Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Metalli pesanti negli alimenti: come proteggere la nostra salute?
L’intervista al dott. Filippo Biamonte, Dottore di Ricerca Università Cattolica di Roma e Biologo nutrizionista.
La salute inizia anche dalla tavola. Seguire un regime alimentare sano è una delle regole fondamentali della prevenzione primaria per la tutela della nostra salute.
Uno dei grandi pericoli ai quali dobbiamo prestare massima attenzione è la presenza, in alcuni alimenti, dei metalli pesanti: nichel, ferro, argento, antimonio, bario, alluminio, cadmio, cobalto, manganese, mercurio, rame, cromo, stagno, titanio, piombo, tallio, zinco, vanadio – da anni oggetto di diversi studi scientifici perché secondo gli esperti, possono avere delle conseguenze sulla salute, con lo sviluppo di gravi patologie.
Nonostante l’Italia abbia tra le norme più restrittive in Europa in merito alla sicurezza alimentare, tanto che il nostro Paese sembra essere il più sicuro, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), che è una quota inferiore di 3,2 volte alla media UE, ci sono alimenti nocivi per la salute che incombono sempre sulle nostre tavole e che ingeriamo inconsapevolmente intossicando il nostro organismo.
Non solo lo stile di vita, ma anche la qualità dell’ambiente circostante è un altro fattore che può contribuire principalmente all’esposizione dei metalli pesanti negli esseri umani.
L’inquinamento ambientale non va sottovalutato. È stato infatti riconosciuto che può influire sulla qualità della salute della popolazione umana ed i metalli pesanti sono tra il gruppo di contaminanti altamente emessi.
Quanto influisce l’ambiente? Come riconoscere i cibi che contengono metalli pesanti? Quali sono le conseguenze per la salute?
Health Online ha intervistato il dott. Filippo Biamonte, Dottore di Ricerca e Biologo Nutrizionista (Roma).
Dottor Biamonte, metalli pesanti negli alimenti. Può spiegare meglio cosa sono e quali sono le potenziali conseguenze per salute causate dalla loro tossicità cronica o acuta?
“Tutti ricordiamo il termometro e come quello strano liquido (il mercurio) attirava la nostra attenzione di fanciulli. Lo stesso mercurio è noto, da tempo, come un forte agente neurotossico, ad esempio, classici sono gli studi in vitro dove già a dosi sub-cliniche o di parti per milione (ppm), il mercurio crea seri danni in diversi compartimenti cellulari. In uno studio in vivo che svolsi nel 2014, presso il laboratorio di Neuroscienze dello Sviluppo dell’Università Campus Biomedico di Roma ed in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Santa Lucia Roma, documentammo, per la prima volta, che il neurotossico metil-mercurio, già a dosi di 6 ppm è addirittura in grado di modificare l’espressione di proteine coinvolte nella sinaptogenesi, nonché nella laminazione corticale. Non solo, quando nel corso del nostro studio venne somministrato il neurotossico nei roditori e nel periodo gravidico, lo stesso finiva nel cervelletto dei nascituri recando così gravi danni al corretto sviluppo del sistema nervoso centrale”.
Gli alimenti sono la fonte principale di esposizione ai metalli pesanti a causa dell’inquinamento con cui i cibi vengono in contatto?
“Decisamente sì, ed aggiungo di facile acceso a distretti molto delicati del nostro organismo. È nota, a tal proposito, la relazione tra l’esposizione al piombo (Pb) ed antimonio (Sb) con le patologie a carico dell’apparato riproduttore maschile, espressa in termini di scarsa produzione di spermatozoi o di alterazione qualitativa degli stessi gameti maschili.
Le condutture dell’acqua, oggi, in alcuni contesti urbani, rappresentano la principale fonte di contaminazione da Pb e Sb; inoltre, Pb e Sb, come altri metalli pesanti, possono contaminare molti degli alimenti che finiscono nel nostro menù attraverso la filiera di contaminazione dei terreni, radici, frutti e vegetali. È consigliabile, quindi, consumare questi alimenti preferibilmente a crudo e di provenienza biologica, cioè senza pesticidi o fertilizzanti chimici.
Ricordiamo inoltre, che il Pb, cosi come gli altri metalli pesanti, si deposita in diversi tessuti animali quali il sangue, in particolare negli eritrociti, nei tessuti minerali ossa e denti, e nei tessuti molli quali ghiandole surrenali, tiroide, reni, midollo osseo, fegato ed encefalo; evitare di mangiare frattaglie o carne proveniente da un contatto diretto con le ossa è una buona pratica al fine di evitare l’assunzione di tali metalli, soprattutto in periodi particolari, quali, ad esempio, la gravidanza.”
