedono l’eutanasia in Belgio sono malati di cancro o sono affetti da una patologia degenerativa, mentre il numero di persone con disturbi psichiatrici che la chiedono rappresenta solo il 3 per cento dei circa 4.000 morti per eutanasia ogni anno. Nel Paese questa pratica ha registrato un forte aumento negli ultimi dieci anni e ha scosso le coscienze lo scorso anno la morte di un ragazzo di 17 anni indotto alla morte dai medici a seguito della richiesta dei genitori. Il Belgio infatti è il solo paese che nel 2014 ha approvato la legge che estende la “dolce morte” anche ai minori di 18 anni con l’ok dei genitori e di un psicologo.