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Circoncisione e religione. In Islanda una legge fa discutere
Rispetto della democrazia ma anche di tutte le religioni. Riferimento essenziale per presentare la vicenda che interessa l’Islanda in queste settimane, ma più in generale l’Europa. A scendere in campo sono i vescovi europei che intendono preservare e tutelare tutte le religioni e le pratiche rituali che esse prevedono. “Il divieto della circoncisione in Islanda equivarrebbe a mettere al bando nel Paese due religioni mondiali, l’ebraismo e l’islam. Questo sarebbe una violazione della libertà di religione o di credo, uno dei diritti umani fondamentali”. La pensano così il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e la Conferenza della Chiese cristiane in Europa (Kek). I due organismi europei sono intervenuti in riferimento alla proposta di legge presentata nel Parlamento islandese (Althing) che vieta la circoncisione dei bambini di sesso maschile in assenza di prescrizione medica.
Se la proposta dovesse diventare legge, infatti, i genitori potrebbero subire una condanna fino a sei anni di carcere nel caso in cui non la rispettino eseguendo una circoncisione sul loro bambino. “In un clima di crescente ostilità nei confronti delle religioni –sottolineano i due organismi – dobbiamo promuovere il dialogo tra i nostri diversi punti di vista – laici e religiosi, progressisti e tradizionalisti – ed evitare la polarizzazione di opinioni e l’errata concezione degli uni sugli altri”. Poi, in riferimento agli articoli 1.14 e 29 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, hanno aggiunto: “Non dovremmo dimenticare che è un diritto riconosciuto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia di appartenere ed essere educati nella tradizione religiosa della sua famiglia”.
Circa un terzo degli uomini sul nostro pianeta è circonciso, ma poco si sa di quelle che potrebbero essere le conseguenze a livello sessuale che una circoncisione può comportare. Intanto, c’è da dire che la circoncisione maschile è un intervento chirurgico a tutti gli effetti e consiste nella rimozione del prepuzio, ossia di quella parte di tessuto che ricopre il glande. La pratica è diffusa fin dall’antichità e viene praticata in tutto il mondo spesso richiesta dalla religioni, come appunto dall’ebraismo. Oltre a possibili ragioni religiose, alla base possono esserci motivazioni mediche, si pensi a problemi di fimosi, infezioni urinarie o eiaculazione precoce.
Stando ad alcuni urologi, la circoncisione ha un impatto considerevole nella sfera sessuale. Un pene circonciso è anatomicamente distinto da un pene “al naturale”. Il prepuzio può contare circa mille terminazioni nervose, in buona parte sacrificate dal bisturi nel caso della circoncisione. La prima conseguenza è l’esposizione del glande che può determinare una riduzione di sensibilità e il bisogno di maggiore stimolazione per raggiungere l’orgasmo. Tuttavia, va riconosciuto che la circoncisione è un’operazione chirurgica che spesso – ma non sempre – avviene in età molto giovane, prima del raggiungimento della maturità sessuale. Ragione per cui i ragazzi riescono più tardi a sviluppare una sessualità normale abituandosi con naturalezza ai propri tempi.
Secondo un’altra schiera di esperti, i circoncisi avrebbero una maggiore soddisfazione sessuale in quanto il bisogno di maggiore stimolazione allunga i tempi del rapporto e può pertanto favorire la donna dandole il tempo ottimale per raggiungere l’orgasmo. Inoltre, scoperte recenti dimostrano che la circoncisione riduca il rischio di infezione da HIV negli uomini.