Ci sono degli alimenti insospettabili, come ad esempio il pesce che contiene dei livelli di mercurio che assorbe negli oceani e nei laghi, che è al primo posto nella lista dei cibi pericolosi.
Attenzione quindi alla provenienza dei cibi – leggere sempre l’etichetta – come ad esempio il pesce spada ed il tonno dalla Spagna. Questi alimenti sono nella black list stilata dalla Coldiretti che ha presentato il suo dossier al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione sulla base del rapporto Sistema di allerta rapido europeo (Rasff), che registra gli allarmi per rischi alimentari, dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute. Nel 2016 sono stati importati dalla Spagna in Italia 167 milioni di chili di pesce in aumento del 5% nel primo semestre del 2017.
Dott. Biamonte, come riconoscere i cibi “incriminati” e in che modo evitare delle brutte conseguenze per la salute?
“Purtroppo non è facile discriminare un alimento contaminato rispetto ad uno “sano”, perché spesso le dosi di questi metalli sono quantificate nell’ordine di parti per milioni (ppm). Tuttavia, come nel caso del pesce, spesso contaminato dal metil-mercurio, possiamo tutelarci, ad esempio, tenendo conto dell’età dell’animale stesso; è noto, che specie di pesci più longeve, come tonni, pesce spada, sgombro reale e luccio, contengono concentrazioni più elevate di metil-mercurio rispetto ad altre specie meno longeve. Inoltre, i livelli di metil-mercurio aumentano ad ogni successiva fase predatoria, da qui si comprende quanto sia importante scegliere pesci di piccola taglia e magari aggiungendo, in fase di preparazione, dell’aglio (del perché ne darò spiegazione di seguito)”.
Ci sono dei cibi particolarmente sicuri, che possono rappresentare il nostro punto di riferimento, anche per aiutare il nostro organismo a disintossicarsi dalle tossine nocive?
“In Italia, la filiera alimentare è estremamente controllata; tuttavia il buon senso del consumatore ma soprattutto il rispetto dell’ambiente, sono i pilastri su cui fondare la sicurezza alimentare. A tal proposito, ricordo il disastro ambientale del 1956 a Minamata, tragedia dimenticata da tutti. Ricordo brevemente: in questa zona del Giappone, sversamenti di acque reflue contaminate da mercurio organico, appunto metil-mercurio, prodotto dall’industria chimica Chisso Corporation, produssero uno dei peggiori disastri ambientali che la storia ricordi. Passato alla storia con un nome ben preciso: sindrome di Minamata. I danni prodotti al sistema nervoso degli abitanti di questa popolazione furono devastanti; i primi ad essere colpiti furono proprio le famiglie dei pescatori, che ignari si nutrivano del neurotossico. Ancora oggi i danni prodotti dagli sversamenti non sono stati del tutto smaltiti.
Una volta accumulati in alcuni distretti, come ad esempio il sistema nervoso centrale è molto difficile eliminare o tecnicamente “chelare” i metalli pesanti, Tuttavia esistono dei chelanti, farmacologici e non, “in natura” si trovano dei chelanti dei metalli pesanti o fitochelanti, quali ad esempio la clorella una microalga unicellulare di acqua dolce, o il coriandolo, noto come prezzemolo orientale, i quali presentano una buona azione chelante specifica al metil-mercurio. Inoltre un buon metodo di detossificazione “naturale” dai metalli pesanti è l’impiego di prodotti ad alto dosaggio di selenio, contenuto ad esempio nell’aglio. Di sicuro un corretto ed equilibrato piano alimentare fatto da uno specialista ed associato a dei chelanti “naturali” può essere di aiuto, soprattutto in relazione ad alcuni stati fisiopatologici dell’uomo”.
È meglio scegliere e comprare i prodotti italiani per essere sicuri?
“Direi di sì, tuttavia il bel paese nel settore alimentare non è ad oggi autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota ai consumatori, che vorrebbero acquistare alimenti made in Italy.
A tal proposito sottolineo la delicata questione del pesticida chimico glifosato, contenuto prevalentemente nel grano. Il nostro è un paese che consuma grandi quantità di prodotti originati dal grano. Grano ormai importato in gran parte dall’estero, e che contiene alte concentrazioni del pesticida, il quale a nostra insaputa termina sulle nostre tavole. Nel frattempo che i governi Europei rimandano la decisione di rinnovare l’autorizzazione all’uso di pesticidi a base di glifosato, si assiste ad un significativo aumento di patologie a carico del tratto gastro-enterico, ed alla sensibilità al glutine; a questo punto non ci resta che chiederci se in effetti è il glutine o il composto chimico su citato e contenuto nel grano stesso la causa di questi allarmanti trend.
