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Giornata Mondiale contro l’Aids: progressi e aspettative
Venerdì 1° dicembre si è celebrata la Giornata mondiale contro l’AIDS, concepita per la prima volta nel 1987 durante un Summit mondiale dei ministri della sanità e attuata l’anno seguente dalla World Health Organization (WHO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per rafforzare maggiormente la consapevolezza della malattia del sistema immunitario causata dalla diffusione del virus HIV, nel 1996 venne istituito Il Programma delle Nazioni Unite per l’AIDS/HIV (UNAIDS) con lo scopo attuale di velocizzare, rafforzare e coordinare l’azione globale contro l’AIDS.
Infatti, per il World AIDS Day di quest’anno è stato scelto il seguente tema: Increasing impact through Transparency, Accountability and Partnership poiché si sta cercando sempre di più di aumentare l’attenzione nei confronti di questa grave patologia attraverso la trasparenza, la responsabilità e la collaborazione.
Numerosi progressi si sono svolti negli ultimi anni, come afferma anche il biologo Gerald J. Stine secondo cui la ricerca sull’HIV/AIDS è stata caratterizzata da risultati straordinari in campo scientifico. Recentemente è stato scoperto come il virus riesce a nascondersi e a riprodursi all’interno del sistema immunitario. Grazie a questa scoperta, l’Istituto Nazionale di Salute americano (National Institutes of Health, NIH) e il gruppo farmaceutico francese Sinofi hanno realizzato un anticorpo, definito “tri-sepcifico”, in grado di attaccare il 99 per cento dei ceppi dell’HIV. Durante una conferenza a Parigi di luglio scorso, è stata dimostrata l’efficacia della doravirina (inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa) nel trattamento di pazienti affetti da Hiv-1 e mai trattati prima.
La società biofarmaceutica americana Gilead Sciences ha sviluppato un primo farmaco che aiuta, chi è stato contagiato, di passare il resto della propria vita con minor complicanze possibili. Questa medicina è arrivata anche in Italia, al 13° posto nell’Unione Europea per incidenza delle nuove diagnosi di HIV. La Lombardia è la regione italiana con le più alte incidenze per numero di nuovi casi di infezione da HIV. Milano raccoglie il 66% delle segnalazioni lombarde con 458 nuovi casi interessando l’83,4% dei maschi. Le fasce d’età maggiormente interessate sono quelle tra i 25 e i 39 anni. Negli Stati Uniti l’AIDS continua ad essere la seconda causa di morte fra i giovani e nell’Africa Subsahariana è invece il primo fattore scatenante tantissimi decessi fra le persone di ogni età.
Questo significa che le scoperte scientifiche sopra citate rappresentano sicuramente un importante passo avanti ma non eliminano il problema e non devono, quindi, rappresentare un punto di arrivo. La strada è ancora lunga e difficile da percorrere. Bisogna soprattutto capire e trovare altre modalità di risoluzione. Ciò che manca ancora quasi del tutto è una corretta informazione sul virus HIV in modo tale da poterlo tenere efficacemente sotto controllo. Urge una concreta e costante sensibilizzazione della patologia attraverso investimenti più proficui per la ricerca e campagne di comunicazione più incisive.