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Inside Out. Filmata nel cervello la molecola della felicità
Chiedimi se sono felice? Per la Costituzione americana la domanda non sussiste poiché la felicità per i cittadini degli Stati Uniti d’America deve essere garantita innanzitutto dallo Stato. Negli altri Paesi del mondo, però, la felicità non è annoverata nelle diverse carte costituzionali e, potremmo dire che se i cittadini sono oppure no felici è un problema loro, non delle istituzioni. Per tale ragione scende in campo la medicina e per la prima volta un team di ricercatori ha “filmato” in sequenza come si attiva il cervello quando è stimolato dalla serotonina, la cosiddetta “molecola della felicità”. Qualcuno dei lettori penserà che allora quello che viene raccontato nel film d’animazione “Inside Out” non è del tutto fantascientifico. In realtà nella ricerca scientifica è avvenuto proprio questo, un accurato monitoraggio delle emozioni che l’essere umano prova nel corso della sua giornata.
Dalla filosofia alla letteratura, le più grandi menti del pensiero storico hanno scritto e parlato di felicità, da Epicuro, patron dell’edonismo, a Seneca, il padre del famosissimo “fate quel dico ma non fate quel che faccio”, fino ad approdare al genio di Einstein che dovendo dare una mancia al corriere che gli consegnò un messaggio mentre si trovata in un albergo di Tokio, invece dei soldi diede al ragazzo un bigliettino manoscritto: “Una vita calma e modesta porta più felicità della ricerca del successo abbinata a una costante irrequietezza”. Parole sante; ma quando il corriere uscì probabilmente Einstein rise così tanto, dopo aver visto la faccia del corriere mentre stringeva il bigliettino del tutto privo di valore per lui, tanto da produrre nel suo organismo dopamina e serotonina per anni. La felicità, dunque, è quanto mai necessario e non è un segreto per nessuno che chi più ride più vive. Ma adesso arriva proprio la scienza a interessarsi di questo campo del cervello finora rimasto nell’ombra.
Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Cell Reports ed è frutto di un lavoro congiunto tra il gruppo di ricerca guidato dal dottor Alessandro Gozzi del Center for Neuroscience and Cognitive System dell’Istituto Italiano di Tecnologia (CNCS – IIT di Rovereto) e quello del professore Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. “Il funzionamento del cervello si basa su un’estesa rete di comunicazione tra neuroni appartenenti a regioni diverse – ha specificato Alessandro Gozzi – capire con quali regioni cerebrali comunica una specifica popolazione neuronale è di fondamentale importanza, soprattutto se quella popolazione neuronale è implicata in molteplici disturbi neurologici e psichiatrici”.
Nel caso della serotonina, i professionisti hanno dimostrato che questa specifica popolazione di neuroni mette in funzione tutti i distretti del cervello, ma in momenti diversi. Le prime regioni a essere interessate sono l’ippocampo e la corteccia cerebrale, non a caso due aree deputate a regolare il comportamento emotivo. “Queste scoperte contribuiscono a svelare il meccanismo della neurotrasmissione serotoninergica –ha spiegato a La Nazione Massimo Pasqualetti – e aprono la strada ad una maggiore comprensione, e quindi a possibili nuove cure, di importanti patologie neuropsichiatriche quali ansia, depressione, schizofrenia e autismo”. La scoperta è stata possibile grazie ad una metodologia innovativa nata dalla combinazione di due tecniche. Grazie alla chemogenetica gli scienziati hanno agito su un modello animale in cui, attraverso la somministrazione di un farmaco, hanno attivato selettivamente i neuroni che producono serotonina; quindi attraverso la risonanza magnetica funzionale, hanno “filmato” in tempo reale le regioni cerebrali che si accendevano.