Molti altri prodotti alimentari provengono non più dai nostri terreni, ed ahimè come per il grano la storia si ripete. Il deterioramento ambientale può portare all’elevato rischio di esposizione umana ai metalli pesanti e, di conseguenza, alle implicazioni sulla salute soprattutto per le donne in gravidanza”.
In che modo è possibile tutelare il futuro nascituro da neurotossici ambientali-alimentari? Quali sono le giuste precauzioni che devono essere necessariamente prese?
“Ritengo che i danni maggiori da assunzione in acuto ed in cronico da metalli pesanti, ed in particolare del metil-mercurio, si manifestano in particolari periodi, quali ad esempio la gravidanza. In nuce l’ambiente fetale, deve necessariamente nei nove mesi rimanere lontano da ogni tipo di agente tossico. Già i soli squilibri ormonali, quali ad esempio la carenza di produzione di ormoni tiroidei durante questa fase, provoca come noto dalla letteratura scientifica danni irreversibili al nevrasse del nascituro, immaginiamo i danni che causerebbe l’entrata di metalli pesanti (che attraversano facilmente la barriera emato-placentare) in tale ambiente. Di tale meccanismo con un nostro studio, su citato, ne dimostrammo le drammatiche conseguenze, ovvero l’interazione di fattori ambientali (in questo caso il neurotossico metil-mercurio) associati ad una insufficienza di gene (reelin), e ad alte concentrazioni di testosterone producevano nel modello murino un fenotipo Autistico.
Sarebbe opportuno perciò prima di intraprendere una gravidanza consultare specialisti e professionisti del settore, tener quindi presente che i fattori ambientali che possono danneggiare o mettere in serio pericolo la salute del feto sono ad oggi in forte aumento, grazie soprattutto alla scarsa considerazione e rispetto che si nutre verso l’ambiente.
Una corretta ed equilibrata alimentazione, di tipo mediterraneo, associata ad un buon livello di attività fisica sono ad oggi il substrato dove costruire un corretto feedback mamma –feto.
In tale periodo sarebbe opportuno eliminare ogni fonte di metalli pesanti, riducendo o abolendo il consumo di pesce di grossa taglia. Preferire perciò pesce di piccola taglia e non eccessivamente in avanti con l’età. Ovviamente sconsiglio il consumo di Sushi in questa delicata fase, e in genere alimenti di provenienza da aree a forte vocazione chimico/industriale”.
L’importanza della prevenzione, che punta a rafforzare la salute ed il benessere della persona quali diritti fondamentali da tutelare e promuovere, è indiscutibile e parte da un’alimentazione corretta, un aspetto fondamentale che caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, essere in salute significa anche fare prevenzione, ovvero adottare strategie per evitare la comparsa di una malattia o a limitarne gravità e il peggioramento. In particolare, la prevenzione primaria permette di ridurre il rischio di sviluppare delle malattie, eliminando i fattori alla loro base.
A tal proposito, a fronte di una crescente domanda di prestazioni di “sanità leggera” (diagnostica non invasiva, automisurazione, telerefertazione, teleconsulto, e assistenza infermieristica) per la promozione e l’applicazione di un corretto stile di vita e benessere generale, è nata una rete di nuovi servizi sanitari territoriali: Health Point. L’obiettivo è quello di rendere più semplice l’erogazione di prestazioni non invasive a costi agevolati, offrendo ai cittadini un’alternativa economica e più fruibile a fronte dei lunghi tempi di attesa. Il servizio è stato progettato da Health Italia S.p.A. attraverso la sua controllata Health Point S.r.l.
Gli Health Point, posizionati nei centri urbani e in luoghi pubblici altamente popolati come i centri commerciali, sono postazioni attrezzate con device di ultima generazione e dispositivi innovativi che, con l’assistenza di personale infermieristico qualificato, permettono di effettuare più di quaranta prestazioni sanitarie non invasive, sia localmente, sia in teleconsulto con un medico specialista.
Queste nuove tecnologie consentono il monitoraggio di parametri che finora potevano essere controllati soltanto con test invasivi, condotti esclusivamente presso laboratori specializzati e in ospedale, riducendo così i tempi di attesa.
