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“Come ti divento bella”, arriva al cinema la commedia estiva sull’autostima
Si è belli davvero solo se ci si convince di esserlo, difetti e chili in più a parte. È un concetto che non regge moltissimo ma in fin dei conti così è. Nei casi in cui c’è una forte considerazione di sé sono presenti anche la bellezza, l’intelligenza, l’astuzia, e tutte quelle altre virtù che rasentano la perfezione. È questo il nucleo della commedia “Come ti divento bella!” (“I Feel Pretty”), distribuita nelle sale italiane mercoledì 22 agosto e diretta da Abby Kohn e Marc Silverstein, che hanno scritto anche la sceneggiatura. Nel film, l’attrice Amy Schumer interpreta Renée Bennet, una giovane donna da insicura del proprio aspetto fisico ma che, dopo un esilarante incidente avvenuto in palestra, sbatte il capo e al suo risveglio si ritrova provvista della assoluta convinzione di essere sensuale e sicura di sé fino a cambiare radicalmente la sua vita privata e professionale.
Una commedia leggera e spensierata tutta al femminile che però veicola un messaggio molto importante tanto per le donne quanto per il sempre più fragile universo maschile. Attraverso il personaggio della Schumer, i registi e gli sceneggiatori esortano il grande pubblico a una riflessione sul fatto che è il modo in cui ci si percepisce a definire la possibilità di realizzare i propri sogni e, quindi ad essere felici ed è anche il motivo per cui l’attrice ha subito accettato di prendere parte al progetto. “La cosa che più mi ha attratta del film – ha spiegato la protagonista di di film come “Cercasi amore per la fine del mondo” e “Fottute!” – è stato il messaggio. È esattamente quello che volevo comunicare, proprio al momento giusto. Tutto quello che voglio è far ridere la gente e farla stare meglio e credo che questa storia ci riesca perfettamente. È un mix di me stessa e di tutte le persone che mi sono vicine, fa capire che vorremmo che i nostri migliori amici potessero vedersi così come li vediamo noi. Renée non sa nemmeno di avere tutto quel potenziale. Spero che guardare la sua evoluzione possa aiutare anche qualcun altro”.
Spesso infatti ci si concentra a costruire un’immagine di se stessi non corrispondente al vero. Un’artificiosa operazione che ha lo scopo di dover piacere agli altri. Esigenza questa che il più del volte assume le pieghe di una versa ossessione, indice di scarsa autostima. Questa necessità compulsiva di sedurre e di sentirsi ammirati, può procurare nel tempo serie conseguenze alla propria autostima. C’è da precisare innanzitutto che perdere tempo a fabbricarsi una maschera per il mondo esterno è già sintomo di grande insicurezza, la quale nasce nell’età dell’infanzia. Il bisogno di piacere a tutti è strettamente legato alla autostima: se otteniamo ammirazione e consenso da chi ci circonda, avremo molte relazioni positive sentendoci persone interessanti e degne di amore. In alcune occasioni tuttavia questo bisogno finisce con il diventare l’unico scopo della giornata che alla conclusione sembrerà vuota e davvero tesa.
Tornando a casa e posando sul comodino quel calco indossato per tutto il giorno ci si ritrova soli e delusi. È questa la ragione per cui bisogna lavorare sempre su se stessi, mandando all’aria piani pensati per il mondo esterno e percorrendo quella corsia preferenziale che conduce solo a se stessi. È questo il porto sicuro di ogni persona. L’idea di se stessi si forma nel rapporto con gli altri e con le esperienze della vita. Per molti psicologi e psicoterapeuti l’autostima è influenzata dalle regole che gli uomini e le donne utilizzano per valutare se stessi e le situazioni vissute. Molto spesso la difficoltà ad auto-accettarsi è la conseguenza di regole rigide su come si dovrebbe realmente essere. Una persona con qualche chilo in più, come accade nella commedia, può avere difficoltà ad accettare se stessa se crede che la bellezza sia sinonimo di magrezza. Se lei pensa che per essere belle si deve essere magre, non riuscirà mai ad accettarsi.