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Arthrobotrys oligospora, il fungo dalle proprietà antitumorali
Il ricercatore di origine cinese Mingjung Zhang, Professore associato di ingegneria biomedica presso l’Università del Tennessee, ha rivelato le inaspettate proprietà antitumorali di una specie di fungo, Arthrobotrys oligospora, scoperta in Europa nel 1850 dal medico e botanico tedesco Georg Fresenius.
Arthrobotrys oligospora è la prima tipologia di funghi che riesce a catturare i nematodi o vermi cilindrici. All’inizio il fungo era considerato in gran parte di natura saprofitica, ma questa interpretazione fu successivamente messa in discussione. Il fungo utilizza nitriti, nitrati e ammonio per le sue fonti di azoto e pectina, cellulosa e chitina per le sue fonti di carbonio.
La ricerca guidata da Zhang insieme ad un team altamente qualificato, ha dimostrato che le nanoparticelle prodotte da questo fungo stimolano il sistema immunitario a combattere con maggior potenza le cellule tumorali.
Il Dott. Zhang insieme ad un altro ricercatore, Yongzhong Wang, stava esaminando il meccanismo di cattura di Arthrobotrys oligospora per i nematodi quando scoprirono che il fungo secerne nanocompositi costituiti da nanoparticelle altamente uniformi. Proprio queste ultime, di piccole dimensioni, hanno dimostrato di essere importanti nelle terapie contro il cancro. Zhang specifica: “Le nanoparticelle presenti in natura hanno attirato un crescente interesse da parte della comunità scientifica per la loro biocompatibilità. Grazie al loro elevato rapporto superficie-volume, le nanoparticelle hanno dimostrato proprietà ottiche, termiche ed elettroniche uniche. Inoltre, grazie alle loro dimensioni ridotte riescono ad attraversare facilmente le membrane cellulari, un requisito essenziale per la terapia del cancro”.
La stimolazione esercitata da queste nanoparticelle si concentra all’interno dei globuli bianchi, e la loro efficacia come agenti antitumorali è stata verificata da alcuni test in vitro, dai quali è emerso che la sostanza ricavata dal fungo è riuscita ad eliminare due particolari linee di cellule tumorali. I ricercatori hanno usato, particolarmente, un nuovo metodo di coltura con cadute fungine che ha permesso loro di osservare la crescita dei funghi, così come i nanomateriali sia secreti che legati alla superficie mediante microscopia ottica, microscopia elettronica a scansione (SEM) e microscopia a forza atomica (AFM).
“Questo studio potrebbe essere l’ingresso in una miniera d’oro di nuovi materiali per il trattamento dei tumori”, ha detto Zhang. “Comprendere come queste nanostrutture si formano nei sistemi naturali fornirà anche modelli per la sintesi di una futura generazione di nanostrutture ingegnerizzate per applicazioni biomediche”. Ha concluso dicendo: “Questa entusiasmante scoperta è il primo passo avanti nello sviluppo di terapie a base di nanoparticelle naturali per il trattamento del cancro e dimostra l’importanza di guardare alla natura per l’innovazione nel trattamento delle malattie”.
Il fungo in questione quindi viene attualmente valutato come agente carcinostatico, su base immunomodulatoria, senza peraltro possedere gli effetti collaterali indesiderati degli antitumorali tradizionali.