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Un ritocchino per regalo. Aumentano i giovani, e gli uomini, che si rivolgono al chirurgo plastico. Intervista al dottor Valter Degli Effetti Chirurgo plastico e specialista di Health Point Medical care Eugheia
Il popolo del bisturi cresce sempre di più e a ridosso delle festività la corsa al chirurgo cresce irrimediabilmente.
Tra coloro che richiedono un ritocchino, come regalo di Natale o anche per essere premiati a seguito della buona riuscita di un esame, ci sono i giovanissimi. In Italia infatti buona parte di coloro che si rivolgono al chirurgo sono giovani che, assegno alla mano, chiedono ai professionisti della bellezza di poter modificare una parte del proprio corpo. I ragazzi italiani, stando a studi recenti, si rivelano dunque un popolo di narcisi: trascorrono in media 5/6 ore alla settimana a specchiarsi e non fanno altro che paragonarsi ai modelli di perfezione estetica incontrati in televisione o sui social network. Davanti a un difetto generalmente si corre ai ripari per eliminarlo o renderlo il meno evidente possibile: una tendenza che per Valter Degli Effetti, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, e specialista di Health Point Medical Care Eugheia,Health Point Medical Care Eugheia studio medico polispecialistico con sede a Roma, non appartiene solo agli under 25 ma anche ai loro genitori.
Dottore, sempre più giovani si affidano al chirurgo estetico per migliorarsi. Cosa ne pensa?
È segno dell’evoluzione dei tempi e frutto di una società che dà sempre più importanza al lato estetico che non va trascurato. Esorto costantemente i miei pazienti a non cadere nell’eccesso: chiedere l’intervento del chirurgo per ottenere un viso finto o un seno non nella norma non giova a nessuno, né al paziente né al professionista della chirurgia.
Da quanto si occupa di chirurgia e come sono cambiati i tempi?
Mi occupo di chirurgia dal 1992 e ho notato un cambiamento su due fronti precisi: da una parte a essere cambiata è la diffusione. Questa branca della chirurgia plastica finalizzata a migliorare l’aspetto estetico di una persona qualche anno fa era più elitaria, oggi invece non solo si è diffusa ma appartiene a tutti, tanto a uomini quanto a donne di tutte le età. Inoltre, rispetto al passato oggi, come se si stesse acquisendo una cultura dell’estetica, si cercano molto meno le esasperazioni, salvo qualche caso particolare.
L’esasperazione è dovuta al chirurgo che sperimenta o al paziente che non si accontenta di un ritocchino?
Troppo spesso i pazienti sono mal consigliati, voler fare a tutti i costi il ritocchino, anche quando l’indicazione non c’è, o è decisamente forzata, porta inevitabilmente a dei risultati innaturali che come tali difficilmente sono gradevoli. Pur di intervenire non ci si pongono limiti. Forzature ed esagerazioni non vanno mai bene: il risultato migliore ed auspicato è l’armonia del viso o del corpo. Dobbiamo offrire un risultato gradevole. L’abuso del bisturi fa perdere il metro della misura.
Quando si inizia ad avere bisogno del chirurgo estetico?
Non c’è un momento preciso. Nel mio studio arrivano 18enni ma anche persone adulte consapevoli della propria età. Generalmente per inseguire la giovinezza si inizia con il voler rimuovere la rughetta sulla fronte. Ma questo piccolo intervento non invasivo non resta isolato. Le richieste proseguono perché la bellezza fa gola a tutti. La mia attività ha a che vedere molto con la chirurgia estetica. Mi occupo, inoltre, di tanta oncologia cutanea, i tumori della pelle, come epiteliomi e melanomi che sono in costante e notevole aumento.
Pertanto, non solo capricci ma anche necessità?
Assolutamente. La chirurgia plastica è importante per tutti coloro che hanno avuto un tumore e che vogliono ‘recuperare’ quella parte del corpo interessata dal male. Non svolgo la mia attività da solo, con me c’è un team di collaboratori, dermatologi, anestesisti, istologi ed oncologi, psicologi, che accompagnano i pazienti nel pre e nel post operatorio.
Torniamo all’età. Qual è il paziente tipo che si presenta alla sua poltrona?
Confermo che l’età si sta abbassando di molto. Ai giovani però si aggiungono gli uomini che sono in netto aumento anche se siamo ancora ben distanti dall’approccio femminile. La relazione che intercorre tra l’uomo e il bisturi però è ancora sotto tabù. Se per la donna è quasi scontata, e direi giustificata, questa tendenza verso la cura e il volersi vedere più giovani allo specchio, per l’uomo non accade. Sono gli stessi pazienti a sottolineare l’esigenza della riservatezza e chiedere che l’intervento non sia troppo evidente. Con i giovanissimi invece mi limito. Sono un papà, ho una figlia di 22 anni e so quanto possono essere fragili o influenzabili. Cerco di ripararli e proteggerli dagli interventi forzati. Cerco di dissuaderli fino alla fine e se non riesco o se la richiesta è giustificata e condivisibile, di indurli ad intervenire con piccoli ritocchini temporanei. Non dimentichiamo che c’è una legge che ci impone la moralità di non intervenire sotto i 18 anni per quello che è l’intervento più richiesto ovvero la mastoplastica additiva, l’aumento del seno.
Perché un giovane si rivolge al chirurgo?
Le richieste sono principalmente dovute ad insicurezze e sensi di inadeguatezza soprattutto nei confronti dei modelli creati, tuttavia anche madri e padri talvolta partecipano alle scelte. Tuttavia, sono diverse le situazioni e diversi i profili che si presentano a ciascun chirurgo.
Il Natale è trascorso da poco, le capita mai dover ‘regalare’ un seno nuovo per Natale?
La moda di festeggiare la maggiore età o il conseguimento della maturità c’è stata e fortunatamente e scemata nel tempo, anche se è stato necessaria una legge per impedire l’aumento del seno prima dei 18 anni, che è poi l’intervento più richiesto seguito dalla liposcultura.
Infine, i costi. Tutti riescono a sostenerli o c’è chi ricorre a mutui?
Anche in questo caso si cambia da persona a persona. I costi stessi variano molto da intervento a intervento, da specialista a specialista, da struttura a struttura. La ricerca della qualità nei materiali impiegati, nelle strutture, nei servizi e nell’equipe scelta incide sicuramente sui costi finali, ma credo che “decidere” di fare un intervento e non esserne “costretti” debba indurre la ricerca del meglio, della sicurezza. La coscienza e la moralità impongono di ridurre i rischi al minimo sia da parte del professionista che da parte di chi ci si rivolge. Il professionista poi, a mio parere, non può non assumere l’ulteriore ruolo di “consigliere e protettore” di chi gli ha dato fiducia. Può esserci pertanto chi ricorre a finanziamenti per riuscire a potersi permettere il desiderio di sempre, scelta indubbiamente preferibile di quella di ridurre i costi aumentando l’alea.