Sono state individuate sette aree di intervento: cardiologia, dermatologia, pneumologia, medicina estetica, benessere, odontoiatria, medicina interna e metabolismo osseo. Le prestazioni erogate vanno da quelle più semplici, come la misurazione della pressione arteriosa, la spirometria, il test del cammino, a quelle più innovative, come il Test del DNA, che permette di individuare quelle piccole variazioni genetiche caratteristiche che possono tradursi in risposte “errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di determinati alimenti o sostanze, e l’elaborazione poi una terapia alimentare personalizzata, o il “Bio Molecular Test”, che attraverso l’analisi del bulbo pilifero del capello, fornisce una serie di dati importanti per la prevenzione e la diagnosi precoce di disturbi fisici e funzionali.
Un valore aggiunto è rappresentato dalla possibilità di avere un “videoconsulto” con un medico specialista.
Dott. Biamonte, lei fa parte del network degli specialisti di Health Point. Ad oggi, quanto è importante mettere a disposizione del cittadino un servizio di sanità leggera a costi agevolati nell’ottica della promozione della prevenzione?
“È noto che i costi del sistema sanitario nazionale sono un punto critico nel panorama socio-economico italiano, aggiungo un vero ‘nervo scoperto’ a dire il vero ad oggi in uno stato molto ‘infiammato’, ridurre tale stato è la sfida da vincere al fine di migliorare in toto l’economia stessa del paese.
Investire in prevenzione è la chiave per rimettere in asse il nostro sistema sanitario, qui il concetto di Health Point, a mio avviso, svolge questo ruolo in pieno. Non solo, in una società dove la famiglia rurale ormai è scomparsa e dove la sedentarietà e la cattiva alimentazione ne rappresentano le caratteristiche principali, si verifica un continuo e repentino aumento di patologie legate al benessere stesso, basti pensare al diabete, in continuo e forte aumento.
Eseguire dei check-up in tempi rapidi e con mezzi non invasivi, svolgere test di medicina predittiva quali ad esempio il test del DNA, con il quale si mettono in evidenza mutazioni modulabili da fattori ambientali quale la corretta alimentazione, è il primo step in termini di prevenzione, uno step fondamentale in un paese che vuole investire e costruire il proprio futuro”.
Tra i servizi offerti c’è il test del capello, il mineralogramma del capello, ovvero l’analisi minerale tissutale del capello, che permette di valutare i livelli di minerali essenziali per la salute e la presenza di quelli tossici.
Dott. Biamonte, può spiegare meglio in cosa consiste il test?
Come avviene?
“Un punto di forza di Health Point, insieme al test di Nutrigenetica già citato, è il test di screening che permette di valutare, attraverso la differenziazione cromatografica con spettroscopia digitale del bulbo dei capelli e del suo stelo follicolare, i livelli di metalli tossici, minerali, vitamine, aminoacidi e ormoni (testosterone, progesterone, ossitocina, dopamina, serotonina, estrogeni, noradrenalina).
Un test semplice da fare, si prelevano alcuni capelli dal cuoio capelluto e si inviano in laboratorio, per analizzare il contenuto intracellulare degli oligoelementi. L’analisi di elementi tossici, la dis-regolazione ormonale come su descritto, sono di estrema importanza; di grande utilità è il test in previsione di una gravidanza”.
Nel caso si dovessero riscontrare delle alterazioni, quali sono misure vengono adottate?
“Il test di screening del bulbo pilifero con i suoi valori dei minerali ed oligoelementi (tossici e nutrizionali), delle vitamine, degli aminoacidi e degli ormoni, rispecchia tutti i livelli delle varie funzioni di un soggetto. I componenti biochimici intracellulari del metabolismo del capello ci indicano lo stato fisico, la biochimica corporea, il regime alimentare, lo stile di vita. Se dovessero essere alterati tali parametri si interviene con un piano alimentare e di integrazione mirato ad equilibrare i deficit o gli eccessi riscontarti nel test”.
Alla luce di quanto detto, quali sono i suoi consigli?
“I fattori chiave che influenzano e governano lo stato di benessere sono essenzialmente genetici ed ambientali, l’azione di questi ultimi, ed in modo particolare alimentazione e ‘il sano stile di vita’ incidono nel plasmare e modellare con dei meccanismi epigenetici l’espressione dei nostri geni. Ormai siamo nell’epoca dell’ ‘epigenomica’ ovvero siamo tutto ciò che il nostro DNA trascrive, e questa fase è modulabile soprattutto dall’alimentazione . Il filosofo tedesco Feuerbach scriveva non a torto: ‘Noi siamo quello che mangiamo’, sostenendo inoltre: ‘I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello; in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo dategli un’alimentazione migliore’”.